Economia
Allarme truffe finanziarie, il 47,8% degli italiani ne è già rimasto coinvolto
Redazione

Quasi un italiano su due è stato avvicinato da una truffa finanziaria. È il dato più allarmante che emerge dall’aggiornamento del VI Rapporto Assogestioni-Censis sull’educazione finanziaria: il 47,8% dei cittadini ha ricevuto proposte di investimento rivelatesi vere e proprie frodi, spesso veicolate da telefonate aggressive o pubblicità sui social. Un vero bombardamento digitale che ha intercettato il 59,5% degli intervistati, esposti a messaggi seducenti di piattaforme di trading che promettono guadagni facili.
Allarme truffe finanziarie, il 47,8% degli italiani ne è già rimasto coinvolto
In questo scenario, la fragilità informativa diventa un fattore di rischio. Nonostante il 55,7% degli italiani si dica interessato a migliorare le proprie competenze economiche, resta un enorme zoccolo duro, il 42,9% ammette di non avere né tempo né motivazione per approfondire temi legati a risparmio e investimenti. È un paradosso tutto italiano, un Paese prudente nella gestione del denaro, ma che rinvia costantemente l’acquisizione degli strumenti minimi per proteggerlo.
La mancanza di tempo, più che l’incapacità, sembra il vero ostacolo. Ne sono coinvolti il 38,6% dei giovani, il 40,4% degli adulti e addirittura il 50,4% degli over 65, mentre tra chi ha un titolo di studio basso la quota sale al 58,7%. In altre parole, le truffe trovano terreno fertile proprio dove scarseggiano risorse informative o abitudini di aggiornamento.
Eppure gli italiani, pur dichiarandosi spesso disinteressati, mostrano una sorprendente lucidità quando si trovano davanti a proposte sospette. Oltre l’80%, indifferentemente dal livello di interesse verso l’educazione finanziaria, si dichiara cauto di fronte a conti deposito con tassi troppo alti, investimenti concentrati su un unico prodotto o criptovalute promosse con toni miracolistici. La diffidenza c’è, ma non basta a schermare dal rischio più insidioso, la mancata capacità di riconoscere per tempo le operazioni fraudolente.
Non sorprende quindi che una larga maggioranza scelga di non agire da sola. Il 60,6% dei disinteressati e il 62,6% degli interessati preferisce affidarsi a un esperto per gestire i propri investimenti. E il dato forse più significativo è che il 31,9% degli italiani sarebbe disposto a utilizzare piattaforme di trading online solo se affiancato da un consulente. Un segnale che la tecnologia non sostituisce, ma anzi accresce il bisogno di una guida professionale.
Anche tra chi già investe, la presenza di un intermediario rimane un riferimento essenziale. Il 48,4% dei disinteressati si affida stabilmente a un consulente, e tra gli interessati alla formazione la quota sale al 52,4%. L’online può semplificare, riconosce oltre la metà degli intervistati, ma non può rimpiazzare l’esperienza di chi conosce i mercati e sa distinguere opportunità reali da specchietti per le allodole.
Il rapporto parla di una “cultura pragmatica”, in cui gli italiani apprezzano l’innovazione ma ne riconoscono i rischi. Più del 90% ritiene necessarie regole e tutele per evitare manipolazioni, abusi e fake news, e accetta la tecnologia solo se capace di migliorare davvero la vita delle persone.
Come sottolinea il Direttore Generale di Assogestioni, Fabio Galli (in foto), la risposta non può che essere un’alleanza tra competenza professionale ed educazione diffusa. Da un lato, la vigilanza e la gestione autorizzata restano il primo presidio a tutela del risparmio. Dall’altro, l’educazione finanziaria aiuta a riconoscere il valore della trasparenza, distinguere tra chi offre servizi seri e chi costruisce trappole.
Perché dietro quel 47,8% di italiani finiti in tentativi di frode non c’è solo una debolezza individuale, c’è un Paese esposto, che cerca soluzioni semplici, che teme di non avere tempo per capire ma che, allo stesso tempo, dimostra di sapere quanto il risparmio vada protetto. Un Paese che ha bisogno non di allarmi, ma di strumenti. E di una rete professionale capace di accompagnarlo in un mondo finanziario sempre più complesso.