Nessun passo indietro o di lato nel percorso che il governo ha intrapreso, nella consapevolezza dei risultati raggiunti e con la certezza di avere fatto sempre il meglio. Giorgia Meloni è tornata a rispondere alle domande di una conferenza stampa, la prima dell'anno (avrebbe dovuto tenersi a fine dicembre, ma era stata rinviata per un impedimento della premier), mostrando il volto di un esecutivo e di un presidente del consiglio soddisfatti di quanto è stato fatto. Nel corso della conferenza stampa gli argomenti sono stati tanti, diversi, alcuni potenziali ''trappole'', ma Giorgia Meloni ha confermato la sua capacità di padroneggiare i modi con i quali dare risposte, disinnescando o cercando di farlo le polemiche che, visto anche eventi recenti, erano in agguato.
Orgogliosa dall'operato del Governo, Meloni va avanti per la sua strada
Tra gli argomenti che, come scontato, hanno occupato la conferenza stampa c'è stato il caso dell'arresto e, quindi, del rilascio, dopo una lunga trattativa, della giornalista Cecilia Sala, per il quale Giorgia Meloni ha voluto cancellare le voci di un passo diverso, all'interno del Governo e delle Istituzione, e lo ha fatto anche oggi ringraziando tutti: il sottosegretario Mantovano, poi il ministro degli Esteri, Tajani, quindi l'apparato diplomatico del Paese e, quindi, l'intelligence.
Poi, come scontato, è venuto fuori il caso del presunto accordo tra il Governo italiano e SpaceX, per fornire al Paese uno strumento di protezione nella comunicazione di dati sensibili.
Il ragionamento è stato linea: la notizia di un accordo raggiunto è palesemente falsa e viene sostenuta nonostante una smentita ufficiale; l'obiettivo del Governo è quello di salvaguardare l'interesse nazionale, certo senza farsi condizionare da amicizie e idee politiche; la sicurezza è comunque un obiettivo; le interlocuzioni (su questo come su molti temi) sono normali; il problema vero è che non c'è una alternativa pubblica, in Italia, ma anche nel resto dell'Europa. L'alternativa, ha detto il primo ministro, è non avere una protezione efficace delle comunicazioni sensibili, quali quelli, ad esempio, con il contingente italiano all'estero.
Caso Belloni: Giorgia Meloni, dopo avere bollato come fantasiose alcune ricostruzioni della vicenda delle dimissioni del capo del Dis, ha rinnovato l'enorme considerazione per l'ambasciatrice, di cui ha ufficializzato il sostituto, il prefetto Vittorio Rizzi, uno degli uomini delle Istituzioni di maggiore spessore, anche in campo internazionale, e con una lunghissima esperienza.
Il presidente del consiglio ha quindi difeso la scelta dei centri di detenzione per immigrati in Albania, dicendosi convinta che la decisione della Cassazione dia ragione alla linea del governo e privi di basi sostanziali le decisioni di alcuni magistrati. I centri in Albania, ha ripetuto, sono pronti per essere immediatamente operativi.
Un altro argomento che era scontato fosse al centro della conferenza stampa è stato quello delle ''sortite'' del presidente eletto Donald Trump, che ha manifestato le sue mire territoriali su Canada, canale di Panama e Groenlandia. Le risposte del presidente del consiglio sono state all'insegna della diplomazia, escludendo che gli Stati Uniti abbiano veramente impressione di ricorrere alle armi per risolvere le ''questioni'' sollevate dal futuro presidente. Sostenendo, in sostanza, che Trump abbia detto quel che ha detto per lanciare un messaggio ai player locali, ma avendo come destinatario chi - e qui Meloni ha fatto menzione della Cina - hanno aumentato la loro influenza nelle aree in questione. Sul tema del premierato la risposta di Meloni a uno specifico quesito sul premierato, dicendo che vorrebbe arrivare alle prossime elezioni con la riforma già approvata ed una legge elettorale tarata su questo.
''Penso - ha detto - che la questione sia materia di competenza parlamentare, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no".
Le insidie politiche legate alla ripetutamente manifestata ''voglia di Viminale'' da parte di Matteo Salvini, soprattutto dopo l'assoluzione dalle accuse relative alle vicende di Open Arms, Giorgia Meloni le ha superate con parole chiare. Salvini sarebbe un ottimo ministro dell'Interno, ma Matteo Piantedosi sta facendo bene. Ovvero, le cose restano così. E sul futuro di Daniela Santanchè ha glissato, dicendo che aspetta di capirne l'evoluzione.
È stato su una domanda relativa a Elon Musk che Giorgia Meloni ha perso un po' l'aplomb cui ha improntato la conferenza stampa, difendendo sostanzialmente il diritto di dire la sua al miliardario e, per contrappeso, attaccando George Soros per quelle che ha definito ingerenze.