Economia
Adepp, sistema in ottima salute: vola il patrimonio
Redazione
Nella foto, Alberto Oliveti, Presidente Adepp
Il Report annuale elaborato dal centro studi Adepp evidenzia un sistema in ottima salute, gestito da governance attente e consapevoli delle sfide che sono ancora in atto e dei cambiamenti che richiedono sempre di più una visione politica/economica/sociale lungimirante. Ecco qualche numero: 114 miliardi di Patrimonio, quasi 13 miliardi di entrate contributive, mezzo milione di prestazioni erogate, 212 milioni di euro messi in campo per il welfare integrato.
Il fenomeno dei pensionati attivi è una delle caratteristiche distintive del sistema. In alcune Casse, oltre il 50% dei pensionati continua a lavorare, dimostrando la centralità della "Silver Economy" nel prolungamento della vita lavorativa. Contestualmente, la percentuale di professionisti over 60 è quasi raddoppiata negli ultimi 19 anni, indicando un significativo cambiamento demografico.
Il numero complessivo di liberi professionisti è aumentato del 20,89% dal 2007 al 2023, passando da 1,125 milioni a 1,36 milioni. Tra questi, cresce la presenza femminile, passata dal 30% nel 2007 al 41% nel 2023. Tuttavia, persistono squilibri di genere: mentre le donne rappresentano il 54% degli iscritti sotto i 40 anni, la loro quota scende al 36% nella fascia 50-60 anni, un dato che riflette le persistenti asimmetrie nei ruoli familiari e professionali.
Dal 2005, i redditi reali dei liberi professionisti hanno subito una riduzione dell’8,3%, considerando l’effetto dell’inflazione. Le disparità regionali restano marcate: nel 2023, i redditi medi dei professionisti del Sud sono inferiori del 46% rispetto a quelli del Nord, mentre la differenza tra Centro e Nord è del 19%. Anche le disparità di genere persistono in tutte le macroaree geografiche.
L’analisi per fasce d’età mostra che i giovani sotto i 30 anni percepiscono un reddito medio di 14.622 euro annui, meno di un quarto rispetto ai professionisti tra i 50 e i 60 anni. Questo dato evidenzia le difficoltà iniziali dei giovani nel consolidare la propria posizione professionale.
Tra il 2013 e il 2023, il patrimonio delle Casse previdenziali ha registrato una crescita media annua del 5,7%, passando da 65,6 miliardi a 114,1 miliardi di euro. Questo incremento è stato sostenuto da un saldo previdenziale positivo di 37 miliardi e da rendimenti netti medi annui dell’1,9%.
Gli investimenti mobiliari rappresentano il 29% del patrimonio, seguiti da altri fondi di investimento (23,7%) e titoli di Stato (16,8%). Gli investimenti immobiliari, invece, hanno subito una riduzione del 77%, a favore di una maggiore flessibilità e liquidità. Nel complesso, il 39% degli investimenti è localizzato in Italia, una percentuale che sale al 45% includendo liquidità e polizze assicurative. Gli immobili sono prevalentemente italiani, mentre obbligazioni e fondi mobiliari sono in gran parte collocati all’estero.
Un’indagine condotta su 22.898 liberi professionisti ha evidenziato una consapevolezza diffusa sulle sfide economiche e sociali. Sebbene il 65% degli intervistati dichiari di conoscere i sistemi previdenziali, solo il 35% è informato sugli strumenti di welfare integrato offerti dalle Casse. Tra i giovani, emerge un interesse prioritario per politiche di sostegno alla salute e allo sviluppo professionale.
I giovani professionisti non sembrano temere la sostituzione tecnologica: oltre il 60% dei medici e veterinari intervistati si dice sicuro che il proprio ruolo non sarà minacciato dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, una percentuale significativa si oppone all’apertura delle Casse a lavoratori autonomi non iscritti ad albi professionali, con punte dell’90% tra i notai e dell’80% tra gli psicologi.
La maggior parte dei giovani professionisti desidera costruire una famiglia, ma spesso sceglie di rinviare questa decisione per difficoltà economiche e mancanza di supporto. Nonostante ciò, la libera professione continua a essere una scelta dettata dal desiderio di autonomia e indipendenza, anche se in alcune categorie, come i biologi, appare come una soluzione obbligata. L’aggregazione professionale, pur registrando segnali di crescita in categorie come medici e architetti, rimane limitata. Tuttavia, molti vedono nei modelli aggregativi un potenziale per offrire percorsi specialistici e servizi multidisciplinari, sebbene questa cultura sia ancora poco diffusa. Il sistema previdenziale dei liberi professionisti in Italia si conferma, quindi, solido e dinamico, ma richiede politiche lungimiranti per affrontare le sfide demografiche, economiche e tecnologiche dei prossimi anni.