In un’Italia in cui una persona su dieci vive in condizioni di povertà assoluta, la situazione appare sempre più drammatica. A sottolinearlo è Daniela Barbaresi, segretaria confederale della CGIL, che lancia un duro attacco al Governo: “Nonostante il record di 5,7 milioni di poveri, il Governo non solo finge di non vedere, ma su di loro fa cassa. È stata praticamente dimezzata la platea di coloro che un anno fa potevano contare su una misura di contrasto alla povertà, oggi lasciati soli e privi di sostegni”. I numeri forniti dalla CGIL sono eloquenti. Barbaresi denuncia che, rispetto al 2023, ci sono "629 mila nuclei familiari in meno (-48%) e 1,1 milioni di persone in meno (-40%)" che ricevono aiuti. Un drastico calo attribuito all’introduzione dell’Assegno di Inclusione (ADI), che ha sostituito Reddito e Pensione di Cittadinanza. “Dai pochi dati resi noti dall’INPS risulta che, nei primi sei mesi del 2024, hanno percepito l’ADI 695 mila nuclei familiari, per un totale di 1,7 milioni di persone. Nello stesso periodo dell’anno scorso, i beneficiari del Reddito o della Pensione di Cittadinanza erano 1,3 milioni di nuclei familiari, pari a 2,8 milioni di persone”. Barbaresi non risparmia critiche: “Questi numeri confermano tutta la drammaticità della situazione e il cinismo del Governo. Se l’obiettivo era risparmiare sui poveri e sulle persone in difficoltà, si può dire che l'Esecutivo abbia incassato un successo pieno”.
Le nuove misure, sottolinea la dirigente sindacale, hanno comportato un taglio netto delle risorse destinate alla lotta alla povertà. “Nel periodo gennaio-maggio 2024, per l’Assegno di Inclusione sono stati erogati 1,7 miliardi di euro. Nello stesso periodo del 2023, Reddito e Pensione di Cittadinanza avevano assorbito oltre 3 miliardi di euro. Questo significa che, in pochi mesi, si sono tagliati 1,3 miliardi di euro”. Barbaresi prospetta un ulteriore calo delle risorse destinate alle politiche sociali: “Se questo trend sarà confermato, la spesa complessiva per ADI e SFL (Supporto per la Formazione e il Lavoro) potrebbe fermarsi a 4,2 miliardi di euro per l’intero 2024. Un risparmio complessivo di quasi 4 miliardi rispetto agli 8 miliardi spesi per il Reddito e la Pensione di Cittadinanza nel 2022”.
Secondo la segretaria confederale della CGIL, il Disegno di Legge di Bilancio 2025 non affronta la questione della povertà. “Se non si tornerà a garantire le stesse risorse destinate al Reddito di Cittadinanza e, soprattutto, una misura universale di contrasto alla povertà che non lasci indietro nessuno, sarà evidente il frutto amaro di un Governo crudele. Un Governo che, mentre legalizza l’evasione fiscale, taglia su povertà, sanità e istruzione”. Barbaresi accusa il Governo anche di opacità nella gestione dei dati. “A quasi un anno dall’introduzione dell’ADI, non esiste un monitoraggio tempestivo, periodico e dettagliato. Perché non vengono forniti i dati? Cosa c’è da nascondere? Forse il fallimento delle politiche di contrasto alla povertà. Chiediamo con forza all’INPS di rendere subito disponibili le informazioni per valutare l’impatto delle misure adottate”.
Di fronte a quella che definisce una situazione insostenibile, Barbaresi invoca una mobilitazione generale. “È urgente una reazione sociale forte, di critica e contrapposizione alle politiche liberiste del Governo Meloni. Le ragioni dello sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per il 29 novembre prossimo si rafforzano ulteriormente”, conclude.