Economia

Nautica italiana, un motore strategico tra innovazione e sostenibilità

Redazione
 
Nautica italiana, un motore strategico tra innovazione e sostenibilità
La nautica rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy e un pilastro della Blue Economy, che complessivamente vale 180 miliardi di euro e contribuisce per il 10% al PIL nazionale. Con un giro d’affari di 16,4 miliardi di euro, oltre 3 miliardi di valore aggiunto e un export che ha superato gli 8 miliardi in media nell’ultimo triennio, il settore si conferma tra i più dinamici dell’industria manifatturiera italiana. A sostenerlo sono quasi mille imprese distribuite sul territorio, con oltre 30mila addetti, capaci di esprimere competenze tecniche, capacità innovativa e forte propensione all’internazionalizzazione.

Nautica italiana, un motore strategico tra innovazione e sostenibilità

L’Italia è il quarto esportatore mondiale di navi, con una quota di mercato del 5,2%, che raggiunge il 30,8% nel segmento delle crociere e il 19,3% nella nautica da diporto. Stati Uniti, Regno Unito e Cina sono i principali mercati di riferimento, affiancati da Paesi emergenti come Turchia, Emirati Arabi Uniti e Singapore, sempre più attratti dalla qualità e dalla personalizzazione delle imbarcazioni italiane. Nel solo 2025, il fatturato dovrebbe stabilizzarsi sopra i 16 miliardi, con previsioni di crescita media del 3% annuo fino al 2028.

Elemento centrale delle prospettive del comparto è la sostenibilità. Il 37% delle navi in costruzione adotta alimentazione a GNL, con riduzioni significative delle emissioni, mentre si sperimentano carburanti alternativi come biometano, metanolo verde e GNL sintetico. Sanlorenzo, ad esempio, sta sviluppando superyacht con sistemi bi-fuel a metanolo, mentre Fincantieri lavora a navi da crociera alimentate a idrogeno. Parallelamente, Liberty Lines ha introdotto la prima nave veloce ibrida per il trasporto passeggeri, capace di viaggiare in modalità elettrica in prossimità delle coste.

Anche le infrastrutture portuali si trasformano: il Piano strategico per la portualità turistica, promosso da Assonat e SACE, prevede interventi di riqualificazione energetica e digitalizzazione, con l’introduzione di comunità energetiche rinnovabili e sistemi di cold ironing che consentono di ridurre le emissioni fino al 98% durante la sosta in porto.

Fondamentale è il ruolo di SACE, che sostiene imprese e filiere con strumenti finanziari innovativi. Dalle garanzie per le nuove navi Fincantieri Viking Libra ai programmi di reverse factoring per i fornitori, fino al supporto a Yachtline Arredomare per commesse di lusso e agli interventi per la riqualificazione dei porti di Napoli, Salerno e Genova, la società contribuisce a rafforzare competitività, innovazione e sostenibilità del comparto. Grazie alla sua Push Strategy, ha inoltre favorito l’ingresso delle PMI italiane in nuove catene di fornitura internazionali, come nel caso della collaborazione con la emiratina Bee’ah Sharjah Environmental.
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