La fragile tregua a Gaza continua a reggere nonostante le crescenti tensioni legate alla restituzione degli ostaggi. Ieri Trump ha dichiarato alla CNN che potrebbe autorizzare il primo ministro israeliano Netanyahu a riprendere l'azione militare se Hamas non rispetterà i termini dell'accordo di cessate il fuoco. "Le forze israeliane potrebbero tornare in piazza non appena lo dirò io", ha avvertito il presidente americano, aggiungendo che "quello che sta succedendo con Hamas verrà chiarito rapidamente". La questione centrale riguarda la consegna degli ostaggi, sia vivi che morti, come previsto dall'accordo.
Gaza, Trump: “Forze israeliane potrebbero tornare in piazza non appena lo dirò io”
Secondo il piano di pace in 20 punti elaborato da Trump, entro 72 ore dall'accettazione pubblica tutti gli ostaggi avrebbero dovuto essere restituiti. Ieri mattina, tutti i 20 ostaggi israeliani vivi erano stati effettivamente riconsegnati a Israele. Tuttavia, per quanto riguarda i corpi, Hamas aveva consegnato otto salme, di cui quattro solo martedì sera, e l'esercito israeliano ha confermato che uno di questi non appartiene a un ostaggio israeliano. Una fonte vicina alla vicenda ha riferito alla CNN che altri quattro o cinque corpi dovrebbero essere restituiti nelle prossime ore.
Questa situazione ha scatenato la rabbia israeliana, tanto che le autorità hanno comunicato alle Nazioni Unite l'intenzione di ridurre o ritardare le spedizioni di aiuti umanitari a Gaza proprio a causa dell'esiguo numero di corpi consegnati. Nonostante ciò, due alti consiglieri statunitensi hanno chiarito che Washington non ritiene che Hamas stia violando i propri impegni. Gli Stati Uniti avrebbero ricevuto assicurazioni dal gruppo, tramite mediatori terzi, che faranno tutto il possibile per localizzare e restituire i corpi rimanenti, molti dei quali potrebbero essere sepolti sotto le macerie lasciate da due anni di guerra.
Il quotidiano israeliano Haaretz ha confermato la restituzione dei corpi degli ostaggi Inbar Haiman e Muhammad al-Atrash, mentre i consiglieri americani hanno promesso che "non ce ne andremo finché tutti non saranno tornati a casa". Hanno però avvertito che localizzare altri 19 corpi sarà estremamente difficile tra macerie e ordigni inesplosi, tanto che Washington sta preparando un programma di denaro in cambio di informazioni per facilitare le ricerche. Sul fronte interno a Gaza, nei giorni successivi al rilascio degli ostaggi sono scoppiati violenti scontri tra Hamas e gruppi rivali, culminati in quello che sembrerebbe essere un'esecuzione pubblica.
Trump ha commentato che Hamas sta "entrando e sta sgomberando le bande, le bande violente", aggiungendo di stare conducendo ricerche per verificare se si tratti effettivamente di esecuzioni di palestinesi innocenti o di azioni contro bande criminali. Il presidente americano ha precedentemente avvertito che Hamas deve disarmarsi o "li disarmeremo noi". Il suo piano in 20 punti prevede che Hamas accetti di non avere alcun ruolo nella governance di Gaza, che dovrà essere smilitarizzata e sottoposta a monitoraggio indipendente.
Ai membri di Hamas che si impegnano a una coesistenza pacifica e a smantellare le armi verrà concessa l'amnistia, mentre a chi desidera lasciare Gaza sarà garantito un passaggio sicuro verso paesi di accoglienza. Interrogato dalla CNN su cosa succederebbe se Hamas si rifiutasse di disarmarsi, Trump ha risposto senza esitazioni: "Israele tornerà in quelle strade non appena lo dirò. Se Israele potesse entrare e farli fuori, lo farebbe. Ho dovuto trattenerli. Ne ho parlato con Bibi".
Nel frattempo, la situazione umanitaria rimane drammatica. Al Jazeera riporta che i palestinesi dovrebbero ricevere 600 camion di aiuti al giorno, ma ne arrivano meno di 300. A entrare sono soprattutto camion commerciali con beni destinati alla vendita al mercato, ma i residenti di Gaza non hanno denaro per acquistarli poiché le banche non hanno ancora riaperto. I bambini mancano di vestiti, scarpe, kit igienici e forniture mediche, e nessuna distribuzione viene effettuata sul campo finché non ci saranno scorte sufficienti nei magazzini. La popolazione vive nella paura costante che il cessate il fuoco possa collassare da un momento all'altro, anche perché un'agenzia delle Nazioni Unite ha accusato le forze israeliane di continuare a "uccidere civili" nelle zone in cui l'esercito si è ridistribuito secondo i termini della tregua.
