Politica
Ue, alla fine Fitto ce l'ha fatta: sarà vicepresidente esecutivo
Redazione
Habemus Fittum o giù di lì: manco fosse l'elezione del pontefice, la ratifica della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea è stata accolta con grande soddisfazione dalla parti del governo, visto che il suo cammino verso i palazzi del potere di Bruxelles è stato disseminato di micidiali trappole.
Alla fine, dopo un estenuante muro contro muro, in cui - come se non bastassero le sue difficoltà - Fitto è stato trascinato anche dalle beghe spagnole sul nome di Teresa Ribera, c'è stato per tutti i ''nominati'' luce verde.
Quindi ok oltre che per Raffaele Fitto e Teresa Ribera, anche per Henna Virkkunen. Kaja Kallas, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné. Olivér Várhelyi.
Alla conta dei voti, Fitto ha incassato quelli favorevoli di Ppe, S&D, Renew, Ecr, Patrioti e Sovranisti.
In coerenza con la loro linea, Verdi e Sinistra (della cui famiglia fanno parte i Cinque Stelle) hanno votato contro. Immediata la reazione di Giorgia Meloni che si è detta soddisfatta per la nomina di Fitto, con un incarico di prestigio, ''è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo''.
''Quest'importante incarico attribuito al Commissario designato dall'Italia è una vittoria di tutti gli italiani, non del governo o di una forza politica", ha detto ancora il Consiglio, aggiungendo che ''abbiamo ottenuto un portafoglio di peso e il coordinamento di deleghe strategiche per la nostra Nazione e per l'Europa intera, come l'agricoltura, la pesca, l'economia del mare, i trasporti e il turismo. Questa indicazione è la conferma di una ritrovata centralità dell'Italia in ambito europeo, all'altezza del nostro ruolo come Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d'Europa e terza economia del Continente".
"Bene il via libera del Parlamento Europeo alla Commissione Von der Leyen - ha commentato il vicepremier Antonio Tajani -. Premiato l'impegno italiano e dell'EPP per evitare ritardi e garantire stabilità. Buon lavoro al Vice Presidente Esecutivo Raffaele Fitto che saprà valorizzare al meglio il contributo dell'Italia nella governance europea".
Anche se il voto è andato bene per Fitto, restano sulla sua indicazione (non sulla persona, ma sul suo ''colore'' politico) delle perplessità. Come conferma un passaggio essenziale che i gruppi S&D e Renew hanno voluto fosse scritto nella lettera di valutazione su Fitto. In un allegato, i gruppi S&D e Renew hanno voluto mettere, nero su bianco, di non approvare la scelta di Ursula von der Leyen di affidare a Raffaele Fitto la posizione di vicepresidente esecutivo. ''I gruppi - si legge nell'allegato - si aspettano che egli sia pienamente indipendente dal suo governo nazionale, come richiesto dai Trattati, e che si impegni pienamente ad applicare il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto e a lavorare sul rafforzamento dello Stato di diritto nell’Unione''.
Pur se si tratta di un inciso che non vincola, è significativo pensare che, dal momento del suo insediamento in avanti, ogni atto di Raffaele Fitto se proprio non sarà messo in discussione, di sicuro sarà valutato con una attenzione particolare.