Economia

Taiwan cerca di essere accettata nel Fondo Monetario Internazionale

Redazione
 
Taiwan cerca di essere accettata nel Fondo Monetario Internazionale
Non è solo un'ambizione di profilo economico-finanziario, ma una esigenza dettata dalla difficile contingenza che sta vivendo, sentendo la sua esistenza, come entità nazionale sovrana, messa in pericolo dalle frequenti minacce che giungono dalla Cina.

Taiwan cerca di essere accettata nel Fondo Monetario Internazionale

Potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura del tentativo di Taiwan di essere ammessa a fare parte del Fondo monetario internazionale, cui potrebbe ragionevolmente ambire dal momento che la sua è un'economia forte, che la pone in una posizione di assoluto rilievo in alcuni specifici settori, come, ad esempio, quello della produzione dei microprocessori.
L'FMI, di cui fanno parte 190 Paesi, offre ai suoi membri delle coperture finanziarie nei momento di difficoltà.

Se questa speranza dovesse concretizzarsi, l'adesione di Taiwan al Fondo, come ha detto l'Ufficio di rappresentanza economica e culturale di Taipei a Washington (di fatto l'ambasciata dell'Isola negli Stati Uniti), contribuirebbe a rafforzare la sua resilienza finanziaria.
In uno sforzo parallelo, Taiwan sta anche cercando di partecipare all'annuale Assemblea mondiale della sanità dell'Organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite e di unirsi all'Interpol, avendo, lungo questo percorso, l'appoggio americano.

Ma, per la Cina, Taiwan è una provincia separatista e minaccia di annetterla con la forza. Oggi l'Isola, nella classificazione dell'FMI, è la "Provincia di Taiwan della Cina".
L'idea di Taiwan di entrare a far parte del FMI è quella di proteggere l'Isola, governata democraticamente, da un attacco finanziario da parte della Cina, determinata a impossessarsi dell'isola, se necessario anche con la forza. Pechino, peraltro, tiene alta la pressione psicologica organizzando ciclicamente importanti manovre militari a poca distanza da Taiwan.

Il timore di analisti e osservatori è che Pechino possa scatenare una guerra economica e informatica per costringere Taiwan alla resa.
Una possibile ipotesi, formulata da un think tank, è che la Cina potrebbe provare a destabilizzare la valuta taiwanese piazzando grosse scommesse contro il mercato azionario di Taiwan e manipolando i mercati dei cambi. L'adesione al FMI darebbe a Taiwan l'accesso a un fondo di emergenza da usare per difendersi.
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