Per quanto riguarda il futuro di Gaza, riferisce ancora Al Jazeera, i consiglieri statunitensi hanno delineato una visione chiara. "La seconda fase richiede un'amministrazione palestinese tecnocratica e non politica", hanno dichiarato, sottolineando che l'obiettivo non è rimanere impantanati in vecchi dibattiti su statualità e sovranità, ma rendere il territorio funzionale. Secondo un consigliere, l'amministrazione Trump ha già ricevuto manifestazioni di interesse da palestinesi "di grande successo" della diaspora, che precedentemente non volevano vivere in Cisgiordania, descritta come "vivere sotto la mafia" sotto il governo dell'Autorità Nazionale Palestinese, né a Gaza controllata da Hamas. "Questa è la prima volta che credono che possa emergere un'alternativa che non sia né l'Autorità Nazionale Palestinese né Hamas", ha affermato il consigliere.
Sul fronte ucraino, l'amministrazione Trump sta intensificando gli sforzi per isolare economicamente Mosca e rafforzare Kiev. Ieri il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha lanciato un chiaro avvertimento al Cremlino durante una riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina presso la sede della NATO: se la guerra non dovesse finire, gli alleati degli Stati Uniti e della NATO "imporranno alla Russia dei costi per la sua continua aggressione". Hegseth ha precisato che "la potenza di fuoco è ciò che arriverà" all'Ucraina attraverso l'acquisto di armi statunitensi da parte delle nazioni europee, anche se resta ancora incerto se questo pacchetto includerà i missili Tomahawk di fabbricazione americana.
Il Segretario alla Difesa ha esortato i paesi alleati ad aumentare gli investimenti nell'ambito della nuova iniziativa Prioritized Ukraine Requirements List, il programma PURL che ha previsto finora la promessa di 2 miliardi di dollari per l'equipaggiamento militare ucraino, una cifra inferiore ai 3,5 miliardi che il presidente Volodymyr Zelensky sperava di ricevere entro ottobre. "Trasformate le parole in azioni, sotto forma di investimenti PURL. Tutti i paesi attorno a questo tavolo, nessun free rider", ha dichiarato Hegseth secondo quanto riportato dalla CNN. Il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha confermato che più della metà degli stati membri, quindi oltre 16 o 17 alleati, si è impegnata a sostenere il programma PURL, aggiungendo che gli "impegni" assunti dalle nazioni europee si trasformeranno presto in "capacità" concrete per l'Ucraina.
Il ministro della Difesa svedese Pal Jonson ha dichiarato a Isa Soares della CNN che ora c'è "molto più allineamento" tra la posizione degli Stati Uniti e quella dell'Europa, sottolineando che "Putin non sembra realmente interessato a negoziare e certamente non negozierà a meno che non venga sottoposto a maggiori pressioni". Jonson ha ribadito che "la strada per la pace in Ucraina passa attraverso l'imposizione di maggiori sanzioni all'economia russa e la fornitura di più armi agli ucraini".
Il ministro della Difesa ucraino Denys Shmyhal ha espresso gratitudine per i nuovi contributi, affermando che "abbiamo bisogno di un'azione decisa per aumentare la pressione sulla Russia e costringerla a porre fine alla guerra". Parallelamente all'impegno militare, l'amministrazione Trump sta cercando di tagliare i finanziamenti energetici a Mosca. La BBC riporta che il presidente ha dichiarato che il primo ministro indiano Narendra Modi ha accettato di smettere di acquistare petrolio russo "entro un breve periodo di tempo", definendolo "un grande stop". Trump ha ricevuto queste rassicurazioni nonostante Delhi abbia finora opposto resistenza alla pressione americana in quello che il presidente considera parte della sua guerra commerciale.
L'amministrazione ha imposto dazi del 50% sulle merci provenienti dall'India, entrati in vigore ad agosto e tra i più alti al mondo, includendo una penale del 25% per le transazioni con la Russia. Un portavoce del governo indiano ha risposto alle dichiarazioni di Trump affermando che sono in corso discussioni con l'amministrazione statunitense e che la priorità costante di Delhi è "tutelare gli interessi del consumatore indiano in uno scenario energetico volatile".
