Economia

La Manovra, con la proroga del Bonus Ipo, tende la mano alle piccole e medie imprese

di Demetrio Rodinò
 
La decisione del Governo, sostenuta dal Ministero dell'Economia e della Finanza, di prorogare il cosiddetto Bonus IPO, ovvero il credito d'imposta per la quotazione di piccole e medie imprese in Borsa, è stato accolto con soddisfazione dal settore, che in passato ha dovuto spesso spendersi per vedere confermata una misura che si può definire di buonsenso, oltre che di lungo respiro.

Il Bonus Ipo, in base a quanto previsto in Manovra, sarà prorogato fino al 2027, con una ''dotazione'' di sei milioni per il prossimo anno e di tre, rispettivamente, per i due successivi.

La misura e, soprattutto, la sua reiterazione negli anni a venire è una novità, dal momento che, dalla sua introduzione, nel 2018, essa veniva adottata anno per anno, non dando, agli operatori di mercato, quelle certezze necessarie. Tanto che, senza avere un arco di tempo definito in più anni.

Si tratta della prima volta dalla sua introduzione nel 2018 che il Bonus IPO viene prorogato per un orizzonte temporale maggiore di un anno, quando in passato gli operatori di mercato si spendevano, con parlamentari e governo, affinché la misura venisse adottata. Ora, con questa programmazione che si estende per i prossimi tre anni, si sottolinea l'importanza di una misura che ha contribuito a favorire le IPO su Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita.

Ma su cosa si basa la misura al punto di farla ritenere necessaria?

Le PMI che decidono di quotarsi in un mercato o nelle negoziazioni in uno Stato dell'Ue o dello Spazio economico europeo hanno nel credito d'imposta un puntello decisivo. Anche perché le imprese che lo richiedono vedono ''coperto'' dal credito d'imposta fino al 50% dei costi di consulenza sostenuti, fino a un massimo di 500.000 euro.

L'importanza della misura è confermata dal fatto che, dalla sua introduzione, nel 2018, e fino al 2021, l'incentivo fiscale sui costi di quotazione ha favorito oltre 90 IPO con un utilizzo complessivo della misura da parte delle PMI di circa 40 milioni di euro. Come sostiene  AssoNEXT (l'Associazione delle società quotate e in via di quotazione sul mercato EGM) nella lettera mandata il mese scorso - al ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e al sottosegretario al MEF Federico Freni - per sollecitare la proroga.

Secondo AssoNEXT - guidata da Giovanni Natali (nella foto), che molto si è speso a sostegno della proroga e che ha accolto con soddisfazione la proroga del Bonus Ipo -, l'importanza delle PMI italiane e la necessità di favorire l'accesso di queste al mercato dei capitali é sicuramente nota. 

Il mercato EGM ha registrato un notevole sviluppo a partire dal 2016, grazie all'effetto combinato del Piani Individuali di Risparmio (PIR) e del Credito di Imposta IPO: +155% in termini di società quotate rispetto al 2016, +229% in termini di capitalizzazione rispetto al 2016. Oggi la capitalizzazione complessiva di EGM è superiore a 9,4 miliardi di euro.
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