FOTO: Zereshk - CC BY-SA 3.0
Avvolta nel mistero e custodita per decenni lontano dagli occhi del mondo, la collezione del Museo d'Arte Contemporanea di Teheran è uno dei più rari e straordinari patrimoni dell'arte moderna esistenti. Un insieme di capolavori di Picasso, Van Gogh, Warhol, Pollock e molti altri, valutato circa tre miliardi di dollari, che solo in tempi recenti ha iniziato a riemergere dall'ombra.
La collezione è composta da pezzi iconici, come "Gabrielle with Open Blouse" di Renoir, giudicata troppo scandalosa, e il ritratto di Farah Pahlavi realizzato da Warhol, vandalizzato durante i disordini. Dopo la Rivoluzione del 1979, molte opere furono ritenute inaccettabili per motivi politici o religiosi e sigillate nei sotterranei del museo. Per anni, il mondo dell'arte ha bisbigliato a proposito di questa collezione fantasma, conservata in un limbo di censura e segretezza.
Riapertura al pubblico: la mostra "Eye to Eye"
Solo negli ultimi decenni, grazie a un cauto riallineamento culturale, alcune opere sono state esposte nuovamente. "Eye to Eye", la grande mostra inaugurata nell'ottobre 2024, ha rivelato oltre quindici capolavori mai visti prima, tra cui una scultura di Jean Dubuffet. Il pubblico ha risposto con un entusiasmo travolgente, imponendo due proroghe all'evento, che rimarrà aperto fino a gennaio 2025. La più visitata nella storia del museo, ha restituito Teheran alla mappa dell'arte mondiale.
Un compendio di modernità e avanguardia
La collezione del Museo d'Arte Contemporanea di Teheran è un archivio delle avanguardie artistiche: dall'espressionismo astratto di Pollock e Bacon alla pop art di Warhol, fino ai paesaggi visionari di Van Gogh. Opere iconiche come "Mural on Indian Red Ground" di Pollock, "Il pittore e la sua modella" di Picasso e la rara litografia "Alla porta dell'eternità" di Van Gogh sono conservate qui, inaccessibili agli occidentali, in particolare ai cittadini britannici, a cui il Foreign Office sconsiglia viaggi in Iran per motivi di sicurezza.
Il sogno culturale di Farah Pahlavi
Questa straordinaria raccolta svela la visione di Farah Pahlavi, ultima imperatrice d'Iran, che nel 1977 volle il museo come ponte culturale tra Iran e Occidente. Affidato all'architetto Kamran Diba, il progetto era concepito come centro di scambio artistico, attirando capolavori senza precedenti nella regione. Il sogno si è infranto con la rivoluzione, ma il museo è sopravvissuto come una capsula del tempo, un luogo in cui l'arte moderna si è conservata, cristallizzata nella storia.
Il Museo d'Arte Contemporanea di Teheran oggi
Nonostante le sfide politiche ed economiche, il Museo d'Arte Contemporanea di Teheran rimane oggi un'istituzione unica, un guardiano silenzioso di tesori inestimabili, un luogo che racconta il paradosso della bellezza intrappolata, mai sconfitta. E mentre il mondo osserva da lontano, questa collezione continua a esistere, custodita nel cuore pulsante di un paese sospeso tra passato e futuro.