Ha scelto uno scranno di prestigio, le pagine del Financial Times, per ribadire che non intende fare un passo indietro, sulle sue strategia, anzi incalzando l'Europa ad agire sul front dell'unione bancaria. Andrea Orcel, CEO di Unicredit, ha quindi riaffermato la fondatezza delle sue ultime mosse, come il tentativo di dare la scalata alla tedesca Commerzbank e l'offerta di acquisto del Banco Bpm.
Unicredit: Orcel rilancia, agire sull'unione bancaria
Mosse per le quali Orcel parla come di "decisioni prese nell’interesse dei nostri stakeholder'' e che ''mettono sul tavolo una più ampia convergenza dell’Unione europea e il futuro del mercato unico".
Orcel, in apertura di intervento sul FT, dice che ''sono passati poco più di due decenni da quando l'UE ha vissuto il suo più grande allargamento di sempre. In un colpo solo, ha creato un mercato unico di circa 450 milioni di persone, promuovendo stabilità, democrazia e prosperità economica. La visione positiva di allora è ancora possibile, ma è indubbiamente minacciata''.
Senza cercare giri di parole, il CEO di Unicredit afferma che ''stiamo attraversando un periodo di disunione dell'UE, senza la percezione di una direzione di marcia comune. Ciò è ancora più preoccupante se si considera la minaccia di rimanere ancora più indietro rispetto agli Stati Uniti a causa dei potenziali dazi del Presidente Donald Trump. E non c'è bisogno di citare la serie di problemi geopolitici che ci hanno perseguitato negli ultimi anni''. In questo quadro, aggiunge, ci stiamo dimenticando quanto il mercato unico ''abbia favorito le opportunità di cui godiamo oggi. Non ci rendiamo conto che questo è ancora solo una frazione di quello che potrebbe essere e che potrebbe scomparire del tutto''.
''Il nostro amato mercato unico - chiosa Orcel - è incompleto e necessita di interventi. Dobbiamo concentrarci su una strategia di crescita a livello europeo. Eppure sembra che non riusciamo a trovare un accordo su cose semplici, come l'unione dei mercati dei capitali o delle banche per sostenere gli investimenti e la crescita. Se lo facessimo, molte sfide strutturali potrebbero essere superate''.
Orcel si rivolge quindi ai politici europei, ai quali chiede di credere nelle riforme, garantendo a loro il suo sostegno.
Ma, aggiunge, ''come amministratore delegato di una banca, mi concentro su ciò che le imprese possono fare oggi. Abbiamo già i pilastri di un'unione bancaria, che potrebbe essere completata rapidamente. Abbiamo sentito gli appelli a promuovere l'integrazione del sistema bancario europeo, in modo da avere una maggiore potenza di fuoco per finanziare nuove infrastrutture e la crescita delle imprese. Eppure abbiamo visto ben poche azioni. Credo nella convergenza del nostro sistema bancario e, di conseguenza, in banche più forti per l'Europa''. La citazione che segue, per Commerzbank e Banco BPM conferma il disegno 'orceliano', spiegando che essi ''rappresentano dei banchi di prova che ci chiedono se, come blocco, siamo seriamente intenzionati a una maggiore integrazione. Siamo disposti a compiere i passi che i nostri leader hanno chiesto da tempo o ci lasceremo prendere dalla paura? La risposta aiuterà a sbloccare la crescita dell'Europa o confermerà che un'azione reale per far progredire il mercato unico rimane elusiva''.
Nella sua analisti Andrea Orcel amplia l'orizzonte anche alla politica, quando dice che ''la competitività futura dell'Europa non si limita ai sistemi bancari e ai mercati dei capitali. Ma è indicativo del fatto che l'Europa sia finalmente pronta a unirsi per porre fine a questo periodo di bassa crescita a vantaggio di tutti. Ora abbiamo la possibilità - e credo anche il dovere - di ridimensionare il settore bancario europeo e con esso le ambizioni del nostro blocco. Se il genio del nostro mercato unico rimane inappagato, temo che l'avvertimento di Draghi di una 'lenta agonia' per l'Europa si avvererà''.