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Dribbling e Castigo

Redazione
 
Dribbling e Castigo

Ci sono personaggi, indifferentemente dello sport, della politica, dello spettacolo che, non si sa per quale motivo, devono incarnare quei valori di purezza adamantina che in realtà esistono soltanto nell’immaginario collettivo. Vai avanti tu che mi viene da ridere, in pratica. Ed è quello accaduto con Francesco Totti, simbolo della Roma, campione indiscusso di calcio.

Mentre la gente è costretta ad andare su Only Fans per poter sopravvivere (e i vari Soloni tuonano, però si potrebbe andare a lavar le scale) Totti, invitato in Russia come ospite d'onore per lo speciale del Premio RB 2025, considerato fra i più importanti nel campo dello sport e delle scommesse, no, non doveva farlo. Doveva rifiutare, ergersi a paladino dei diritti di chiunque: ucraini, russi, donne, uomini, cani, gatti, qualsiasi argomento era lecito purché voltasse le spalle a un compenso a sei zeri dimostrando così di essere duro e puro, impermeabile a ogni necessità. I soldi dei divorzi e di un certo tenore di vita glieli avrebbero garantiti i paraocchi ideologici e l’amore della gente, che è quasi come il “ti pago in visibilità ed esperienza”.

Come se l’agire di ognuno non fosse determinato, in larghissima parte, dal denaro. Come se interessasse a nessuno. O forse, siccome è al centro del pensiero e delle azioni di buona parte dell’umanità, il capitano in quanto tale doveva dimostrarsi superiore. E poi magari stampare banconote a casa sua. Poco importa che a rimpinguare le casse in Russia siano andati tutti quelli che potevano farlo: dai Ricchi e Poveri a Pupo, da Albano a Ornella Muti, che è anche di ascendenze russe, fino a Depardieu che in Russia ha preso la cittadinanza, se il motivo non fosse sufficientemente chiaro. Al di là poi del compenso economico si rimprovera a Totti di aver partecipato a un evento per promuovere il gioco. Perché Abatantuono e Luca Toni possono farlo, avvertendo di “usare il melone”. Ma Totti no. Deve essere il più virtuoso di tutti, non approfittare delle occasioni che gli si offrono e dato che ha appeso le scarpette al chiodo da un bel pezzo, campare con ciò che il pubblico ritiene sufficiente per lui.

Bene dunque ha fatto Francesco Totti a fregarsene e partire: non soltanto per un impegno già preso ma perché, al di là delle chiacchiere, una delle grandi verità enunciate da Albert Cohen resta sempre immutabile nel tempo: le persone sono così orribili con chi non ha denaro. Se da una parte lo invocano di non guadagnare oltre, poi si prostrano davanti agli ormai famosi Rolex, alle borse griffate bullonate in soffitta, alle vacanze alle Maldive, alla casa di rappresentanza con millemila campi da tennis. È il meccanismo che tiene in piedi i social, sono le vite degli altri in pasto quello che si vuole, e più sono scintillanti e più le vogliamo, tanto che Marina Ripa di Meana disse, per rovinare la reputazione di qualcuno, la prima cosa da chiarire è che “non c’ha una lira”.

Ma il viaggio dell'ex capitano giallorosso era diventato perfino un caso politico e Totti ha fatto la sua scelta badando saggiamente ai propri interessi e più di ogni altra cosa a non farsi influenzare da nessuno, rispondendo: "È un viaggio di lavoro. Ma io non sono un politico né un diplomatico. Da uomo di sport ne promuovo i valori in giro per il mondo. L'ho sempre fatto: prima come calciatore e adesso in una nuova veste. Da anni vado in tutti i Paesi in cui mi invitano a parlare di sport e non avrei problemi ad andare a Kiev, per le stesse finalità".

Impeccabile: alla faccia di chi, investendosi di un potere troppo grande per un contemporaneo, gli chiedeva di 'restare dalla parte giusta della storia', come se non si sapesse quante parti giuste della storia hanno prodotto catastrofi e disastri. Siamo prossimi a una pace fra Russia e Ucraina: essere ostili a un popolo con cui il nostro maggior alleato sta stringendo un nuovo accordo di convivenza è decisamente sciocco. Se davvero si vuole essere dalla parte della Storia, si smetta innanzitutto di sostenere idiozie. In quanto a chi ha insultato Totti, cercando di tirarlo per la giacchetta, dimostra oltre a tutto il resto di aver capito poco della realtà che ci circonda.

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