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Cina, in difficoltà le aziende legate agli armamenti: secondo un think tank, è conseguenza delle campagne anti-corruzione

Redazione
 
Cina, in difficoltà le aziende legate agli armamenti: secondo un think tank, è conseguenza delle campagne anti-corruzione

La campagna anti-corruzione, che avrebbe portato all'epurazione dei vertici della macchina militare della Cina, è alla base del crollo dei ricavi delle grandi aziende militari del Paese, causato dal rallentamento di contratti e acquisti. Lo sostiene, in un rapporto reso noto oggi, lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), sottolineando che quanto sta accadendo in Cina è in contrasto con la forte crescita del settore a livello globale, anche per la guerra in atto in Ucraina e per la situazione in Medio Oriente.

Cina, in difficoltà le aziende legate agli armamenti: secondo un think tank, è conseguenza delle campagne anti-corruzione

Secondo il Sipri, la campagna che ha portato all'allontanamento di parte dei vertici militari della Cina ha comportato il rinvio o la cancellazione di importanti contratti di fornitura di armi nel 2024, lanciando ombre sugli sforzi di modernizzazione militare del Paese.

L'Esercito Popolare di Liberazione è stato uno dei principali obiettivi di una più ampia repressione della corruzione ordinata dal presidente Xi Jinping nel 2012, che ha raggiunto i vertici dell'esercito nel 2023, quando è stata presa di mira la sua Forza Missilistica.

Nello scorso mese di ottobre, otto generali di alto rango sono stati espulsi dal Partito Comunista al potere con l'accusa di corruzione, tra cui il generale numero due del Paese, He Weidong. Aveva prestato servizio sotto Xi nella Commissione Militare Centrale, l'organismo di comando militare supremo della Cina.

Secondo i dati SIPRI, lo scorso anno i ricavi delle principali aziende militari cinesi sono diminuiti del 10%, mentre quelli in Giappone sono aumentati del 40%, in Germania del 36% e negli Stati Uniti sono aumentati del 3,8%.

Secondo il rapporto dell'Istituto svedese, i ricavi delle 100 maggiori aziende di armamenti del mondo sono aumentati del 5,9%, raggiungendo la cifra record di 679 miliardi di dollari, mentre il calo della Cina è stato sufficiente a rendere l'Asia-Oceania l'unica regione a registrare un calo dei ricavi tra le sue principali aziende di armamenti.

I ricavi della Cina derivanti dalle armi sono diminuiti nonostante tre decenni di aumento dei bilanci della difesa, a causa della crescente rivalità strategica di Pechino con gli Stati Uniti, la tradizionale potenza militare asiatica, e delle tensioni su Taiwan e sul Mar Cinese Meridionale, oggetto di accese controversie.

Secondo una ricerca del SIPRI, i ricavi sono diminuiti presso AVIC, il più grande produttore di armi cinese, il produttore di sistemi terrestri Norinco e il produttore aerospaziale e missilistico CASC, tutti di proprietà statale. Norinco ha registrato il calo più netto dei ricavi, con un calo del 31% a 14 miliardi di dollari.

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