Nelle stesse ore in cui Donald Trump si diceva sicuro di un accordo con la Cina, la sua Amministrazione ha inferto un altro duro colpo a Pechino, Ieri era è stata annunciata l'imposizione di tariffe sulle navi costruite in Cina, dopo che un’indagine del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, condotta dalle Amministrazioni Biden-Trump, ha rilevato che le azioni, politiche e pratiche della Cina, erano ''irragionevoli e ostacolavano o limitavano il commercio statunitense''.
Trasporti, nuovo schiaffo di Trump a Pechino: tariffe sulle navi costruite in Cina
''Navi e trasporti marittimi sono vitali per la sicurezza economica americana e il libero flusso del commercio - ha affermato il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer -. Le azioni dell’amministrazione Trump inizieranno a invertire il predominio cinese, a contrastare le minacce alla catena di approvvigionamento statunitense e a inviare un segnale di domanda per le navi costruite negli Stati Uniti''.
Il Dipartimento per il commercio ha affermato che la Cina ha ottenuto in larga parte il suo predominio attraverso un approccio sempre più aggressivo e specifico nei confronti di questi settori, svantaggiando gravemente le aziende, i lavoratori e l’economia statunitense.
Le tariffe saranno addebitate una volta per viaggio e non per porto, come proposto inizialmente.
La procedura di revisione del regime tariffario era stata avviata sotto l’amministrazione Biden e a gennaio, in un rapporto, si affermava che l'industria cantieristica cinese godeva di un vantaggio ingiusto.
Da qui la decisione di imporre tasse elevate sulle navi di fabbricazione cinese in arrivo nei porti statunitensi. La proposta originale prevedeva una commissione di servizio fino a un milione di dollari da addebitare a ciascun operatore di proprietà cinese (come Cosco). La proposta originale prevedeva anche che per i vettori oceanici non di proprietà cinese con flotte composte da navi di costruzione cinese, la commissione di servizio sarebbe arrivata fino a 1,5 milioni di dollari per ogni porto di scalo statunitense.
Il quadro generale è comunque complesso, come emerso nel corso delle due giornate di udienze che, sul tema, hanno visto la partecipazione di oltre 300 soggetti (tra gruppi commerciali e altre parti interessate), che hanno sottolineato come gli Stati Uniti non sarebbero in grado di vincere una guerra economica che metteva in difficoltà le compagnie di navigazione oceaniche che utilizzano navi di fabbricazione cinese. Presto, le navi di fabbricazione cinese rappresenteranno il 98% delle navi commerciali che solcano gli oceani di tutto il mondo.