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Lo sciopero generale riapre, con toni aspri, lo scontro tra sindacato e governo

Redazione
 
Come se non bastassero gli scontri, al calor bianco, tra Lega e Forza Italia, che sono in disaccordo praticamente su tutto, pur facendo pubblica professione di "peace and love" (Salvini non finisce mai di sorprendere, anche vestendo gli abiti colorati dei figli dei fiori) , e come se non bastassero le interpretazioni date ad un incontro tra il presidente della Repubblica e quello del Consiglio, che avrebbe dovuto restare segreto, oggi il governo deve confrontarsi, anche cerca di minimizzare quanto accaduto in decine di piazze, con la protesta di Cgil e Uil, che hanno indetto un partecipato, a loro dire, sciopero generale.
La protesta ha dato a Maurizio Landini e Pierpaolo Bombadieri il palco ideale per raccontare un Paese che è diverso da quello descritto dal Governo, di cui i due leader sindacali hanno contestato le grandi linee politiche che, hanno detto, per a gente si stanno confermando punitive.

Le parole di Landini, da Bologna, sono state durissime, facendo apparire il suo appello alla "rivolta sociale" come frasi da chierichetto.
"È una giornata di mobilitazione come non si vedeva da tempo - ha detto - e, per quello che ci riguarda, questo significa non limitarci alla protesta oggi. Oggi inizia un percorso di mobilitazione per rivoltare come un guanto questo Paese".

Toccando uno dei temi storici del sindacato, che acquistano maggiore forza in queste settimane, in cui soffiano forti i venti di licenziamenti di massa e chiusura di stabilimenti, un tempo fiore all'occhiello del sistema produttivo del Paese, Landini ha annunciato che "siamo pronti a mobilitarci per impedire che ci siano licenziamenti e chiusure di fabbriche. Chiediamo che si ripristini il blocco dei licenziamenti come è stato per il periodo del Covid".

"Per quello che ci riguarda - ha aggiunto - proseguiremo nelle prossime settimane chiedendo anche il ritiro del decreto sicurezza e cambiando quelle politiche sbagliate del governo".
"È chiaro - ha detto ancora Landini - che la mobilitazione di oggi mette al centro in realtà la necessità di nuove politiche industriali. Il governo ha tagliato 4 miliardi e 600 milioni che dovevano essere destinati al rilancio e agli investimenti del settore automotive". Un governo che, a detta del segretario della Cgil, "oggi è assente e silente, sta raccontando balle e un Paese che non c'è e le piazze si stanno riempiendo perché la gente non vive da un'altra parte, ognuno guarda la propria condizione e le condizioni stanno peggiorando".
Per Landini "c’è stato un tentativo esplicito di mettere in discussione il diritto allo sciopero. Tra l’altro in parlamento c’è in discussione un decreto sicurezza: chiediamo sia ritirato, perché fa diventare reato i blocchi stradali e le proteste, c’è un tentativo serio di svolta autoritaria che mette in discussione libertà delle persone. Lo sciopero è uno strumento di libertà, non possiamo accettarlo".
A Napoli il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha avuto, nei confronti del governo e delle sue politiche, parole non meno dure di quelle usate da Landini, dicendo che uno dei temi principali dello sciopero sono i salari.

"Siamo in piazza - ha detto - per i salari, la questione economica, le persone normali che vivono di stipendio, che vivono con le pensioni, arrivano con difficoltà alla fine del mese. Questo deve essere un problema centrale nel confronto con il governo". Per Bombardieri il governo dovrebbe avviare una riflessione sulle proprie priorità, vedendo quaranta piazze riempirsi oggi per lo sciopero. Dovrebbe farlo, ha spiegato, "non per rispetto a Landini e Bombardieri, ma per rispetto alle migliaia, alle decine, centinaia di migliaia di persone che oggi sono in piazza e chiedono dei cambiamenti".
Bombardieri ha quindi alzato il tiro affermando che, nella piazza di Napoli, "probabilmente c'è anche gente che ha votato il governo. Dovrebbero fare qualche riflessione in più. Non tutto il governo mi pare abbia fatto le stesse valutazioni. Salvini si è sprecato in insulti. Ci ha detto che siamo estremisti. che siamo ridicoli. Questi insulti forse sono rivolti a queste persone, che riempiono 40 piazze in una protesta pacifica e democratica. Ma il vicepresidente del Consiglio attacca in questo modo un diritto riconosciuto dalla Costituzione".

Passando poi a parlare di quello che ha definito il "dramma sanità", Bombadieri ha detto: "Non ci interessa se sulla sanità si è speso di più, il dramma della sanità è che non riesce a dare servizi. Chi deve andare oggi a fare una visita, non riesce ad avere un appuntamento, non riesce a trovare una soluzione, un milione di persone si sposta dal Sud al Nord per essere curato. Questi sono i temi che abbiamo posto nella giornata di oggi, sono le nostre richieste al governo".
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