È morto Oliviero Toscani: ad annunciarlo, la famiglia in un breve comunicato stampa. «Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell'intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali», scrivono la moglie Kirsti e i figli. Toscani, 82 anni, si trovava ricoverato dal primo pomeriggio di venerdì 10 gennaio nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Cecina in prognosi riservata. I medici avevano rilevato una serie di danni ad alcuni organi vitali.
È morto Oliviero Toscani: dal 10 gennaio era in terapia intensiva
La moglie Kirsti Moseng, ex modella norvegese che era legata a lui da 50 anni, aveva detto: «Sembra una strada senza ritorno». I medici avevano subito accertato un quadro clinico particolarmente grave e complesso, da richiedere l'immediato ricovero in rianimazione. Fotografo irriverente e divisivo che in cinquant'anni di carriera ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, aveva rivelato il suo calvario l'estate scorsa: «Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta da vivere», dichiarò in un'intervista al «Corriere della Sera» il 28 agosto.
Figlio di Fedele, primo fotoreporter del "Corriere della Sera", era nato a Milano e aveva studiato fotografia e grafica all'Università delle arti di Zurigo dal 1961 al 1965. Conosciuto internazionalmente, in sessant'anni di carriera ha spaziato dalla pubblicità per grandi marchi, soprattutto la moda, alle campagne di interesse e impegno sociale. Dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965 Oliviero Toscani si diploma in fotografia all'Università delle Arti di Zurigo, dove è allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp e dell'artista Karl Schmid. Nel frattempo aveva già pubblicato la sua prima foto: a solo 14 anni accompagnando suo padre a Predappio per la tumulazione di Benito Mussolini, mentre Fedele Toscani fotografa interamente la cerimonia, il giovane Oliviero si sofferma sul volto dolente di Rachele Mussolini ed il ritratto finisce sul «Corriere». Uno dei suoi primi servizi fotografici risale a quando aveva 21 anni: Oliviero Toscani arriva a Barbiana, nell'Alto Mugello fiorentino, con il giornalista Giorgio Pecorini, suo cognato e amico di don Lorenzo Milani. Era il 1963 ed era stato chiamato per insegnare ai ragazzi del priore ad usare la macchina fotografica.
In quell'occasione Toscani scatta a raffica foto anche a don Milani, che lo mostrano nella quotidianità. Toscani inizia quasi subito a lavorare negli anni Sessanta nel mondo della pubblicità e la sua prima campagna è per il cornetto Algida. Si è poi dedicato alla fotografia di moda, per orientare infine la sua ricerca verso la comunicazione pubblicitaria. Nel 1972 partecipa nelle vesti di testimonial ai caroselli pubblicitari dell'azienda di abiti da uomo Facis e con lui appaiono il cognato Aldo Ballo, fotografo che aveva sposato la sorella Marirosa Toscani, anche lei fotografa, Sergio Libis ed Alfa Castaldi. Lavora, quindi, per riviste come «Elle», «Vogue», «GQ», «Harper's Bazaar», «Esquire», «Stern», «Uomo Vogue» e «Donna» e realizza foto per le campagne di alcuni marchi di moda come Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prénatal. Dal 1982 al 2000, ha creato l'immagine, l'identità, la strategia di comunicazione e la presenza online di United Colors of Benetton, trasformandolo in uno dei marchi più conosciuti al mondo. Nel 1990 ha ideato e diretto Colors, il primo giornale globale al mondo che anticipò l'impegno su tanti temi oggi attuali, dall'ambiente ai migranti, al razzismo. Nel 1993 avviò Fabrica, centro di ricerca di creatività nella comunicazione moderna.
Nel libro "Ne ho fatte di tutti i colori" (La Nave di Teseo, 2022), i suoi ricordi annoverano da John Lennon ad Andy Warhol, da Muhammad Ali a Lou Reed, da John Lennon a Mick Jagger. Per la moda da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a Monica Bellucci, ma anche Carmelo Bene, Federico Fellini, e perfino un giovane Silvio Berlusconi. Toscani, che avrebbe compiuto 83 anni il prossimo 28 febbraio, parlò apertamente della sua malattia rivelando di essere sottoposto a una cura sperimentale: «In un anno ho perso quaranta chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali. Certo che vivere così non mi interessa. Bisogna che chiami il mio amico Cappato, lo conosco da quando era un ragazzo. Ogni tanto mi vien voglia. Gliel'ho detto già una volta e lui mi ha chiesto se sono scemo». Il fotografo soffriva di amiloidosi, un gruppo di malattie rare causate dall’accumulo di proteine, prodotte dal nostro organismo, che si depositano negli organi vitali sotto forma di piccole fibre, danneggiandoli: si stima che ogni anno in Italia circa 800 persone si ammalino di amiloidosi sistemica.