Sul fronte interno, il presidente Usa, in un'escalation significativa della politica americana verso il Venezuela, ha confermato di aver autorizzato la CIA a condurre operazioni segrete nel paese sudamericano. La notizia, riportata inizialmente dal New York Times e confermata da CBS e da tutti i principali media internazionali, segna un punto di svolta nelle relazioni tra Washington e Caracas. Interrogato dal corrispondente senior della Casa Bianca della CBS News, Ed O'Keefe, sulle ragioni di questa decisione, Trump ha fornito due motivazioni principali.
In primo luogo, ha affermato che il Venezuela avrebbe "svuotato le sue prigioni negli Stati Uniti d'America" permettendo a "migliaia e migliaia di prigionieri" e "persone provenienti da istituti psichiatrici e manicomi" di entrare negli Stati Uniti, una dichiarazione che il presidente ha spesso ripetuto senza citare prove concrete. In secondo luogo, Trump ha citato "la droga proveniente dal Venezuela", spiegando che "molta della droga venezuelana arriva dal mare", in quello che sembrava un riferimento agli attacchi aerei militari della sua amministrazione contro presunti trafficanti di droga nelle acque al largo delle coste venezuelane. "Ma li fermeremo anche via terra", ha aggiunto il presidente. Il governo venezuelano ha reagito condannando i commenti "guerrafondai e stravaganti" di Trump e accusando gli Stati Uniti di voler ottenere un "cambio di regime" in Venezuela.
Intanto in Francia oggi il secondo governo Lecornu deve affrontare due mozioni di censura, una presentata da La France Insoumise e l'altra dal Rassemblement National. Come riportano Le Monde e Les Echos, il Partito Socialista ha deciso di non votarle dopo aver ottenuto martedì soddisfazione su diverse richieste chiave, tra cui la sospensione della riforma delle pensioni. Tuttavia, il voto si preannuncia serrato e aleggia la suspense sulle intenzioni di alcuni deputati socialisti. Resta però irrisolta la questione dell'attuazione pratica della sospensione della riforma pensionistica. Il Primo Ministro Sébastien Lecornu ha annunciato che la misura sarebbe stata inclusa nel bilancio della Previdenza Sociale, il che costringerebbe i socialisti a votare un disegno di legge contenente misure criticate dalla sinistra.
Il presidente dell'UDR ha fatto appello ai deputati di Les Républicains su BFMTV: "Devono ascoltare la loro coscienza e non lasciarsi guidare dalla paura. Sanno cosa vogliono i loro elettori". Eric Ciotti, che ha presentato la mozione di censura insieme al RN, ha annunciato che voterà anche quella presentata da LFI "perché ciò che conta è il risultato". Criticando duramente Laurent Wauquiez, che secondo lui "non ha dimostrato di essere uno statista" e le cui "convinzioni variano in base ai suoi interessi e non a quelli della Francia", Ciotti si è invece rivolto a Bruno Retailleau per un'unione della destra. La segretaria generale della CGT, Sophie Binet, ha dichiarato a France 2 che il sindacato si mobiliterà a partire dal 6 novembre con i pensionati.
"Questo governo è più fragile che mai, quindi dobbiamo mantenere il controllo", ha spiegato, esortando i dipendenti a reagire per evitare "battute d'arresto significative per il mondo del lavoro". Per Binet, la sospensione della riforma delle pensioni è un primo passo, ma "i numeri non ci sono" perché "si tratta di un ritardo nell'attuazione della riforma; il limite di età di 64 anni rimarrebbe nella legge". Anche all'interno della destra le posizioni sono divergenti. Il sindaco di Meaux, appartenente al partito Les Républicains, ha dichiarato a France Inter che "è impossibile che questo governo non venga censurato", aggiungendo di non vedere "come noi, a destra, possiamo adottare un progetto che rappresenti una tale rinuncia a tutte le nostre convinzioni".
Sul fronte economico, Reuters riporta che oggi le azioni sono salite in gran parte dell'Asia, con il settore dei chip in rialzo dopo il forte rally registrato durante la notte tra i concorrenti statunitensi. Un inizio robusto della stagione degli utili di Wall Street ha ulteriormente risollevato l'umore degli investitori. L'oro continua a estendere il suo massimo storico a causa dell'angoscia commerciale che pervade i mercati globali. Il petrolio è salito dell'1% dopo che Trump ha dichiarato che l'India ha promesso di smettere di acquistare dalla Russia, un annuncio che ha avuto immediate ripercussioni sui prezzi dell'energia. Nel fronte corporate, Bloomberg riporta che Nestlé taglierà 16.000 posti di lavoro mentre il nuovo amministratore delegato accelera il piano di ripresa dell'azienda svizzera, segnalando le difficoltà che anche i giganti del settore alimentare stanno affrontando in un contesto economico globale incerto.