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Manovra: si riapre il confronto con Uil e Cgil, ma il sentiero è reso stretto dalle poche risorse

Redazione
 
La parola che meglio di altre potrebbe descrivere l'incontro che oggi ha visto confrontarsi governo e sindacati è realismo. Di esso ha fatto professione Giorgia Meloni che, come da prassi, ha dato al governo il merito di una manovra coraggiosa e, in un certo senso, di prospettiva, spiegando che il documento ha dovuto fare i conti con la ristrettezza delle risorse, trovando, quale responsabile di questa situazione delle casse pubbliche, un nome, superbonus edilizio, ed un padre (di cui non ha dato indicazione sull'identità, ma che è stato facile individuare nei Cinque Stelle, sempre che continueranno a chiamarsi così dopo i loro stati generali).
Perché, ha detto il presidente del Consiglio, se non ci fosse stato il superbonus (aggiungiamo noi, almeno nei contenuti di quello varato dal Governo Conte), ci sarebbe stata una disponibilità, in termine di risorse, enormemente più ampia, spiegando che solo l'anno prossimo la misura peserà per 38 miliardi di euro sul bilancio dello Stato. Che, la si pensi come si vuole sul governo e sulle sue scelte, è un macigno non da poco, che grava su questo governo e lo stesso avrebbe fatto se, a Palazzo Chigi, si fosse accomodato qualcun altro.

Manovra: si riapre il confronto con Uil e Cgil, ma il sentiero è reso stretto dalle poche risorse

Giorgia Meloni ha quindi fatto l'elenco delle misure della manovra e di come esse siano state frutto di considerazioni mirate a favorire le classi tradizionalmente più fragili e anche quelle che lo sono diventate negli ultimi tempi. Quindi, sostegno ai redditi medio-bassi (una classificazione che muta a seconda dei periodi e che, in quello attuale, spinge verso un arretramento) e al al lavoro.

Misure che prevedono anche di dare una mano alle famiglie per migliorare i loro bilanci domestici (soprattutto in presenza di figli), un aumento degli stanziamenti per la sanità e il via alla stagione del rinnovo dei contratti del comparto pubblico. E poi la resa strutturare del taglio del cuneo fiscale, con l'allargamento della platea di chi ne fruirà, anche se con un meccanismo progressivo. Infine una stoccata, quando ha parlato del rapporto tra chi governa e i sindacati in merito alla copertura finanziaria della misure: ''Un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale''.

I meriti che Giorgia Meloni ha rivendicato per il governo hanno avuto l'effetto che tutti davanti per scontato sul fronte sindacale, con Cgil e Uil a storcere il naso e la Cisl plaudente alla manovra, sebbene necessiti di qualche correttivo.
Già ad inizio di incontro i due fronti sindacali sono apparsi divisi, con Bombardieri (Uil) e Landini (Cgil) che hanno regalato al presidente del consiglio una calcolatrice e un libro (''L'uomo il rivolta, di Albert Camus, scelto da Landini), mentre Sbarra, segretario generale della Cisl, per marcare le differenze con gli altri, ha detto che non ha voluto portare gadget, esprimendo apprezzamento per una manovra che ''accoglie molte delle richieste avanzate dal nostro sindacato''.

Un apprezzamento che è stato quanto di più lontano potessero accordare Uil e Cgil.
''Se il Governo si presenta dicendo che ci sono solo 120 milioni di euro di margini, sarà un po' complicato trovare l'accordo - ha detto Pierpaolo Bombardieri, prima dell'incontro -. Dipende sostanzialmente da loro. Le nostre richieste le conoscevano prima di fare la manovra, non sono richieste nuove''.

''C’è bisogno di un cambiamento radicale di questa manovra e di andare a prendere i soldi dove sono - ha, a sua volta, detto Landini -. Noi abbiamo avanzato delle richieste molto precise: c’è un problema salariale, quindi un problema di risorse per i contratti, questi hanno già fatto un accordo separato''.
Per Cgil e Uil occorrono misure immediate per finanziare cose non più rinviabili, quali le assunzioni nel settore pubblico, per mettere soldi ''veri'' sulla sanità, senza passare da cose di cui non si ha bisogno, quale lat tax e concordati, quando c'è bisogno di una riforma fiscale che, ha detto Landini, ''vada a prendere i soldi dove sono, tassando profitti, extra profitti, rendite finanziarie, rendite immobiliari''.
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