Se i vigneti italiani scomparissero, l’intero Paese perderebbe non solo un pilastro della propria identità culturale, ma anche una delle sue più preziose risorse ambientali ed economiche. A ricordarlo con forza, e con una provocazione visiva dal forte impatto, è Coldiretti, che al Vinitaly 2024 ha voluto lanciare un vero e proprio grido d’allarme: “Keep calm and bevi vino italiano”. Un invito alla consapevolezza, più che alla leggerezza, che suona come un monito contro le campagne di demonizzazione, le tensioni commerciali e i rischi globali che minacciano il comparto vitivinicolo italiano.
Vinitaly, Coldiretti: con Italia senza vigne degrado e cemento su un’area grande quasi come il Friuli
Nel cuore della fiera veronese, davanti all’ingresso Cangrande, lo stand Coldiretti si trasforma in una finestra aperta sul futuro – e su un futuro inquietante. Attraverso immagini generate dall’intelligenza artificiale, i visitatori possono confrontare lo stesso scorcio di territorio italiano, prima e dopo la sparizione dei vigneti. Dove prima si distendevano filari ordinati su dolci colline, oggi si immaginano palazzine, fabbriche, strade e degrado urbano. Il messaggio è chiaro: senza i 681mila ettari di viti che oggi modellano il paesaggio italiano, intere aree rischierebbero l’abbandono, la cementificazione selvaggia e un preoccupante dissesto idrogeologico.
Molti vigneti sorgono in aree collinari e fragili, sottolinea Coldiretti, dove le radici delle viti svolgono una funzione fondamentale nel trattenere il terreno e prevenire frane e smottamenti. La loro scomparsa aprirebbe le porte a una maggiore vulnerabilità ambientale, compromettendo non solo la stabilità dei suoli, ma anche la biodiversità e il microclima. Senza contare che l’aumento delle superfici impermeabilizzate, tipico delle zone urbanizzate, peggiorerebbe il già fragile equilibrio idrogeologico del nostro Paese. Ma non è solo la natura a rischiare: la perdita dei vigneti sarebbe un colpo devastante per l’economia italiana.
l settore vitivinicolo genera un fatturato di 14,5 miliardi di euro e coinvolge 241mila imprese, con 1,3 milioni di persone attive lungo tutta la filiera, dai campi alle cantine, fino alla distribuzione e al turismo. Non è un caso che il vino sia la prima voce dell’export agroalimentare tricolore, che nel 2024 ha raggiunto il valore record di 8,1 miliardi di euro, con un incremento del 6% rispetto al 2023. In questo contesto, la campagna Coldiretti non è soltanto una difesa del vino come prodotto, ma come simbolo di un’economia sostenibile e integrata nei territori. Un’economia fatta di lavoro, tradizione, turismo e cura del paesaggio.
Per questo motivo, oggi a Vinitaly, il presidente Ettore Prandini (in foto) e il segretario generale Vincenzo Gesmundo incontreranno due figure chiave delle istituzioni europee: il Commissario alla Salute Olivér Várhelyi e il Commissario all’Agricoltura Cristophe Hansen. In agenda c’è il futuro del vino italiano, ma anche le normative europee che lo minacciano, tra cui le proposte di etichette allarmistiche e i dazi che rischiano di frenare l’export.