Politica

Quel no a Pertini non è questione di politica. È questione di gratitudine

Barbara Leone
 
Quel no a Pertini non è questione di politica. È questione di gratitudine

Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente e un partigiano come Presidente…
Così cantava Toto Cutugno in una delle melodie più celebri del nostro Paese, "L’ITALIANO".
E quel partigiano, orgogliosamente evocato nei primi versi della canzone era Sandro Pertini: il presidente che più di ogni altro è rimasto nel cuore degli italiani. Non un politico come gli altri, ma un uomo integro, schietto, capace di parlare a tutti, di farsi amare persino da chi la politica non la sopportava.

Quel no a Pertini non è questione di politica ma di gratitudine

Un uomo che, con la sola forza del suo esempio, seppe incarnare lo spirito più autentico della Repubblica rimanendo sempre fedele alle sue radici. A cominciare dalla Liguria, sua terra natale.

Nato a Stella, in provincia di Savona, Pertini ha conservato per tutta la vita l’accento ruvido della sua terra e il carattere fiero di chi conosce la fatica e l’onore. Ecco perché sorprende, e un po’ addolora, la decisione del Comune di Imperia, che nei giorni scorsi ha detto "no" alla proposta di intitolargli un tratto della pista ciclopedonale. Una mozione avanzata dal consigliere del Pd Ivan Bracco e respinta dal sindaco forzista Claudio Scajola, il quale ha spiegato che si preferisce dare alla ciclovia un nome unitario, condiviso con gli altri Comuni della Riviera.

Qui, però, non si vuol entrare nel merito delle dinamiche politiche. Né giudicare le ragioni dell’uno o dell’altro. Si tratta di qualcosa di più delicato: della memoria, del rispetto, del riconoscimento.
Perché Sandro Pertini non è stato soltanto un presidente. È stato, per molti italiani, un nonno ideale, un testimone della libertà conquistata a caro prezzo, un esempio di coerenza in tempi fragili.

Le sue parole ancora riecheggiano come bussola morale: "Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame".

Oppure: "Non armate la vostra mano. Armate il vostro animo. Non armate la vostra mano, giovani, non ricorrete alla violenza, perché la violenza fa risorgere dal fondo dell’animo dell’uomo gli istinti primordiali, fa prevalere la bestia sull’uomo ed anche quando si usa in istato di legittima difesa essa lascia sempre l’amaro in bocca".

O ancora: "I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo".
Frasi che non hanno colore politico, ma che appartengono a tutti, indistintamente. Come la sua figura minuta, ma imponente, che si stagliava contro la neve di Sarajevo o sorrideva accanto a Zoff e Bearzot in quella notte magica del Mundial '82. Come quel pugno chiuso levato in segno di speranza, come gli occhi lucidi e la voce tremante quando ricordava gli amici caduti.

È per tutto questo che ci si augura che Imperia, prima o poi - meglio prima che poi - trovi per Sandro Pertini uno spazio degno del suo nome. Una piazza, magari. Una piazza luminosa, viva, animata da bambini che giocano, da ragazzi che si danno appuntamento, da famiglie che si incontrano. Una piazza frequentata da giovani che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ma che possano imparare a volergli bene lo stesso. Una piazza dove, magari, campeggi la sua effigie e una frase che li faccia pensare, che accenda in loro la scintilla di qualcosa di più grande. Non servono monumenti solenni.

Basta un angolo di città in cui la memoria si faccia presenza quotidiana. Perché Pertini era, prima di tutto, un uomo tra gli uomini. Con il sorriso buono e la schiena dritta. Uno di quelli che, nei momenti bui, non cercavano il compromesso, ma la verità. E allora, nel tempo dei compromessi e degli smemorati, ricordarlo diventa quasi un dovere gentile. Una carezza alla nostra storia. Un invito a non dimenticare che un partigiano fu presidente, e che quell’Italia lì, quella che si riconosceva in Sandro Pertini, esiste ancora. Forse nascosta, forse sbiadita. Ma pronta a tornare, se le si offre una piazza da cui ripartire. Non è questione di politica. È questione di gratitudine.

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