Economia

Manifattura italiana, Nomisma: le imprese “Controvento” generano il 10,4% dei ricavi e il 23,9% dell’EBITDA

Redazione
 

È stata presentata oggi presso Palazzo di Varignana la sesta edizione dell’Osservatorio “Controvento: le imprese che trainano il Paese”, realizzato da Nomisma in sinergia con CRIF e CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nell’offrire dati, soluzioni e consulenza alle aziende.

Manifattura italiana, Nomisma: le imprese “Controvento” generano il 10,4% dei ricavi

Durante la tavola rotonda, che ha messo in luce come il settore dell’automotive quest’anno abbia registrato un ulteriore consolidamento, sono intervenute Automobili Lamborghini, Ferrari e Dallara Automobili, realtà d’eccellenza di un comparto che vanta una presenza consolidata in Controvento. Nel corso del tempo, il network di imprese Controvento, ossia le aziende del comparto manifatturiero italiano capaci di evolversi sfidando le difficoltà del mercato, si è rafforzato e ampliato, includendo anche regioni tradizionalmente meno centrali nel panorama industriale.

Dall’analisi aggregata sui bilanci 2023 (gli ultimi disponibili) emerge che il 7,1% delle imprese manifatturiere italiane (5.814) riesce a mantenere livelli di competitività tali da essere incluse nel gruppo Controvento. Le aziende con prestazioni nettamente superiori alla media si distinguono per alcuni indicatori chiave, come la crescita del fatturato, la redditività e la capacità di generare valore aggiunto. Complessivamente, queste imprese contribuiscono per il 10,4% ai ricavi, per il 23,9% all’EBITDA e per il 16,5% al valore aggiunto totale della manifattura italiana.


“L’ultima edizione dell’Osservatorio Controvento – evidenzia Lucio Poma, Capo Economista di Nomisma (in foto) - conferma un trend ormai consolidato di crescita dei ricavi, in particolare per le piccole e medie imprese che dal post-Covid tengono il ritmo delle grandi imprese in termini di crescita relativa. Inoltre, si amplia la distanza tra le imprese Controvento e il resto del settore manifatturiero: mentre per queste ultime l’EBITDA margin è rimasto pressoché stabile negli ultimi sei anni, le imprese Controvento migliorano le proprie performance anno dopo anno. Se il Nord-Est si conferma ancora una volta il fulcro delle imprese Controvento, si rafforza anche la presenza di regioni del Sud Italia come Basilicata, Molise e Campania. Tra le novità di questa edizione, infine, spicca la presenza dell’automotive, del comparto nautico e di quello dei computer, elettronica e componenti biomedicali.”

L’Osservatorio è nato con l’obiettivo di identificare attraverso l’analisi dei bilanci, i fattori strutturali che garantiscono alle imprese manifatturiere una maggiore propensione a “navigare Controvento”. Si tratta di criteri esclusivamente economici (non concorrono alla creazione del gruppo Controvento la localizzazione geografica, la dimensione d’impresa, l’appartenenza a determinati settori e la configurazione strutturale all’interno dei settori stessi e la sostenibilità finanziaria) capaci di mettere in luce l’evoluzione delle dinamiche competitive delle aziende nel tempo. Negli ultimi 6 anni, il numero di imprese che possono vantare almeno una partecipazione al cluster Controvento è cresciuto in modo costante.

Un riflesso – questo – dell’irrobustimento dimensionale del gruppo e del crescente traino esercitato sull’intero sistema manifatturiero italiano. Nelle diverse edizioni dello studio, il tasso di ricambio delle aziende che partecipano a Controvento, rimane stabile e si attesta al 50% evidenziando un sistema economico altamente dinamico, nonostante il range pressoché stabile di aziende Controvento che oscilla infatti tra il 6,5% e il 7,1% del totale della manifattura.

