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Emergenza infermieri, l’allarme di Nursing Up: oltre 20mila dimissioni nei primi 9 mesi del 2024

Redazione
 

Il Servizio Sanitario Nazionale sta affrontando la peggiore crisi degli ultimi vent’anni. La fuga degli infermieri si sta aggravando sempre di più, trasformandosi in un fenomeno paragonabile a un incendio inarrestabile, mentre la politica assiste inerte.

Emergenza infermieri, l’allarme di Nursing Up: oltre 20mila dimissioni nei primi 9 mesi del 2024

Solo nei primi nove mesi del 2024, oltre 20.000 infermieri hanno rassegnato le dimissioni, un numero che evidenzia un grido disperato da parte di una professione ormai al limite della sopportazione. Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, descrive la situazione con parole forti: “Il Sistema Sanitario Nazionale sta crollando su sé stesso, pezzo dopo pezzo, svuotato della sua risorsa più preziosa: i professionisti che garantiscono le cure ai cittadini. Ma il governo continua a ignorare l'allarme, lasciando che la sanità pubblica si sgretoli davanti ai nostri occhi”.

I dati raccolti dal sindacato, basati sulle fonti del Ministero della Salute e della Ragioneria dello Stato, confermano un trend allarmante. Nel 2024, nei primi nove mesi, si sono registrate oltre un milione e mezzo di dimissioni volontarie di lavoratori in vari settori, con il comparto sanitario tra i più colpiti. Oltre ai 20.000 infermieri, circa 7.000 medici hanno abbandonato il sistema pubblico, come riportato dai sindacati di categoria. Rispetto agli 8.500 infermieri dimessisi nel 2023, l’incremento è di circa il 170%.

Se il trend dovesse confermarsi anche nei mesi successivi, si arriverebbe a oltre 30.000 dimissioni in un solo anno. Analizzando il quadro più ampio, sono oltre 43.000 gli infermieri che hanno lasciato il pubblico tra il 2021 e il 2024; 15.450 nel biennio 2021-2022; 8.500 nel 2023; più di 20.000 nei primi nove mesi del 2024.

La situazione è insostenibile e De Palma lancia un monito: “La fuga degli infermieri fa pensare a un malato abbandonato a sé stesso, senza cure e sostentamento, che peggiora giorno dopo giorno. Senza un intervento immediato, la costruzione già traballante della sanità pubblica rischia di crollare su sé stessa. Senza una azione lungimirante, tutti finiremo con il cadere nel baratro”.

Le ragioni di questo esodo di massa sono molteplici e ben documentate dal recente Survey condotto dal Nursing Up. A cominciare dai carichi di lavoro insostenibili, con turni massacranti che rappresentano ormai la norma.

Ed ancora: stipendi tra i più bassi d’Europa, con retribuzioni ben al di sotto della media OCSE; indebitamento diffuso, con il 71% degli infermieri costretto a contrarre prestiti, anche in ambito familiare, per sopravvivere; ambiente di lavoro ostile, caratterizzato da stress, burnout e violenze in corsia in aumento; mancanza di valorizzazione professionale, visto che il 98% degli infermieri non si sente riconosciuto dalle istituzioni. Infine la perdita di fiducia nella professione: il 75% degli intervistati, infatti, non consiglierebbe a nessuno di intraprendere questa carriera.

De Palma sottolinea il dramma vissuto da chi opera nella sanità: “Si sta spegnendo la voglia di fare questo lavoro. Troppi infermieri non ce la fanno più e se ne vanno, non solo verso il privato o l'estero, ma addirittura cambiando completamente settore. Questo non è un esodo, è una disfatta”. Ad aggravare ulteriormente il quadro è un altro dato preoccupante confermato dall’OCSE: sempre meno giovani scelgono di intraprendere la carriera infermieristica, perché le condizioni di lavoro proibitive e gli stipendi inadeguati stanno allontanando le nuove generazioni.

Tra il 2015 e il 2022, infatti, il numero di studenti che hanno tentato l’accesso ai corsi di laurea in infermieristica è diminuito del 20%. Inoltre, oltre l’80% degli iscritti è di sesso femminile, evidenziando una grave mancanza di attrattiva per gli uomini nel settore. “Il calo delle vocazioni si somma alla fuga di chi è già dentro il sistema, creando un circolo vizioso: meno infermieri, più carichi di lavoro, più dimissioni, meno studenti”, avverte De Palma.

Secondo il Nursing Up, è indispensabile un intervento immediato per arrestare questa emorragia di personale sanitario. “Non possiamo più permetterci di perdere un solo infermiere, non possiamo trasformare la nostra sanità, svuotata ogni giorno delle sue eccellenze, in una scatola vuota. Ogni professionista che lascia il SSN è un pezzo di assistenza pubblica che sparisce”, dichiara De Palma, indicando alcune priorità fondamentali: aumenti salariali urgenti per avvicinare le retribuzioni alla media europea; piani straordinari di assunzione per ridurre il carico di lavoro e garantire sicurezza nei reparti; investimenti nel benessere organizzativo per tutelare la salute mentale degli operatori; incentivi per trattenere gli infermieri, scongiurando la fuga verso il privato e l'estero.

Servono, dunque, riforme strutturali e un impegno deciso da parte delle istituzioni. Perché, come sottolinea in conclusione De Palma, “Le soluzioni tampone non bastano più. Serve un intervento strutturale e deciso. Il tempo degli annunci è finito: urgono risposte concrete, ora”.

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