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Ucraina e bilancio Ue al centro del Consiglio europeo, Meloni chiede unità, deterrenza e conti sostenibili
Redazione

Il Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre si prepara ad affrontare un’agenda densa di dossier strategici per l’Italia e per l’Unione, ma il tema destinato a occupare un ruolo centrale resta la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Nelle comunicazioni alla Camera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiarito che il conflitto continuerà a rappresentare il principale banco di prova per la credibilità politica e geopolitica dell’Europa.
Ucraina e bilancio Ue al centro del Consiglio europeo, Meloni chiede unità
La premier ha richiamato il vertice di Berlino, al quale ha partecipato insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ad altri leader europei e ai negoziatori statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner, sottolineando il clima costruttivo e unitario dell’incontro. Da quel confronto, ha spiegato, è scaturita una dichiarazione finale che riflette le priorità sostenute dall’Italia nei mesi più complessi del conflitto e ribadite anche durante l’incontro bilaterale con Zelensky tenutosi a Roma.
Secondo Meloni, il percorso verso una pace credibile non può prescindere da quattro elementi fondamentali. In primo luogo, il saldo legame tra Europa e Stati Uniti, che condividono lo stesso obiettivo strategico pur partendo da prospettive geografiche differenti. In secondo luogo, il rafforzamento della posizione negoziale dell’Ucraina, che passa dal mantenimento di un sostegno chiaro e costante nella fase più delicata del conflitto. Terzo punto, la tutela degli interessi europei, che non possono essere ignorati dopo l’impegno politico, economico e militare profuso dall’inizio della guerra e alla luce dei rischi che deriverebbero da un’eventuale Russia rafforzata. Infine, il mantenimento della pressione su Mosca, attraverso una deterrenza efficace capace di rendere la prosecuzione del conflitto non conveniente.
La presidente del Consiglio ha evidenziato come, al di là della propaganda russa, la realtà sul campo mostri una guerra di posizione estremamente onerosa per Mosca. Dalla fine del 2022, ha ricordato, la Russia è riuscita a conquistare solo una porzione minima del territorio ucraino, pagando un prezzo altissimo in termini di uomini e mezzi. Una difficoltà che, nella visione del governo italiano, rappresenta l’unica leva in grado di spingere il Cremlino verso un accordo e che è stata resa possibile dal coraggio degli ucraini e dal sostegno occidentale.
Meloni ha poi allargato lo sguardo alle scelte politiche che attendono l’Unione, sottolineando come la discussione non possa ridursi alla sola ricerca delle risorse finanziarie per sostenere Kiev. In gioco, ha rimarcato, non ci sono soltanto la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina, ma la sicurezza complessiva dell’Europa. Proprio per questo, il Consiglio europeo sarà chiamato a decisioni complesse, che richiedono visione strategica e senso di responsabilità.
Un altro nodo cruciale del vertice riguarda il bilancio dell’Unione europea. La premier ha riconosciuto che un aumento delle sue dimensioni potrebbe rendersi necessario, precisando tuttavia che l’Italia non è contraria in linea di principio, purché ciò avvenga a condizioni ben definite. Tra queste, la necessità di evitare che un bilancio più ampio gravi in modo eccessivo sulle finanze nazionali, in un contesto in cui la sostenibilità dei conti pubblici resta una priorità assoluta, anche in considerazione del ruolo dell’Italia come contributore netto da oltre vent’anni.
Meloni ha espresso forti perplessità sulla proposta della Commissione europea, che prevede un aumento dei contributi accompagnato da una riduzione delle risorse destinate a politiche considerate fondamentali per il Paese, come la politica agricola comune e la coesione. Si tratta, ha chiarito, di pilastri dell’Unione e dei suoi trattati, sui quali l’Italia non intende arretrare. La posizione del governo è quella di non accettare di versare di più ricevendo in cambio meno.
Le comunicazioni della presidente del Consiglio hanno aperto formalmente il percorso parlamentare in vista del Consiglio europeo. Dopo l’intervento alla Camera, Meloni si è recata in Senato per la consegna del testo. Alla ripresa dei lavori in Aula è prevista la discussione generale, seguita dalle repliche della premier, dalle dichiarazioni di voto e dal voto sulle risoluzioni, in un passaggio che precede uno dei vertici europei più delicati degli ultimi mesi.