Politica
Osservatorio politico - La risacca della rielezione di Trump investe anche l'Italia
Redazione
Magari, nel tempo, quello che ci divide dall'oggi alla fine dell'umanità, qualcuno potrà spiegarci cosa mai, all'Italia, interessa di elezioni lontane, e quindi perché mai, ad esempio, se in Bhutan il partito progressista vince su quello conservatore, dalle nostre parti c'è chi brinda e chi inghiotte bile.
È perché noi siamo fatti così, usando anche quello che non ci dovrebbe importare per farne oggetto di una disputa politica. Non è certamente il caso delle elezioni americane e quindi del ritorno di Trump alla Casa Bianca perché quel che succede dall'altro lato dell'Oceano ci interessa da vicino e molto. Ma, piuttosto che farne oggetto di riflessioni, analisi ed elaborazioni, quanto accaduto negli Stati Uniti alle nostre latitudini è diventato l'occasione per una resa dei conti virtuale, con insulti e sorrisetti, sfottò e anche peggio.
Osservatorio politico - La risacca della rielezione di Trump investe anche l'Italia
Il fatto vero è che forse non ci si rende conto di quanto si rischi di cadere nel ridicolo se la forma per dirsi contento (o dispiaciuto, è solo questione di diversa prospettiva) per l'esito delle presidenziali in America diventa un modo per mettersi in mostra, per cercare di essere il primo della classe dei laudatores, quelli che, quando Roma era veramente Roma, stavano proni davanti al trono del re o ai piedi del catafalco del defunto per cantarne le lodi.
Mantenendo il dovuto rispetto per la forte convinzione che il segretario della Lega ha nel verbo trumpiano, vederlo sprizzare felicità da ogni poro, con tanto di cravatta rosso-repubblicano e con alle spalle i simboli cari al ''Make America Great Again'', è sembrato un tantino, ma veramente un tantino esagerato, manco avesse vinto lui, Salvini, le elezioni per la nomina a imperatore dell'universo.
Allo stesso modo le facce da post tumulazione di un proprio caro che hanno ''indossato'' i sostenitori nostrani di Kamala Harris sono sembrate fuori contesto, una difesa disperata dell'ultima trincea, mettendo da parte la consapevolezza che la vicepresidente ha fatto molti errori nella sua pur breve campagna elettorale, dimostrando - citiamo solo per fare un esempio - di non sapersi mostrare ormai disancorata dalle politiche di Joe Biden.
Che pure, ne siamo sicuri, tra qualche anno sarà citato come uno dei migliori presidenti americani - soprattutto in materia economica, climatico-ambientale e in difesa dei diritti dei più fragili - , ma che non ha saputo affrancarsi dall'immagine del nonno che, ormai stonato, viene messo davanti alla televisione, mentre gli altri fanno festa, nella speranza che non cominci a raccontare della sua giovinezza.
Eppure, mentre gli scioperi paralizzano il trasporto pubblico e la sanità è vicina al collasso, la nostra classe politica si scioglie in elucubrazioni che l'allontanano dalla vita reale, dai disagi, dalla pensione che non basta, dei figli a casa perché non trovano lavoro, e ci fermiamo qui per carità di patria.
Ma, per fortuna di chi ci legge, c'è gente che non si ferma mai, come il coniglietto della pubblicità di una marca di batterie, e pensa sempre a sfornarne una nuova.
Evidentemente sotto l'effetto galvanizzante delle elezioni americane e abbeverandosi alla retorica anti-immigrati clandestini del caro Donald, la Lega ne ha pensata una delle sue, presentando una proposta di legge per fare sì che venga revocata la cittadinanza italiana all'immigrato che delinque macchiandosi di gravi reati. Che, se abbiamo capito bene, dovrebbero essere contro la persone e a sfondo sessuale. E, da quel che si è capito, la proposta - sulla cui costituzionalità si potrebbe aprire un dibattito - rende più ultimative le condizioni per i ricongiungimenti familiari. Cioè, se un immigrato risiede da molto tempo in Italia e chiede di essere raggiunto dalla famiglia, la sua istanza dovrà passare sotto le Forche Caudine di prescrizioni molto più restrittive rispetto a oggi. Che questo possa colpire persone che sono regolarmente in Italia, che hanno un lavoro e che, quindi, possano dimostrare di potere mantenere la loro famiglia pare non interessi alla Lega.