Donald Trump ha confermato ieri sera di avere avuto un colloquio con il presidente venezuelano Nicolas Maduro, ma senza dare alcun particolare sul suo contenuto. Ma questo contatto non sembra avere fatto scemare la tensione tra i due Paesi, dopo che Trump ha avvertito della ''chiusura dello spazio aereo'' del Venezuela. Intanto Maduro ha chiesto aiuto all'OPEC per "fermare l'imminente aggressione", mentre al largo del Paese sudamericano si sono moltiplicati i voli degli aerei che fanno parte delle unità statunitensi dislocate nell'area.
Usa-Venezuela: telefonata tra Trump e Maduro, ma resta alta la tensione
"Non direi che è andata bene o male. È stata una telefonata", ha detto il presidente degli Stati Uniti a bordo dell'Air Force One , riferendosi alla conversazione.
Washington, che afferma di combattere i cartelli della droga, ha schierato le sue forze armate nel Mar dei Caraibi da settembre, tra cui una portaerei Ford, la più grande e potente del mondo, e ha aumentato la pressione negli ultimi giorni decretando sabato che lo spazio aereo del Venezuela dovrebbe essere considerato "totalmente chiuso" .
Trump accusa il Venezuela di essere dietro il narcotraffico che inonda gli Stati Uniti. Caracas nega tutto e ribatte che il vero obiettivo di Washington è rovesciarlo per prendere il controllo del petrolio venezuelano.
Il Venezuela ha annunciato di aver chiesto aiuto all'OPEC "per fermare questa aggressione che si sta preparando con sempre maggiore forza", in una lettera di Maduro letta dal vicepresidente Delcy Rodríguez, che è anche ministro del petrolio, durante una videoconferenza dei ministri dell'organizzazione.
Washington "cerca di impossessarsi delle vaste riserve petrolifere del Venezuela, le più grandi al mondo, attraverso l'uso della forza militare", ha scritto Maduro.
Dall'inizio di settembre, gli Stati Uniti hanno condotto attacchi contro oltre 20 navi nei Caraibi e nell'Oceano Pacifico, uccidendo almeno 83 persone, senza fornire alcuna prova che queste navi fossero utilizzate per il traffico di droga, come sostengono. Molti esperti mettono in dubbio la legalità di queste operazioni, poiché nessun sospettato è stato arrestato o interrogato.
Il presidente dell'Assemblea nazionale, Jorge Rodriguez, una delle figure più influenti del Paese, ha annunciato domenica alla stampa di aver ricevuto "le famiglie dei venezuelani assassinati ed eseguiti extragiudizialmente durante le azioni palesemente illegittime e illegali perpetrate dal 2 settembre dall'esercito americano". Ha tuttavia rifiutato di commentare la conversazione tra i presidenti Trump e Maduro.
Rodriguez ha commentato i resoconti del Washington Post, secondo cui il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth avrebbe ordinato l'uccisione di tutti i passeggeri dell'imbarcazione durante un attacco, spingendo l'esercito a colpire le persone in acqua una seconda volta. "Se fosse stata dichiarata una guerra e [avesse] portato a tali uccisioni, staremmo parlando di crimini di guerra. Dato che non esiste una guerra dichiarata tra paesi, ciò che è accaduto (...) può essere descritto solo come esecuzioni extragiudiziali", ha affermato.
Negli ultimi giorni, secondo i siti web di tracciamento degli aerei, è stata registrata un'attività costante di caccia statunitensi a poche decine di chilometri dalla costa venezuelana. Sei compagnie aeree hanno sospeso i loro voli per il Venezuela.
L'annuncio di Donald Trump di sabato, secondo cui lo spazio aereo venezuelano avrebbe dovuto essere considerato "chiuso", ha portato alla sospensione del programma di rimpatrio dei migranti venezuelani irregolari espulsi dagli Stati Uniti. Questi voli erano continuati fino ad allora, nonostante la crisi tra i due Paesi.
Giovedì Donald Trump ha dichiarato che l'esercito statunitense inizierà "molto presto" a prendere di mira i "narcotrafficanti venezuelani" nelle operazioni di terra, suscitando l'opposizione sia dei membri repubblicani che di quelli democratici del Congresso.