Politica

La Lega fa i conti con l'ennesimo schiaffo elettorale

Diego Minuti
 
La Lega fa i conti con l'ennesimo schiaffo elettorale

Se l'Apollo 13 aveva un problema e lo comunicava a Houston, la Lega ne ha un altro altrettanto grave, ma non ha nessuno con cui discuterne, se non al suo interno dove però gli spazi di confronto sembrano essere esigui.
Matteo Salvini, per le elezioni regionali in Toscana, dalle quali la Lega è uscita pesantemente ridimensionata, aveva puntato molto (e forse, col senno di poi, anche troppo) su Roberto Vannacci, sperando che, lui, da toscano di adozione, avrebbe calamitato molti voti, o almeno quelli giusti per frenare la deriva delle ultime consultazioni locali dove, ad eccezione di qualche sporadico exploit (come a Reggio Calabria), il partito ha perso gran parte dei consensi e, quindi, dei suoi rappresentanti nelle assemblee elettive.

La Lega fa i conti con l'ennesimo schiaffo elettorale

Una condizione che, peraltro, è resa ancora più imbarazzante dal fatto che ormai Forza Italia si è attestata saldamente nel ruolo di secondo partito della coalizione. Una condizione che peserà molto quando il centro-destra dovrà prendere decisioni ben più importanti che non la nomina di questo o quel candidato in elezioni locali.

La scommessa su Vannacci è stata nettamente perdente, perché la Lega - dove il generale aveva fatto una campagna, forse confidando troppo sul personale potere di attrazione - ha racimolato appena il 4,4 per cento dei voti, una percentuale da partitino e non certo da uno dei pesi massimi della coalizione di governo, che significa un grande potere contrattuale nel rapporto con gli elettori.

Il 4,4% rispetto al quasi 22% della precedente consultazione, al netto del traino costituito dall'avere proposto nel 2020 la candidata del centro-destra, Susanna Ceccardi, oggi europarlamentare.
Susanna Ceccardi è stata una di quei maggiorenti della Lega che hanno mal sopportato la scelta di Salvini di puntare su Vannacci, accreditandolo evidentemente di un peso di consensi, e quindi voti, che il generale ha mostrato di non avere.

Una scelta, forse un azzardo che non ha pagato, rendendo quindi scontata la domanda su quali possono essere le prossime mosse del segretario, che certo non si può rimangiare la fiducia accordata a Vannacci, ma allo stesso tempo non può certo arrischiarsi di ricreare nelle Regioni in cui presto si voterà lo stesso clima di tensione della Toscana.

Vannacci lo si deve prendere per quello che è, anche quando usa una comunicazione aggressiva, spesso al limite del politicamente corretto e del buongusto, che confida in una vena umoristica che in pochi gli riconoscono, ma che lo spinge ad usare argomenti e metafore insostenibili e che gli hanno procurato la netta presa di distanze dallo stesso candidato Presidente, Alessandro Tomasi, esponenti di Fratelli d'Italia.

Il voto imminente - alla fine di novembre - in Veneto, Campania e Puglia potrebbe costituire per Salvini una prova dura, perché, se nelle due regioni meridionali il gioco delle candidature alla presidenza non lo riguarda direttamente, in terra veneta la partita è delicatissima, dopo la partita di giro che lo ha portato a ''cedere'' la Lombardia, dove si vota tra tre anni, in cambio della ''nomination'' del suo fedelissimo Alberto Stefani,

Una indicazione netta, mentre davanti a Luca Zaia, il vero uomo forte del partito, dopo un lunghissimo ''regno'', sono state disseminate mille difficoltà, alcune delle quali sembrano ad personam, quasi a volergli impedire di lanciare la sua lunga ombra sulla prossima presidenza.

Dare spazio a Vannacci anche in Veneto potrebbe allargare la faglia che si è creata e che si sta allargando tra il partito veneto e quello nazionale, con il primo che, molto legato alle radici territoriali, quelle che Salvini ha sacrificato alla sua visione di partito nazionale, poco potrebbe sopportare l'irruenza del generale che, forte della sua carica di vicesegretario, potrebbe volere replicare lo schema della Toscana, imponendo suoi uomini nel listino, per garantirsi una presenza nel futuro consiglio regionale.

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