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Telemarketing selvaggio: 3.500 segnalazioni in 6 mesi

Redazione
 

Le truffe telefoniche legate al telemarketing selvaggio sono in costante aumento, con tecniche sempre più sofisticate che sfruttano nuove tecnologie per ingannare i consumatori. Negli ultimi sei mesi, il portale antitruffa gestito dall’Associazione dei Reseller e Trader dell’Energia (Arte) ha ricevuto ben 3.500 segnalazioni, un numero che evidenzia l’inarrestabile diffusione del fenomeno. Dietro queste pratiche, si nasconde una macchina ben organizzata fatta di operatori illegali e call center abusivi, che sfruttano vulnerabilità nei sistemi di sicurezza e lacune normative per trarre vantaggio economico. Le modalità di truffa si evolvono di pari passo con le tecnologie. Una delle più diffuse è il cli-spoofing, una tecnica che permette di camuffare il numero di telefono reale, facendolo apparire come quello di un’azienda affidabile o di un ente governativo. Questo stratagemma rende difficoltosa l’identificazione dei responsabili da parte del Garante della Privacy e delle autorità. Un’altra tecnica è lo stuffing, ovvero il furto di dati personali – spesso raccolti online – utilizzati per contattare i consumatori con offerte fraudolente. Secondo Arte, queste tecniche sofisticate rendono sempre più difficile per gli utenti riconoscere le truffe, soprattutto quando riguardano contratti di fornitura di gas e luce. Le telefonate moleste non solo invadono la privacy, ma mettono i cittadini in situazioni di vulnerabilità, sfruttando la complessità delle offerte energetiche e la scarsa conoscenza delle normative.

L’associazione dei trader energetici ha identificato tre principali tipologie di telemarketing illecito. Violazione dei dati personali: i truffatori accedono ai dati privati degli utenti per contattarli in modo mirato. Truffa sull’offerta commerciale: vengono proposte offerte inesistenti o ingannevoli per far firmare nuovi contratti. Sostituzione di persona: i truffatori si spacciano per rappresentanti di enti affidabili, come l’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) o associazioni dei consumatori, per conquistare la fiducia delle vittime. Tra i raggiri più comuni vi sono le chiamate che segnalano falsi guasti a centraline o tubature del gas, spingendo gli utenti a cambiare contratto con la minaccia di interruzioni di servizio. Altri si presentano come “uffici gestione pratiche” per comunicare errori inesistenti nelle bollette o nei dati anagrafici, inducendo a firmare nuovi accordi. Molte chiamate millantano persino di provenire da fantomatici enti nazionali, come l’"Ente Nazionale Mercato Libero", per aumentare la credibilità.

Il Registro delle Opposizioni, introdotto nel 2022 per arginare le chiamate indesiderate, ha finora avuto un impatto limitato. Con oltre 30 milioni di numeri iscritti e 5 miliardi di contatti verificati, la piattaforma si è rivelata inefficace contro le chiamate illecite. Come spiegato dal ministro Adolfo Urso, il Registro non riesce a fermare i truffatori che raccolgono dati in modo illegale, ad esempio accedendo ai database di grandi aziende. Inoltre, la protezione offerta dal Registro si limita ai consensi dati prima dell’iscrizione e non copre quelli successivi, richiedendo aggiornamenti mensili per garantire una protezione costante.

Il governo italiano sta lavorando a un disegno di legge che prevede misure più incisive per contrastare il telemarketing selvaggio. Tra le proposte in esame. Raddoppiare le sanzioni milionarie, ampliando i poteri dell’Antitrust oltre quelli già in capo al Garante della Privacy. Obbligare le imprese all’uso di un protocollo informatico, ispirandosi ai modelli adottati in Francia e negli Stati Uniti, per certificare i numeri telefonici e ridurre i raggiri. Adottare strategie di cybersecurity nelle compagnie telefoniche, per impedire ai call center abusivi di accedere ai database. Parallelamente, il Garante della Privacy sta spingendo per un maggiore coinvolgimento dei grandi operatori del settore nell’applicazione di un codice di condotta volontario, già approvato, per garantire maggiore sicurezza e trasparenza.

Le associazioni dei consumatori, però, ritengono che le misure in discussione non siano sufficienti. Tra le loro proposte: Prefisso unico obbligatorio per tutte le chiamate commerciali, una misura già prevista dal 2018 ma mai attuata, per consentire agli utenti di identificare facilmente le chiamate pubblicitarie. Ritorno al sistema opt-in, che vieta le chiamate commerciali a meno che il consumatore non abbia dato esplicito consenso preventivo. Divieto di stipulare contratti al telefono per i settori di luce e gas, dove il rischio di truffa è particolarmente alto.

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