Le azioni negli Stati Uniti ieri hanno vissuto una giornata do risultati eccezionali, con gli investitori che hanno giudicato positivamente la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
I guadagni, iniziati nel trading pre-mercato sono continuati per tutta la mattina e anche nel pomeriggio, spingendo il Dow Jones a mettere a segno un guadagno di 1.507 punti, cioè + 3,57%, chiudendo a un nuovo massimo storico.
Ai massimi anche l'S&P 500 e il Nasdaq, in rialzo, rispettivamente, del 2,5% e del 2,95%.
Usa 2024: volano i mercati statunitensi dopo il trionfo di Trump
Secondo gli analisti, la risposta dei mercati è stata determinata in gran parte dell'evidenza dei numeri a favori di Trump e dei repubblicani, che ha cancellato i timori che, nel caso di un risultato avverso all'ex presidente, ci sarebbe stato, probabilmente, un massiccio ricorso a ricorsi in tribunale, gettando incertezza sul futuro. Cosa che i mercati vedono come il diavolo. Quindi gli investitori si sono sentiti rassicurati dal fatto che il Paese non sarebbe stato travolto dalla proteste, così come accadde nel 2020, con il drammatico epilogo del 6 gennaio e l'assalto a Capitol Hill.
Ora comincia il lungo conto alla rovescia per capire di quale ampiezza saranno le misure che Donald Trump adotterà non appena insediatosi alla Casa Bianca, soprattutto quelle di natura economica. A partire dalla definizione di un nuovo quadro per dazi e tasse, per come ha promesso (o minacciato) in campagna elettorale.
Una rivoluzione annunciata che non troverà ostacoli al Congresso, che si avvia ad essere sotto il totale controllo dei repubblicani.
Interessante il contenuto di un rapporto degli analisti di JPMorgan secondo i quali, in caso di netta vittoria repubblicana, le azioni avrebbero guadagnato fino alla fine del 2024, ma "l'incertezza sull'esecuzione delle politiche sarebbe diventata più evidente nel 2025".
Trump ha sostenuto politiche, tra cui agevolazioni fiscali e aumento della spesa pubblica, che potrebbero creare problemi all'economia e aumentare significativamente il deficit di bilancio americano. Ciò ha svalutato i titoli del Tesoro USA e quindi i rendimenti, che si muovono nella direzione opposta ai prezzi dei titoli, sono aumentati.
Il rendimento dei titoli a 10 anni è salito al 4,4%, indebolendo gli sforzi della Federal Reserve di abbassare i tassi di interesse per dare impulso all'economia. La Fed aveva aumentato i tassi negli ultimi due anni per contrastare un'impennata devastante dell'inflazione. Ma ha iniziato a tagliare i tassi a settembre e si prevede che taglierà di nuovo giovedì alla conclusione della riunione politica di due giorni.
Ieri il dollaro è salito dell'1,7% rispetto all'euro e alla sterlina britannica, al suo livello più alto da luglio. La moneta potrebbe trarre vantaggio dalle politiche di Trump mirate ad aumentare significativamente i dazi, con l'obiettivo di creare una maggiore domanda di beni statunitensi in patria. Una soluzione che la maggior parte degli economisti avversa, ritenendo che il comportamento e le scelte dei consumatori non ne risentiranno.
Anche il Bitcoin ieri ha marciato a ritmi record, superando i 76.000 dollari per la prima volta.