La Virginia, si sa, è terra di fondatori. Qui nacquero presidenti come George Washington e Thomas Jefferson, e qui venne approvata la prima Costituzione statale indipendente. Non solo: i suoi campi furono tra i primi a ospitare coltivazioni di tabacco su larga scala, segnando l’economia e la cultura del Nuovo Mondo. Perfino i procioni, a quanto pare, hanno colto lo spirito del luogo e tentano di lasciare un segno nella storia locale, un fatto che meriterebbe più attenzione di quanta gliene concedano le cronache frettolose.
Procione, steso da una sbronza, soccorso dopo una notte brava in un negozio di alcolici
Quelle che ci portano nell'Ashland ABC Store, sigla che sta per Alcoholic Beverage Control (denominazione di una schiettezza calvinista che addolcisce ben poco la sostanza commerciale), dove un esemplare di Procyon lotor, volgarmente procione o, come lo chiamano tutti in Nordamerica, raccoon, ha tentato un esperimento di libero arbitrio che si è concluso, come spesso accade agli esperimenti ambiziosi, sul pavimento di un bagno.
Le autorità lo hanno trovato disteso, circondato dalle prove materiali di una notte che doveva essere di bagordi. Gli scaffali del negozio portavano i segni di un saccheggio condotto senza particolare strategia: bottiglie aperte, altre rovesciate, il catalogo completo dell'indecisione. Nessuno ha saputo ricostruire l'ordine delle libagioni, se vi sia stato un crescendo o se l'animale abbia proceduto per campionature casuali, come talvolta fanno i critici enogastronomici alle prime armi. La polizia ha parlato di "diversi tipi di alcolici", formula vaga che lascia spazio all'immaginazione e forse al rispetto per la privacy del bevitore.
L'Hanover County Animal Protection and Shelter - ente che soccorre gli animali in difficoltà con quella discrezione che si riserva ai segreti di famiglia - ha preso in carico il procione definendolo "molto ubriaco": una condizione che richiede impegno, una progressione. Al rifugio lo hanno sistemato in un ambiente tranquillo perché smaltisse. Non si sa se gli abbiano offerto caffè o semplicemente tempo, che in questi casi (come in molti sappiamo) è l'unico farmaco di cui disponiamo per certi eccessi.
Nel comunicato ufficiale su Facebook i funzionari hanno annotato che l'animale non presentava ferite "a parte forse i postumi di una sbornia e delle cattive scelte di vita". La locuzione merita una tesi. Cattive scelte di vita. Quali scelte, esattamente? L'effrazione notturna in un negozio di liquori potrebbe essere interpretata come scelta impulsiva, certo, ma chi può dire con certezza che non ci fosse dietro una riflessione più profonda? I procioni conducono esistenze di margine, frugano nell'immondizia altrui, si nutrono degli scarti della civiltà. Che uno di loro abbia deciso, per una notte, di saltare l'intermediazione dei cassonetti e rivolgersi direttamente alla fonte, ha una sua logica quasi economica. Forse perfino aristotelica.
Il procione, dopo qualche ora di meditazione coatta, è stato rilasciato "sano e salvo in natura", con l'auspicio - così recita il comunicato - che abbia "imparato che l'effrazione non è la soluzione". E anche qui ci sarebbe da aprire un trattato di etologia, ma anche di psicologia linguistica e neuroscienze cognitive. Perché a quale domanda non sia soluzione, resta uno dei misteri meglio custoditi della Virginia settentrionale.
In tutto questo baillamme il procione, che secondo testimoni oculari non ha rilasciato dichiarazioni né prima né dopo il trattamento, è scomparso nel bosco con quell'andatura dondolante che può sembrare incerta, ma che forse è soltanto il passo di chi ha visto qualcosa e non sa bene se è stato sogno o realtà. Gli scaffali dell'Ashland ABC Store sono stati riordinati. Le bottiglie superstiti rimesse al loro posto. Il negozio ha riaperto regolarmente e i clienti abituali, ignari del piccolo dramma notturno, hanno continuato a fare provvista di quella sostanza che rende più sopportabile l'idea di dover essere sobri per il resto della settimana.
Qualcuno, in paese, ha suggerito di installare serrature più robuste. Qualcun altro ha fatto notare che la porta del bagno, stranamente, era rimasta chiusa dall'interno, particolare che aggiunge alla vicenda una sfumatura di premeditazione o quantomeno di istinto architettonico. Come il procione sia entrato, nessuno lo sa con certezza. Come abbia scelto proprio quel negozio tra i tanti della Virginia, rimane materia di congettura.
Forse l'insegna ABC gli è parsa un segno del destino: A B C, le prime lettere, l'inizio di tutto. Forse semplicemente la porta era socchiusa e lui, da buon filosofo pratico, ha pensato che le occasioni vanno colte quando si presentano, non quando conviene. Il rifugio ha pubblicato alcune fotografie. In una, il procione dorme raggomitolato, la mascherina nera sul muso che gli conferisce un'aria da gentiluomo decaduto, da viveur in disgrazia. In un'altra, già sveglio, guarda l'obiettivo con quello sguardo che hanno certi clienti di hotel quando si rendono conto, all'alba, di non ricordare bene come ci siano arrivati.
Resta il bagno dell'Ashland ABC Store, che qualcuno ha dovuto pur pulire. Resta la notte della zingarata, che il simpatico orsetto lavatore non racconterà mai. E resta la Virginia, terra di fondatori, dove perfino gli animali, di tanto in tanto, cercano di fondare qualcosa: una sbornia, un racconto epico, o magari un po’ di leggenda.