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Meloni stoppa Salvini: "Decido solo io su difesa ed Europa"

Redazione
 
Meloni stoppa Salvini: 'Decido solo io su difesa ed Europa'

C'è voluto un vertice a tre, convocato quasi in fretta e furia, visto quel che sta accadendo dentro la maggioranza, per mettere in chiaro una cosa che, da che mondo è mondo, dovrebbe essere lapalissiana: la linea del governo la decide il presidente del consiglio. Che magari può ascoltare gli altri, ma al quale non può certo fare piacere assistere ad esternazioni che ne mettono in dubbio una leadership figlia dei numeri, che è dato incontrovertibile.

Meloni stoppa Salvini: "Decido solo io su difesa ed Europa"

La scelta di Giorgia Meloni di parlare con Matteo Salvini e Antonio Tajani arriva dopo giorni e giorni di torrenziali dichiarazioni con le quali i suoi due vice, beccandosi come e peggio dei capponi di Renzo Tramaglino, se le stanno dando di santa ragione, regalando del governo, almeno all'esterno, un'immagine di evidente spaccatura di cui è difficile, quando non impossibile, negare l'esistenza.

L'irruenza del segretario leghista sembra non avere dei limiti, perché si muove come fosse un battitore libero e non, come dovrebbe fare, come parte di una coalizione di governo.

Quindi il fatto di avere organizzato per i prossimi giorni manifestazioni a favore della pace in Ucraina (ma anche della rottamazione delle cartelle esattoriali, con un ''tandem'' di cui, oggettivamente e logicamente, sfugge la ratio trattandosi di argomenti assolutamente distanti) sembra quasi volere forzare la mano a Giorgia Meloni, che deve barcamenarsi tra il suo essere parte - come Paese - dell'Unione europea, schieratasi manifestamente con Kiev, e la sua naturale vicinanza alle politiche di Trump, che ormai hanno assunto un profilo incendiario.

Ma un conto è decidere sulla base di equilibri di geopolitica, un'altra è vedere scendere in piazza uno dei suoi due vice a sbandierare il vessillo pacifista, ben sapendo che la sua è una pace che non punta il dito verso chi l'ha messa in pericolo.

C'è anche un altro aspetto che rende delicata la deriva ''pacifista'' che Salvini, più o meno manifestamente, cerca di intestarsi: Giorgia Meloni si deve ora confrontare con il piano per il rafforzamento della difesa europea, sapendo che questo comporterà un innalzamento dei costi per il Paese, sapendo che le spese militari in questo momento non sono ritenute una priorità.

E di questa situazione di apparente stallo Salvini s'è approfittato (politicamente parlando in modo ineccepibile), dicendo che ''sembra che possiamo fare debito comune solo per armarci, e non per le scuole o la sanità''.
Di fatto, segnando un distinguo tra l'indirizzo che il governo, anche se obtorto collo, dovrà dare alle sue politiche di spesa, e il suo ritrovato spirito civico.
Comunque, il tutto nello spirito della corsa a chi si dimostra più trumpiano di Trump, di cui si incensano le iniziative, anche se rischiano di colpire pesantemente l'Italia.

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