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Osservatorio politico - Ma, tra i nostri tanti problemi, dobbiamo avere anche Musk?

Redazione
 
Osservatorio politico - Ma, tra i nostri tanti problemi, dobbiamo avere anche Musk?

Se il nostro Paese vivesse nel benessere, se i cittadini non avessero alcun problema se non quello di programmare le loro giornate, tra cinema, teatro, concerti e shopping, si potrebbero pure sprecare pochi minuti per pensare a Elon Musk e ai suoi comportamenti.

Osservatorio politico - Ma, tra i nostri tanti problemi, dobbiamo avere anche Musk?

Ed invece, tra mille difficoltà quotidiane, gli italiani devono pure occuparsi di un uomo geniale, certamente, ma poco affidabile come il multimiliardario.
E il termine ''affidabile'' non è stato scelto a caso perché il dibattito odierno verte sull'opportunità appunto di affidare a Musk (attraverso il sistema satellitare Starlink) la massa critica delle nostre informazioni sensibili. Come sono, ad esempio, quelle delle nostre ambasciate, da cui possono anche dipendere vite ed esistenze di nostri connazionali.

La vicenda è nota: non avendo il Paese un suo sistema, dobbiamo appoggiarci ad altri soggetti. Laddove appoggiarsi significa spendere un bel po' di soldi. Esattamente, nocciolina più, nocciolina meno, circa un miliardo e mezzo di euro, che fanno gola a Musk che, per spuntare il relativo contratto, ha messo in moto una diplomazia delle amicizie, a cominciare da quella con Giorgia Meloni. Ma anche affidando a un suo proconsole in Italia il compito di aggredire verbalmente tutti quelli che potrebbero mettersi di traverso rispetto ai programmi del patron di Tesla.

Il nostro presidente del consiglio si trova, però, ora nella scomodissima posizione di chi ha ben presente che il problema si può risolvere, in tempi stretti come è necessario, appoggiandosi alla rete satellitare di Musk, ma è anche ben consapevole che la scelta è ''troppo'' politica e che, quindi, potrebbe esporla a critiche delle quali, crediamo, vorrebbe fare a meno.
Ma il problema resta e, come troppo spesso accade, ha tante sfaccettature.

Come quella che Meloni deve tenere a bada Matteo Salvini che, nella corsa ad accreditarsi come il proconsole di Trump in Italia, appoggia tutte le scelte del presidente americano, così come gli amici del cuore dell'inquilino della Casa Bianca. Quale è Elon Musk.

Ora, mentre su Starlink si discute, si pensa, si valuta, lui, Salvini, non ha dubbi, dicendo che la proposta di Musk è la migliore e che la scelta deve essere fatta in fretta.
Dando per scontato che Meloni e i suoi due vice si parlino, le sortite di Salvini (giuste, sbagliate, avventate o meditate che siano) non creano un piccolo problema al presidente del consiglio che certo non è contenta d'essere tirata dalla giacchetta da un suo alleato?

Anche perché, mano a mano che si va avanti, le posizioni che sono assunte da Elon Musk non sembrano essere propriamente immuni da critiche o da nette prese di distanza. Fermo restando che ciascuno è padrone di fare quel che gli pare in casa sua, il Musk che si offre all'Italia con Starlink è lo stesso che minaccia di bloccare il sistema in Ucraina, mettendo il conflitto in discesa per Mosca?

Ed è lo stesso Musk che, mettendo sotto i piedi i canoni del galateo diplomatico, auspica, parlando di Starlink, di potere incontrare Mattarella, dimenticando i ruoli che la Costituzione affida al presidente della repubblica e a quello del consiglio?

Una manovra che sembrerebbe un tentativo bicefalo: accreditarsi con il Colle e mettere Meloni in una posizione obbligata.

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