La rete dei Sistemi del Patrimonio Agricolo di Importanza Mondiale (GIAHS) della FAO continua ad espandersi, accogliendo tra le sue fila quattro nuovi e straordinari esempi di armonia tra uomo e natura. Questi sistemi, unici per le loro pratiche ancestrali e la loro capacità di resilienza, si aggiungono al prestigioso elenco, portando il totale a 99 siti in 29 Paesi, con la prospettiva di superare quota 100 entro la cerimonia di premiazione del 31 ottobre, in concomitanza con le celebrazioni per l'80° anniversario della FAO.
La FAO amplia la mappa del patrimonio agricolo mondiale: Tagikistan, Corea e Portogallo Entrano nella Rete GIAHS
Le nuove designazioni, formalizzate durante la riunione del Gruppo Consultivo Scientifico GIAHS tenutasi in queste ore, includono un sistema agropastorale integrato di montagna in Tagikistan, il primo in assoluto per l'Asia centrale. A questo si affiancano un sistema agroforestale di pini e un sistema tradizionale di bambù e pesca nella Repubblica di Corea, che porta il conteggio del paese a nove siti, e un sistema agrosilvopastorale in Portogallo, il secondo per la nazione iberica. Kaveh Zahedi, Direttore dell'Ufficio per i Cambiamenti Climatici, la Biodiversità e l'Ambiente della FAO, ha sottolineato l'importanza di queste aggiunte: "Estendendosi a nuove regioni e paesi, la rete GIAHS dimostra ancora una volta il suo ruolo distintivo nel promuovere sistemi agricoli che valorizzano tradizioni coltivate dalle comunità e modi di perseguire i propri mezzi di sussistenza in armonia con la natura". Zahedi ha inoltre evidenziato come, di fronte alle sfide del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità, il contributo di questi metodi antichi sia "ancora più vitale per trasformare i nostri sistemi agroalimentari e farli stare al passo con le sfide".
Il sistema agropastorale integrato della valle di Almosi, Tagikistan, è situato tra aspri paesaggi montani. Questo sistema millenario è un esempio lampante di come l'uomo possa prosperare in ambienti difficili. Combina la transumanza stagionale delle pecore con la coltivazione di uva, cereali, frutteti e ortaggi. La sua forza risiede nelle conoscenze ancestrali che garantiscono la sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza, preservando al contempo un'agrobiodiversità ricchissima, inclusa la pecora Hisori locale e l'uva rosa Toifi, fondamentale per l'identità della valle. Le pratiche agricole, dalla semina a contorno all'irrigazione antica, sono guidate da un profondo rispetto per l'ambiente, mentre la gestione comunitaria attraverso i comitati mahalla assicura la trasmissione del sapere.
Il sistema agroforestale di Uljin Pinetree, Repubblica di Corea, è situato nelle zone montuose e costiere orientali della Corea. Qui le comunità agricole hanno sviluppato un sistema agroforestale unico, incentrato sulla coltivazione del pino. Per generazioni, le foreste di pino rosso sono state gestite in sinergia con l'apicoltura, la raccolta di funghi, l'agricoltura in arido e la produzione tradizionale di sale. Queste pinete ospitano una biodiversità sorprendente, con oltre 300 specie, e svolgono un ruolo cruciale nella protezione dall'erosione e nella regolazione del microclima. Le tecniche tradizionali di gestione forestale, come l'estrazione della resina e il diradamento selettivo, testimoniano una profonda saggezza ecologica.
Il sistema di pesca tradizionale Jukbangryeom si trova invece nello stretto di Jijok, Repubblica di Corea. Questo metodo di pesca, praticato da secoli nelle acque dello Stretto di Jijok, è un capolavoro di sostenibilità. Utilizzando dighe di bambù fisse, i pescatori catturano le acciughe senza consumo di carburante, catture accessorie o danni all'habitat. Il sistema Jukbangryeom, con la sua storia documentata di almeno 500 anni, riflette una profonda conoscenza ecologica e supporta non solo i pescatori artigianali e i mercati locali, ma anche le cooperative di trasformazione gestite da donne. È un esempio vivente di come la tradizione possa coesistere con la vita marina, rispettando le rotte migratorie e gli ecosistemi.
Infine, nel cuore del Portogallo meridionale, il Montado da Serra de Serpa si erge come uno dei sistemi agrosilvopastorali più antichi d'Europa. Qui, le sugherete e le querce da sughero sono gestite con una consapevolezza ecologica esemplare. Attraverso il pascolo estensivo a bassa intensità, l'agricoltura arida e una gestione forestale oculata, le comunità hanno plasmato un paesaggio multifunzionale che è un baluardo della biodiversità, ospitando specie minacciate come la lince iberica. Il sistema, riconosciuto dall'UE come agricoltura ad alto valore naturale, genera reddito da sughero, carne, miele e turismo, rappresentando un modello mediterraneo di resilienza climatica e recupero del territorio.