“L’Osservatorio Controvento mette in luce la vitalità delle aziende manifatturiere italiane sottolinea Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis -. Queste imprese, nonostante le sfide del mercato, riescono a crescere e a distinguersi per la loro diversità, sia in termini di dimensioni che di settori. Questo dinamismo è un segno positivo per l’economia italiana e dimostra la capacità di innovazione e adattamento delle aziende. Il conseguimento di questo traguardo è frutto della capacità di armonizzare una gestione finanziaria oculata, che comprende cash flow, circolante e crediti, con investimenti strategici orientati al futuro, come sostenibilità, ESG e innovazione. Oggi celebriamo queste storie di successo, sperando che possano ispirare le aziende Controvento di domani”.

Il gruppo di imprese Controvento si distingue anche per una composizione variegata che comprende non solo grandi aziende, ma anche realtà con dimensioni più contenute. Da rilevare come in questa edizione spicca il progresso delle piccole e medie imprese (dai 10 ai 49 addetti), che registrano una crescita particolarmente significativa, superando quella delle grandi aziende che comunque confermano la loro solidità con un incremento dei ricavi – negli ultimi 5 anni – del 78%.

Nel 2023 i ricavi medi complessivi delle aziende che navigano Controvento valgono 111 mld di euro (il 10,4% del totale della manifattura) e generano un EBITDA di 27,2 mld di euro (13,9% del totale manifattura). Comparando la performance dinamica delle imprese Controvento rispetto alla componente non Controvento della manifattura italiana risulta evidente la diversa capacità competitiva dei due gruppi, differenze che si sono ulteriormente rafforzate nel corso dei 6 anni dell’Osservatorio.

Considerando i ricavi prodotti tra il 2018 e il 2023, quelli delle imprese Controvento sono cresciuti dell’84%, mentre il resto delle imprese è complessivamente cresciuto del 29%. Considerando l’EBITDA nello stesso arco temporale le imprese Controvento registrano un risultato del +159%, contro il +46% del resto della manifattura. Rispetto alle precedenti rilevazioni, considerando l’EBITDA margin, si allarga la distanza tra le imprese controvento e quelle non a fronte di una percentuale di imprese controvento che rimane stabile.

Entrando nel dettaglio settoriale ci sono comparti manifatturieri – è il caso dell’automotive, della farmaceutica e del packaging – che da sempre si caratterizzano per una spiccata presenza all’interno del gruppo Controvento. Ma in questa rilevazione emergono nuovi settori che si affermano in maniera evidente, a differenza delle precedenti edizioni. È il caso, ad esempio, del comparto della nautica, che entra prepotentemente fra i settori “Controvento”.

Fra i settori che nelle ultime sei edizioni sono sempre rientrati in Controvento vi sono il packaging, la cosmetica e i minerali non metalliferi, fra cui si distingue in quest’ultima edizione soprattutto l’industria del vetro. A livello geografico, le imprese Controvento si concentrano principalmente nel Nord-Est e nel Sud Italia ad indicare una graduale riduzione del divario competitivo tra queste due aree. È interessante notare come la costante crescita delle aziende del Sud non sia un fatto episodico, ma una tendenza ormai consolidata, tra cui spicca in particolare la Campania. A conferma del fatto che ogni anno si registra un ricambio importante tra le ‘new entry’, nell’ultima rilevazione le imprese che formano il gruppo Controvento sono costituite per il 46% dei casi da “Debuttanti”.

Le “Veterane” (presenti in Controvento per due o tre edizioni) – il 44% del campione – costituiscono uno zoccolo duro di imprese che trainano la manifattura italiana, affiancate da un ulteriore 9% di “Super-Veterane” (presenti in 4 o 5 delle sei edizioni). Infine, sono solo 47 le imprese “Star”, che si confermano per il sesto anno consecutivo all’interno del gruppo di imprese Controvento. Queste ultime, pur rappresentando solo l’1% delle imprese, riescono a generare l’8% dei ricavi e il 10% del valore aggiunto. Dall’indagine emerge come le imprese Super-Veterane e Star si contraddistinguono per marginalità e ricavi medi nettamente più elevati rispetto alle imprese Debuttanti, nonché per una struttura organizzativa più solida e articolata.

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