A Wimbledon il tempo sembra essersi fermato. I prati sono sempre più verdi che altrove, gli spettatori più educati, i tennisti più bianchi di divisa e i dolci più… fragolosi. Da oltre un secolo, l’abbinamento “fragole e panna” è il dessert ufficiale del torneo più british che ci sia.
Wimbledon, fragole & follie
È tradizione, è rito, è quasi un dogma: ogni anno, circa 28.000 chili di fragole vengono raccolti a mano, lucidamente selezionati, accarezzati con panna fresca e serviti ai fan del tennis sotto il cielo (si fa per dire) di Londra. Un esercito di oltre un milione e mezzo di fragole in marcia verso la leggenda, accompagnate da 8.000 litri di panna. Tutto rigorosamente locale, perché le fragole sono le aristocratiche malling centenary della fattoria Hugh Lowe, a due passi dal torneo, mentre la panna… be’, quella è semplicemente inglese, e tanto basta. E se vi sembra tanto, ricordate che accanto a questo tripudio zuccherino scorrono anche 230.000 bicchieri di Pimm’s, l'altro totem alcolico della manifestazione. Wimbledon, insomma, non è solo tennis: è un’esperienza multisensoriale, un festival della tradizione, una fiera dell’eccentricità tenuta insieme da rigore, silenzi rispettosi e inquadrature perfette.
Ma quest’anno, tra una smorzata e un ace, è arrivato un colpo basso. E no, non da Djokovic. È bastato che Iga Swiatek, fuoriclasse polacca e cinque volte campionessa Slam, vincesse con autorevolezza il terzo turno contro Danielle Collins, per regalare al pubblico un’intervista a dir poco… indigesta. “Da quando so
no piccola mangio la pasta con fragole e yogurt,” ha dichiarato raggiante. E poi, con candida convinzione: “Dovreste provarla ragazzi, è buonissima!” Silenzio. Poi un fremito. Infine, un brusio freddino ha attraversato il Centrale. Non quello reverenziale che accoglie i grandi scambi. No, quello perplesso. Un’eco collettiva che diceva, in sostanza: ma che diavolo sta dicendo questa? Certo, il piatto in questione esiste davvero. In Polonia si chiama makaron z truskawkami, e non è uno scherzo da social, ma una preparazione reale, servita tanto nelle mense scolastiche quanto nelle case durante le afose estati dell’Europa orientale. La ricetta è semplice: pasta – solitamente corta – lessata, scolata e cosparsa di una salsa a base di fragole, zucchero, yogurt o panna. Un incrocio tra un primo e un dessert. Un guado gastronomico. Un atto di fede, più che una ricetta. A onor del vero, Swiatek ha persino postato la sua ciotola di pasta & fragole su Instagram.
A testimonianza che non era un lapsus da post-partita, ma una dichiarazione d’intenti. Anzi, di gusto. Certo, la notizia ha fatto sorridere. Ma a noi italiani, che con la pasta abbiamo un rapporto viscerale, quasi liturgico, questa rivelazione ha provocato un microscopico infarto culturale. Pasta e fragole? Ma siamo impazziti? Non bastava l’ananas sulla pizza, il cappuccino dopo pranzo, o i “spaghetti bolognaise” nelle mense universitarie del Regno Unito. Ora anche questo.
Viene quasi da dire che se il cardinale Wosley — che secondo la leggenda nel 1509 fu il primo a unire fragole e panna per deliziare i suoi ospiti — potesse assistere alla scena, probabilmente alzerebbe il cappello cardinalizio e direbbe: non nel mio nome. Paradossalmente, Wimbledon è forse il luogo meno adatto al colpo di testa culinario. Qui ogni dettaglio è regolato dal protocollo: il bianco dell’abbigliamento, il silenzio rispettoso del pubblico, i riflessi delle racchette sul prato, le fragole che devono essere servite solo dal tardo mattino in poi, mai troppo fredde. Perfino la pioggia sembra inserita nel palinsesto. Eppure, questa incursione polacca ha fatto breccia nel rigido cerimoniale. Certo, nessuno sta per sostituire la panna col ketchup, o l’Earl Grey con la Coca Cola.
Ma l’uscita della Swiatek ci ha ricordato, con un pizzico d'ironia, che anche Wimbledon ogni tanto inciampa nei tempi moderni. E così, accanto ai gadget a tema fragola, spuntano anche battute, meme e forse – chi lo sa – un pensierino degli chef del club: e se davvero, per gioco, per una volta, la offrissimo, questa pasta con le fragole? Infondo, sotto sotto, l’idea di un piatto fresco e dolce, a base di frutta estiva, yogurt e carboidrati non ci fa poi così orrore. Forse perché Swiatek ci è simpatica, e dopo cinque Slam può permettersi anche di lanciare mode alimentari bizzarre. O forse perché, al netto di tutto, Wimbledon è anche questo: un palcoscenico dove la tradizione è sacra, ma anche un po’ folle. Dove si consumano migliaia di litri di panna, si beve alcol alle 11 del mattino e si mangiano fragole come se fossero popcorn. E se, per una volta, ci mettiamo sopra anche della pasta, pazienza. L’importante, in fondo, è che la racchetta sia affilata. E che la panna non sia scaduta.