Economia

Italia in fondo alla classifica global, ma alcune PMI puntano la Borsa

Redazione
 
Italia in fondo alla classifica global, ma alcune PMI puntano la Borsa
Secondo un’analisi di Bloomberg, nel 2025 l’Italia è ultima in classifica tra i mercati azionari globali per raccolta di equity via IPO, appena 0,08 miliardi di dollari, contro i 52,9 miliardi degli Stati Uniti e i 23,4 miliardi di Hong Kong. Un dato che suona come un monito, in sostanza il nostro mercato dei capitali soffre di problemi strutturali che impediscono alle imprese italiane di scegliere la Borsa come leva strategica di crescita. Dalle dichiarazioni pubblicate su LinkedIn da Alberto Gustavo Franceschini Weiss, presidente di Ambromobiliare, emerge una diagnosi precisa, la mancanza di investitori di lungo termine come fondi pensione e assicurazioni, il disinteresse degli imprenditori per la quotazione, la scarsa familiarità con i meccanismi borsistici e una propensione verso modelli alternativi, quali i fondi di private equity, che talvolta sfociano in forme di “finanza estrattiva”.

Italia in fondo alla classifica global, ma alcune PMI puntano la Borsa

Eppure, non tutto è perduto. Il recente ingresso nel mercato EGM (Euronext Growth Milan) di ETS Engineering & Services S.p.A., con sede a Bergamo, costituisce un segnale concreto che qualcosa può cambiare. ETS, con un fatturato di circa 16 milioni di euro e una capitalizzazione iniziale di borsa pari a 29 milioni, ha visto il suo titolo superare il +20 % rispetto al prezzo di IPO già nei primi quattro giorni di negoziazione. È un caso esemplare di PMI che ha scelto di raccogliere capitale di rischio, valorizzando il proprio progetto industriale e attirando investitori. Franceschini Weiss sottolinea come Ambromobiliare S.p.A. abbia svolto il ruolo di advisor finanziario e MIT SIM quello di specialist nel progetto, dimostrando che con la “cordata giusta” anche in un contesto ostile la strada della quotazione è percorribile.

Un ulteriore dato interessante emerge nel confronto europeo. Tra i cosiddetti “growth markets” comunitari, il segmento italiano è stato il più dinamico, con il maggior numero di PMI quotate di tutto il continente. In altre parole, seppur partendo da un ambiente complesso, la spinta alla quotazione per le piccole e medie imprese mostra una vitalità che merita attenzione.

Il caso ETS, dunque, non è solo un’eccezione da celebrare, è la prova che il percorso può essere intrapreso. Ma non basta, serve un cambio di paradigma. Il salto qualitativo richiesto è forte. Le imprese che scelgono la strada della Borsa dovranno misurarsi con il mercato, rispettare trasparenza, comunicazione e performance ambiziose. Se manterranno le promesse contenute nei prospetti e nei piani industriali, potranno vedersi premiate con apprezzamenti e credibilità, diventando player riconosciuti nel panorama dell’engineering italiano.

È vero, l’Italia in questo momento è in fondo alla classifica globale per le IPO. I dati di EY mostrano che nel 2024 le operazioni in Borsa sono calate del 41 % nel nostro Paese, con una raccolta in flessione dell’87 %. Le previsioni di Deloitte, però, indicano una possibile ripresa nel 2025, supportata da una pipeline nutrita e da condizioni di mercato leggermente più favorevoli.

Tuttavia, non mancano i rischi
. In mercati volatili, le small cap spesso faticano a reggere la pressione, e non sono infrequenti casi di ritiri anticipati dal listino dopo pochi anni. La sporadicità delle IPO italiane negli ultimi anni e il ricorso prevalente al private equity possono aver creato una cultura opposta alla quotazione pubblica. In tale contesto, casi come ETS assumono un valore pedagogico, mostrano che la strada è tortuosa ma percorribile, se affrontata con rigore e con alleanze finanziarie credibili.

Per ETS si apre una fase diversa, è entrata in “un altro campionato”, secondo le parole di Franceschini Weiss, che afferma come ora l’azienda dovrà dimostrare di saper reggere il confronto del mercato. Non è soltanto un aumento di visibilità, ma un impegno di performance che può generare opportunità future. Se ETS riuscirà a mantenere la rotta e ad espandersi, potrà assumere un ruolo di rilievo nel settore dell’ingegneria italiana.
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