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No vax: il governo cancella le multe, ma anche ragione ed equità
Redazione
Partiamo col dire che non vogliamo entrare nelle ragioni dei cosiddetti no vax: per noi, ma lo diciamo solo per noi, vaccinarsi contro il Covid-19 era una scelta di rispetto per gli altri, per evitare che il virus si diffondesse.
Se hai deciso di non farti vaccinare, è una cosa che attiene alla sfera personale, a patto che eviti di entrare in contatto con altri che, se sei portatore cosciente o meno del virus, rischi di infettare.
Ma, ripetiamo, sono scelte personali, per le quali si sono addotte argomentazioni spesso prive di qualsiasi fondamento scientifico oppure legate ad una malintesa libertà dell'individuo davanti alle imposizioni dello Stato. Ma qui parliamo di salute pubblica, della quale tutti dovremmo farci carico. Ma andiamo avanti perché vogliamo soffermarci sulla decisione del governo, attraverso il decreto Milleproroghe (la cui attinenza con la materia sanitaria ci sfugge, evidentemente per colpe nostre), di condonare le multe alle quali sono stati sottoposti i no vax sottrattisi all'obbligo vaccinale.
No vax: il governo cancella le multe, ma anche ragione ed equità
Alt! Spieghiamo prima che quello in fondo all'aula alzi il ditino per eccepire.
Le multe sono state inflitte a chi non ha inteso vaccinarsi pur appartenendo a una delle delle categorie obbligate a farlo per il solo fatto di essere, in virtù del loro lavoro, a contatto con gli altri.
Tanto per dire: l'obbligo valeva per gli insegnanti così come per i medici, per chi lavorava in un supermercato, in un ufficio pubblico, per chi frequentava (non da imputato) le aule di giustizia e non andiamo oltre, essendo l'elenco sterminato. Quindi, multe irrogate per avere eluso un obbligo.
Ora il governo, a distanza di quattro anni, ha deciso che quelle multe non devono essere più pagate da coloro che si erano sottratti all'obbligo di vaccinarsi e, contestualmente, perché c'è chi mangia pane e furbizia, che non saranno restituite quelle che l'elusore della vituperata punturina ha invece pagato.
La spiegazione tecnica, contenuta nel decreto, è che in questo modo si evita di "procedere con una ulteriore proroga" di quel che la norma stabiliva multe nei confronti degli over 50, degli appartenenti alle forze dell’ordine, del personale sanitario e di tutte le altre categorie professionali che per legge avrebbero dovuto vaccinarsi e hanno ritenuto di non farlo.
Riducendo tutto a semplici numeri il buco che questo atto di magnanimità comporterà per le casse dello Stato, come mancato introito, va dai 150 ai 170 milioni di euro, a fronte di quasi due milioni di convinti avversatosi del vaccino. Quanti straordinari si potrebbero pagare a medici e infermieri, quante apparecchiature medicali si potrebbero acquistare? Domande retoriche, vero?
Questo è quanto, se restiamo ai fatti.
Poi ci sono le reazioni, come quella del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che, sebbene all'epoca non condivise l'introduzione di una sanzione economica per i no vax, oggi commenta che non gli piace "che chi l'ha pagata rischi di fare la figura del fesso". Come dargli torno? Eppure c'è chi lo fa con argomentazioni che meritano una analisi.
Perché Matteo Salvini, che è vicepremier, parla di una pacificazione nazionale dovuta.
Ora, andando ad analizzare semanticamente il passaggio, se parli di pacificazione ti riferisci a due o più persone o schieramenti contrapposti. Ma se una delle parti è lo Stato, che ha assunto provvedimenti in un momento di pura e semplice emergenza mondiale, di quale pacificazione stiamo parlando?
Che poi a lui si siano accodati altri leghisti, che evidentemente vogliono essere più realisti del re, sono fatti loro. Oddio, sono anche fatti nostri perché pure dentro la maggioranza si sentono voci discordanti, a cominciare da Forza Italia (Licia Ronzulli: "L'obbligo vaccinale non era una misura coercitiva, punitiva, come qualcuno la descrive. Rappresentava invece il dovere per uno Stato serio di proteggere l'intera popolazione, di metterla in sicurezza da una malattia che era potenzialmente letale. L'assenza di una adeguata copertura vaccinale avrebbe potuto avere conseguenze devastanti").
Ma non si possono certo tacere le tesi contrarie al condono, espresse da rappresentanti di altissimo livello e notorietà della classe medica, che al Covid-19 ha pagato un prezzo altissimo. Non in termini di multe, ma di morti che hanno colpito chi, nella sanità pubblica, combatteva il virus, medici e infermieri. Che, però, direbbe il signore di Lapalisse, da morti non votano.