Economia
Turismo, nel 2023 il settore pesa per il 9,6% del Pil e genera oltre 206 miliardi
Redazione
Il turismo si conferma uno dei pilastri dell’economia italiana e nel 2023 rafforza il suo ruolo di motore diffuso della crescita. Secondo l’Istat, che ha pubblicato il nuovo Conto Satellite del Turismo, l’impatto complessivo del comparto, includendo per la prima volta in modo strutturato anche gli effetti indiretti, ha raggiunto il 9,6% del Prodotto interno lordo, per un valore pari a 206,4 miliardi di euro.
Turismo, nel 2023 il settore pesa per il 9,6% del Pil e genera oltre 206 miliardi
I dati dell’Istituto di statistica mostrano come il solo contributo diretto del consumo turistico abbia generato 106,8 miliardi di Pil, circa il 5% del totale nazionale. Tuttavia, tenendo conto delle ricadute sull’intera filiera economica, dall’industria alimentare ai servizi, dal commercio alla logistica, il peso del turismo raddoppia, evidenziando una dimensione sistemica spesso sottovalutata.
Nel 2023 il consumo turistico interno è stato stimato dall’Istat in oltre 202 miliardi di euro. La componente domestica resta centrale, il 40,7% della spesa è attribuibile ai visitatori residenti, mentre il 37,5% deriva dalla spesa dei turisti stranieri. Nel complesso, le due voci rappresentano più di tre quarti della domanda turistica complessiva, confermando il ruolo chiave del turismo interno nella tenuta del settore.
Rilevante anche l’impatto sull’occupazione. Le industrie turistiche, secondo le stime Istat, hanno assorbito oltre 4,3 milioni di posizioni lavorative, pari al 14,4% del totale dell’economia. La gran parte degli addetti si concentra nei comparti dell’alloggio, della ristorazione e del commercio, mentre i redditi da lavoro dipendente generati dal settore ammontano a circa 76 miliardi di euro, il 9,3% del totale nazionale.
Si evidenziano anche criticità strutturali. L’Istat segnala come la produttività media del lavoro nelle industrie turistiche sia inferiore di circa il 30% rispetto alla media del Paese, mentre il reddito pro-capite risulta più basso del 35%. Un divario legato alla forte intensità di lavoro, alla stagionalità dei flussi e alla diffusione di contratti flessibili, che continuano a caratterizzare il comparto.
Sul fronte dei flussi, nel 2023 l’Italia ha registrato circa 777 milioni tra pernottamenti ed escursionisti, un dato in progressiva ripresa dopo la pandemia ma ancora inferiore ai livelli record del 2019. Positivo, invece, il saldo della bilancia turistica, con le entrate generate dalla spesa dei visitatori stranieri, pari a 76,1 miliardi di euro, che hanno superato le uscite per i viaggi degli italiani all’estero, ferme a 49,4 miliardi, determinando un avanzo di 26,6 miliardi.
Nel confronto internazionale, l’Istat sottolinea come la Spagna presenti flussi turistici nettamente superiori e una bilancia turistica più robusta, con un contributo del turismo al Pil pari al 12,3%. L’Italia, pur con consumi turistici complessivi simili, risente maggiormente della spesa outbound dei residenti.