Negli ultimi due anni, le maggiori banche centrali dei mercati sviluppato hanno attuato una politica monetaria molto aggressiva al fine di sconfiggere un’inflazione in rapida ascesa. A partire dal mese di giugno, però, la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve hanno iniziato a invertire questo trend, operando dei tagli dei tassi d’interesse (due da 25 punti base la prima e uno da 50 la seconda) e con la possibilità che ne arrivino altri entro la fine dell’anno in costante aumento.
Questo scenario avrà certamente delle ripercussioni in chi investe in fondi monetari, i quali inizieranno a generare rendimenti più bassi rispetto al passato, e questo ha portato molti investitori a chiedersi se non sia il momento di liquidare la loro posizione e passare all’incasso.
A questo proposito è bene ricordarsi, in primis, che i tassi reali sono ancora in territorio positivo e questo significa che percepire rendite competitive è ancora possibile, ma soprattutto che anche quando questi non lo erano, i fondi monetari hanno sempre mantenuto un andamento e delle performance stabili, in quanto in grado di garantire elevate sicurezza, liquidità e stabilità a chi decide di esporvisi, il tutto, mantenendo la rischiosità su livelli relativamente bassi. Per rendersene conto, basta osservare a quanto successo negli anni successivi alla pandemia di Covid-19, quando le imprese hanno continuato a investire in queste soluzioni per beneficiare delle caratteristiche appena descritte e anche per gestire la loro liquidità. Non è un caso che negli anni tra il 2014 e il 2022, quanto i tassi reali hanno toccato anche livelli di -0,50%, questi fondi abbiano comunque registrato masse gestite elevate.
Un altro elemento positivo che i fondi sul mercato monetario assicurano riguarda la diversificazione. Un consiglio che chi investe si sente sempre dare, indipendentemente da quale sia il mercato, è quello di mettere mai tutte le uova in un unico paniere (ovvero tutte le proprie risorse in un unico asset); ciò è ancora più valido al giorno d’oggi, in cui i mercati sono attraversati da una forte volatilità. Il comparto monetario è estremamente efficace nella diversificazione, sia per quanto riguarda gli emittenti, sia per quanto riguarda le varie maturità degli asset, e questo lo rende un’ottima soluzione per ridurre il rischio di controparte.
Infine, attraverso i fondi monetari è possibile crearsi un portafoglio che presenti caratteristiche ESG elevate, una caratteristica sempre più ricercata dai player di mercato. Noi di Ofi Invest AM ne siamo un esempio, dato che la nostra gamma di prodotti detiene le certificazioni più alte e applichiamo tutte le novità normative al fine di soddisfare le esigenze dei nostri clienti.
Quanto appena descritto non deve però far passare l’idea che i fondi monetari non presentino dei rischi. In particolare, è importante darsi delle regole di gestione attiva, attenta e oculata che garantisca sempre una liquidità costante. Noi di Ofi Invest AM, per esempio, ci atteniamo a quanto prevede la Money Market Fund Regulation, la quale prevede che non si scenda mai al di sotto del 7,5% di liquidità su base giornaliera e del 15% su base settimanale. Ma al di là delle regole che il mercato impone o che ci si autoimpone, è fondamentale avere un quadro chiaro e approfondito dei nomi che compongono il portafoglio, assicurandosi di essere esposti a una buona quota di credito di buona qualità e di monitorare costantemente il WAM, ovvero la maturità ponderata media. Quest’ultima è infatti un indicatore chiave per capire quanto un fondo monetario sia esposto all’andamento dei tassi d’interesse (una bassa maturità comporta effetti ridotti e viceversa) e saperla gestire permette di scongiurare perdite potenziali e di garantirsi una certa flessibilità verso la politica delle banche centrali.