Da mesi - i primi contatti risalgono ad ottobre - due dei giganti minerari globali, Rio Tinto e Glencore, discutono della possibilità di unire parte o la totalità delle loro attività. Un confronto che sarebbe stato favorito dall'esigenza delle società minerarie ad assicurarsi i metalli necessari per la transizione energetica.
Se i colloqui dovessero avere un risultato positivo, la transazione sarebbe una delle più grandi del settore minerario, posto che la capitalizzazione di mercato di Rio Tinto e Glencore è, rispettivamente, di 103 e 55 miliardi di dollari.
Miniere: colloqui tra Rio Tinto e Glencore per una fusione da 158 miliardi di dollari
I colloqui tra le due società sono stati avviati in seguito al fallimento dell'offerta da 39 miliardi di sterline presentata da BHP per Anglo American lo scorso anno, che ha spinto i rivali a riesaminare le opzioni strategiche.
La BHP era interessata, tra le altre attività, alle miniere di rame di Anglo perché il metallo viene utilizzato nei progetti di energia rinnovabile e nei veicoli elettrici.
Secondo gli analisti, Glencore possiede quote in due importanti miniere di rame, Collahuasi in Cile e Antamina in Perù, che aumenterebbero la sua produzione di metallo di quasi un milione di tonnellate all'anno e offrirebbero una notevole capacità di espansione.
Glencore, che ha una grande attività di commercio di materie prime e di estrazione mineraria, ha dibattuto sul futuro della sua attività nel settore del carbone.
La società aveva dichiarato che nel 2023 avrebbe scorporato le sue miniere di carbone trasformandole in un'attività quotata in borsa separata, ma l'anno scorso ha cambiato idea e ha deciso di mantenerle.
Gli investitori attivisti, tra cui Blackwattle, hanno sollecitato Rio a spostare la sua quotazione principale a Sydney, dove le sue azioni vengono scambiate con un sovrapprezzo, per semplificare gli accordi basati sulle azioni.
Le azioni di Rio, quotate in Australia, sono scese dell'1,8 per cento nelle prime contrattazioni di venerdì a Sydney, prima di risalire fino a un calo dello 0,5 per cento.
L'anno scorso Rio ha annunciato un accordo da 7 miliardi di dollari per acquisire Arcadium Lithium per aumentare la sua presenza nei metalli utilizzati nelle batterie per veicoli elettrici. Già nel 2014, Rio aveva respinto un'offerta di acquisizione da parte di Glencore.