Anche quest’anno i costi delle polizze per assicurare l’auto sono aumentati: di ben il 6% in media, secondo un’analisi targata Altroconsumo. Si parla di spesa media, perché entrando nel dettaglio dei risultati le cose cambiano di parecchio tra le varie aree del Paese, con spese e aumenti anche più elevati e differenze molto nette tra Nord e Sud. La buona notizia è che - scegliendo la polizza più conveniente - si possono risparmiare somme anche molto elevate. Per capire quanto si può risparmiare con la tariffa più economica sul mercato, Altroconsumo ha fatto alcune simulazioni in sei delle città più popolose dello Stivale: Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Palermo. Per ognuna sono stati analizzati i preventivi di settembre 2024 per un determinato profilo, quello di un automobilista con buona esperienza di guida, senza sinistri recenti, che percorre circa 15mila km l’anno con un’auto di piccola cilindrata. Dall’indagine emerge che Napoli è il capoluogo in cui si spende di più: ben 1.120 euro all’anno in media, ma con la tariffa più economica individuata (di Prima), è anche una delle città in cui avremmo risparmiato di più, ben il 46%, cioè 516 euro.
Il capoluogo più economico della nostra selezione, invece, è Milano: 285 euro all’anno in media per assicurare l’auto, praticamente un quarto di quello che si spende a Napoli; ma anche nel capoluogo lombardo, scegliendo la tariffa più conveniente (sempre con Prima), sarebbe stato possibile risparmiare molto: il 38%, quasi 108 euro. In questa tabella tutti i risultati. Tra gli estremi di Napoli e Milano ci sono Torino e Palermo, dove si spendono circa 600 euro, e Bologna e Roma, dove il costo medio della polizza è di circa 400 euro. In tutte le città, comunque, il risparmio possibile con l’offerta più economica individuata sarebbe stato abbastanza alto, almeno del 24%. La nostra indagine ci dice quindi che vale la pena cercare altre tariffe, prima del rinnovo con la propria compagnia, per capire se ci sono alternative sul mercato che consentono di risparmiare. E confrontare le varie offerte diventa ancora più importante, dati gli aumenti così rilevanti degli ultimi anni.
In termini monetari, il fatto che quest’anno le tariffe siano salite del 6% vuol dire che paghiamo 37 euro in più dell’anno scorso, quando il premio medio era di 619 euro. E pensare che per circa dieci anni, dal 2012 al 2022, i costi assicurativi erano in costante diminuzione, con un crollo tra il 2020 e il 2021 quando, a causa del Covid, si era ridotta di molto la circolazione (a fine 2021 il premio medio era di 451 euro, contro i 656 euro di settembre 2024). Finita l’emergenza sanitaria, nella seconda parte del 2022, i costi delle polizze hanno poi ricominciato a crescere e, da quel momento, non hanno più smesso, con l'eccezionale picco dell’anno scorso del +27%. Per il futuro - con l'inflazione sotto controllo e scongiurando condizioni particolari - possiamo aspettarci un primo periodo di nuovi aumenti (anche se più blandi) seguito da una sostanziale stabilizzazione dei prezzi (o addirittura una discesa, nella migliore delle ipotesi).
Il + 6% rilevato quest’anno è una media degli aumenti che ci sono stati sul territorio italiano: in alcune aree del Paese i prezzi delle Rc auto sono saliti ancora di più. L’Italia è risultata praticamente spaccata in due. È andata peggio agli assicurati del Nord-Ovest, con un rincaro medio di ben il 9%. Nel Nord-Est e al Centro gli aumenti sono rimasti nella media; mentre più fortunati sono stati i cittadini che vivono al Sud e nelle Isole, dove le tariffe sono cresciute in modo più contenuto, rispettivamente del 4% e del 2%. Attenzione però: al Sud e nelle Isole gli aumenti sono stati inferiori, ma questo non vuol dire che si spende meno che al Nord, anzi; si sborsa, rispettivamente, il 52% e il 24% in più delll'area in cui la spesa media è più bassa, cioè il Nord-Est. Se puntiamo la lente sulle singole regioni, quelle in cui le tariffe sono cresciute di più sono comunque tutte del Nord. È il Trentino-Alto Adige la regione in cui i costi delle polizze rc auto sono cresciuti di più, del +9,8%. Subito a seguire Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, con rialzi sempre intorno al 9%. In tutte le regioni del Centro gli aumenti sono nella media e abbastanza simili: si va dal +6% delle Marche al +7% del Lazio. Gli aumenti di prezzo più contenuti li abbiamo rilevati, invece, in regioni del Sud o Isole: Basilicata (+1,7%), Sardegna (+1,3%), Calabria (+0,3%). Infine, in Molise, i costi assicurativi sono addirittura scesi rispetto all’anno scorso (-2,6%).
I principali parametri che incidono sui costi delle assicurazioni sono la frequenza e il costo dei sinistri liquidati: il numero degli incidenti, in realtà, si è ridotto (-1,3% nel 2023 rispetto al 2022), quindi a incidere sugli aumenti è sostanzialmente il secondo aspetto, cioè il fatto che le cifre che vengono rimborsate dalle compagnie sono in salita (2.105 euro in media a sinistro, +4,2%). Questo è dipeso principalmente dall’inflazione, che ha portato un rincaro della manodopera e dei pezzi di ricambio (sempre più costosi anche a causa della crisi geo-politica del Mar Rosso, che ha interrotto rotte commerciali marittime molto importanti per questo settore). Ma, a incidere negativamente sulle entrate delle compagnie e quindi sul costo delle polizze, restano anche due fenomeni illegali: l’evasione assicurativa (secondo l’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici - Ania, le auto non assicurate sono circa tre milioni, il 6% del totale) e le frodi in caso di sinistro (la quantità di incidenti a rischio, secondo i criteri di Ania, è aumentata e ha raggiunto il 26%, il livello massimo dell’ultimo decennio).
Il costo delle assicurazioni è aumentato di più al Nord, ma è nelle regioni e nelle province del Sud che la spesa in euro è più alta. La regione più cara è la Campania, con 1.102 euro di spesa media nell’ultimo anno: si sborsa il 70% in più del premio medio nazionale (che è stato di 643 euro tra ottobre 2023 e settembre 2024) e il 156% in più del Friuli Venezia Giulia, la regione più economica (dove si spendono 431 euro, molto meno della metà). Le tre più care: subito dopo la Campania (1.102 euro), ci sono la Puglia (715 euro, +11% della spesa media) e la Calabria (696 euro, +8%). Le tre meno care: oltre al Friuli Venezia-Giulia (431 euro come anticipato), Trentino-Alto Adige (484 euro) e Valle d’Aosta (497 euro). Il dato è consolidato e si ripete ormai da più anni: Napoli è la più cara non solo come città (nelle comparazioni descritte tra i sei capoluoghi), ma anche come provincia. Il premio medio è di 1.188 euro, il 189% in più di quanto si spende nella provincia meno cara, cioè Pordenone (411 euro la tariffa media). Le cinque più care: dopo Napoli (1.188 euro, appunto), c’è Caserta (con un premio medio di ben 1.057 euro) e altre due province del Sud, Foggia (929 euro) e Crotone (875 euro). Fra queste, c'è un'unica provincia del Centro: Prato (917 euro). Le cinque meno care: oltre alla già citata Pordenone (411 euro), troviamo Udine (422 euro), Verbano-Cusio Ossola (435 euro), Trieste (454 euro) e Biella (456 euro): tutte del Nord e, in particolare, del Friuli Venezia Giulia e del Piemonte.