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Per Time, Trump è la Persona dell'anno. Nonostante tutto...

Redazione
 
Di Donald Trump si può dire tutto e l'esatto contrario. Ma anche i suoi più convinti detrattori non possono negare che, in questo strambo e drammatico 2024, lui abbia conquistato il proscenio globale, tornando in vetta alla piramide politica e di potere degli Stati Uniti.
Tanto da essere celebrato da Time come ''La persona dell'anno'', titolo inflazionato sin che si vuole, ma che per lui rappresenta una vittoria poiché nessuno, dopo la sconfitta alle elezioni presidenziali dell'autunno del 2020 e, soprattutto, dopo la scomposta reazione che ne è seguita, lo accreditava della capacità di risalire la china.

Ma quello americano è un popolo strano, almeno secondo i parametri europei, capace di inchiodarti alla croce se dici una menzogna, ma anche di perdonarti e dimenticare tutto, anche se sei uno spregiudicato manipolatore della verità, dai vizi privati che spesso soperchiano le pubbliche virtù, vendicativo e parecchie altre cose.
Eppure oggi, con le sue giornate ormai dedicate alla seconda tornata del suo ''regno repubblicano'', tutti devono riconoscergli d'essere un personaggio capitalizzante, nel bene e nel male.
''Oggi stiamo assistendo alla sua apoteosi. Sulla soglia della sua seconda presidenza, tutti noi, dai suoi sostenitori più fanatici ai suoi critici più ferventi, stiamo vivendo nell'era di Trump'', spiega Time, sottolineando, implicitamente, che la scelta come persona dell'Anno è stata fatta guardando oggettivamente a quanto accaduto, senza dare molti giudizi sul Trump persona e aspettando quel che farà da presidente.

E il secondo passaggio alla Casa Bianca potrebbe essere ancora più impattante del primo, per un semplicissimo motivo: i meccanismi della politica americana, più ancora dell'età avanzata, certificano che il candidato repubblicano nel 2028 sarà un altro.
Per questo, condizionato dal suo ego, Trump vuole, nella sua seconda presidenza, plasmare il Paese a sua immagine e somiglianza, ripulendolo dalle ''scorie'' democratiche per consegnarlo ad un futuro disegnato sulla sua idea, spesso in bilico tra populismo, opportunismo, spregiudicatezza, ma anche senso della realtà, puntando i problemi e cercando di risolverli, magari anche con atti di forza.
Per questo, anche per essere quanto più rispettoso delle promesse fatte agli Stati Uniti e al resto del mondo, c'è da stare sicuri che, già nei primi giorni della sua presidenza, spedirà i suoi emissari per cercare di mettere a posto i cocci della pace in Medio Oriente e in Ucraina e rivendicare per sé stesso quel ruolo di uomo della Provvidenza, a cui tiene molto.

Che poi ci riesca o meno è un discorso che non lo sfiora.
Forte del consenso popolare, anche se in un'America spaccata e confusa, Donald Trump s sente giustamente un vincitore e questa condizione lo autorizza, per come ha fatto, a stracciare le regole precedenti, e a continuare a cavalcare i suoi temi preferiti.
''Persona dell'anno'', quindi, un titolo meritato, anche se sul domani degli Stati Uniti - e del mondo - restano dei dubbi, perché le prime mosse, i primi annunci, conditi da promesse e minacce, ci raccontano di un Trump che vuole che il suo modello presidenziale gli sopravviva, anche quando la carta di identità cancellerà l'immagine di oggi, di un uomo di 78 anni che mostra la sua età, pur se alleviata da cerone e tinture che ne hanno fatto un'icona di stile, ma all'incontrario.

Che abbia vinto è un fatto oggettivo, meritando giudizi positivi anche da chi, osservatore esterno, non gli ha mai perdonato nulla. Ora però, a meno di imporsi una continenza decisionale che non sembra però appartenergli, dovrebbe guardare all'immediato futuro come qualcosa da costruire e non come la base per le sue tante vendette personali nei confronti di chi ha cercato di sbarrargli la strada, lo ha inquisito, lo ha accusato.
Le teste cominciano a cadere e rotolano nella polvere, potrebbe dire il poeta. Più semplicemente, i suoi avversari cominciano ad andarsene prima di essere costretti a farlo, con lo spauracchio di vedere l'Fbi bussare alla porta.
''Persona dell'anno'', ma anche amico e parente dell'anno, come certificano le nomine che sta facendo, favorendo consuoceri, amici, compagni delle partite a golf, finanziatori, ex fidanzate e altro.
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