Era nell'aria e così la decisione del Parlamento europeo di votare, a maggioranza, per la revoca dell'immunità ad Alessandra Moretti, del Pd, non ha sorpreso più di tanto, perché nessuno credeva che andasse in modo diverso, dal momento che questo era l'indirizzo della commissione giuridica dell'assemblea.
Qatargate, Ue: revocata immunità parlamentare ad Alessandra Moretti, anche col voto del M5S
Che, invece, ha votato perché del privilegio non fosse privata un'altra esponente del Pd, Elisabetta Gualmini.
Il tutto sullo sfondo dell'inchiesta sulle presunte ingerenze, nell'attività di alcuni europarlamentari, al fine di ''ammorbidire'' la posizione dell'assemblea nei confronti del Qatar e anche del Marocco.
Il giudizio dell'aula è stato netto: 497 voti a favore, 139 no e 15 astenuti.
Al di là di quelle che saranno le vicende future di Alessandra Moretti, che ripete, come fa da tempo, la sua totale estraneità ai fatti dell'inchiesta, il voto rischia di rendere ancora meno sereni i rapporti tra il Partito democratico e i Cinque Stelle che, per come avevano preannunciato, hanno votato a favore della revoca dell'immunità parlamentare, pur avendo come possibile alternativa quella dell'astensione. E lo stesso avrebbero fatto anche perché del privilegio fosse privata anche Gualmini.
In attesa di conoscere se i pentastellati vorranno o meno motivare la loro scelta, giunta in un periodo in cui fanno rumore le esternazioni di Giuseppe Conte sul valore relativo della parola ''alleanza'' nei confronti del Pd, le parole di Alessandra Moretti sono di netto rifiuto delle accuse: ''Sono amareggiata perché gli elementi su cui era basata la richiesta erano stati da me già smentiti su base documentale e continuo a sostenere che il voto non abbia guardato tanto ai contenuti della richiesta, ma sia stato condizionato da strategie e convenienze politico-elettorali. Spero di essere ascoltata in procura il prima possibile per potermi difendere dalle accuse".
Alcune delle quali, a detta di chi ha avuto accesso alla lettura degli atti al momento disponibili, non sembrano inequivocabilmente accertate. Ad esempio, ad Alessandra Moretti viene contestato d'essersi recata più volte in Marocco (altro Paese sospettato di cercare di intessere rapporti con europarlamentari al fuori dell'ufficialità) , quando lei, passaporto alla mano, è pronta a smentire di essere mai andata in quel Paese.
E lo stesso può dire di altri viaggi che, secondo la procura brussellese, si inserirebbero nel quadro generale delle pressioni fatte da alcuni Paesi per avere un trattamento di favore (o, anche, non ostile) da parte dell'assemblea di Strasburgo.
Ma ad Alessandra Moretti sarebbero state contestate anche delle prese di posizioni politiche nelle quali, per i magistrati, si ravviserebbero gli effetti della moral suasion di alcune lobbies. E questo, se fosse sostenuto anche in fase di contestazione di fatti e circostanze, rischia di aprire un conflitto sulla ricostruzione fatta dai magistrati e il mandato politico di ogni europarlamentare che, sino a inequivocabile prova del contrario, interviene come ritiene giusto sulle vicende di cui si occupa l'organismo elettivo comunitario.
La vicenda processuale quindi ora dovrà passare per la fase delle contestazioni dirette ad Alessandra Moretti da parte dei magistrati della procura della capitale belga.
Sulla cui fondatezza, nel più ampio ambito dell'inchiesta, si è espresso il professor Vittorio Manes, legale di Gualmini. Secondo il legale, ''restano forti perplessità su un procedimento penale che mai avrebbe dovuto nascere, su basi così inconsistenti ed evanescenti, e che come tale avrebbe potuto interessare - e potrebbe in futuro interessare - qualsiasi parlamentare europeo, trascinandolo in una assurda vicenda giudiziaria per il puro esercizio della propria attività politica, nonostante tale attività sia sempre stata svolta nella piena trasparenza e regolarità. E questo è un dato francamente inquietante in questa vicenda, essendo peraltro riferibile a molti dei soggetti ingiustamente coinvolti e sottoposti ad una intollerabile e massiva gogna mediatica per accuse tanto infamanti quanto ingiustificate''.
Quindi, resta sullo sfondo della vicenda, oltre al doveroso esame ponderato delle evidenze e delle ipotesi, il chiaro risvolto politico, essendo alcuni dei partiti rappresentati nell'Europarlamento esplicitamente schieratisi per una valutazione della vicenda che esula dai fatti di causa.
Per quello che può valere, mentre la magistratura belga sostiene la responsabilità di Moretti e Gualmini, la Procura di Milano sembra andare verso l'archiviazione dell’accusa di riciclaggio ipotizzata nell’attività della società Equality Consultancy che, secondo i magistrati di Bruxelles, sarebbe stata utilizzata da Antonio Panzeri per far rientrare in patria parte delle tangenti ricevute in Belgio dal Qatar e Marocco per condizionare l’attività del Parlamento europeo.
Panzeri sarebbe l'anello di congiunzione tra Moretti e Gualmini e la presunta rete di pressioni messa in piedi da Qatar e Marocco.