La manifattura italiana si prepara a superare un 2025 ancora in affanno, ma con segnali di risveglio, in attesa di una ripresa più robusta attesa nel biennio 2026-2027. Questo il quadro emerso dal webinar di presentazione del Rapporto Analisi dei Settori Industriali – Ottobre 2025 di Intesa Sanpaolo e Prometeia, dove sono state illustrate le nuove previsioni per l'industria italiana.
Manifattura italiana: 2025 anno di transizione, ripresa solida attesa dal 2026
Dopo due anni di difficoltà, il 2025 si configura come un "anno di passaggio" e rallentamento meno severo. Il fatturato deflazionato del settore è stimato chiudere con un calo dell’-1%, un dato comunque migliore rispetto alla flessione media del -2,6% registrata nel biennio 2023-2024. A valori correnti, invece, i ricavi si manterranno elevati, proiettati a 1.120 miliardi di euro.
La debolezza del contesto globale e della domanda europea frena ancora l'export, limitato a una crescita dello +0,9% a prezzi costanti nel 2025. I segnali di incertezza, compresa la minaccia di nuovi dazi USA, hanno portato a una brusca frenata ad agosto, soprattutto sui mercati extra-UE come Stati Uniti e Cina.
A sostenere l'attività produttiva è, per il momento, soprattutto la domanda interna. Nonostante i consumi restino prudenti per l'elevata propensione al risparmio, la ripresa del potere d’acquisto e la buona tenuta occupazionale stanno generando i primi segnali fiduciosi. In crescita la spesa per beni digitali e legati alla salute, mentre gli investimenti in beni strumentali tornano al segno positivo, favoriti dal calo dei tassi e dal rilancio del piano Transizione 5.0.
"Il 2025 si conferma un anno di transizione per la manifattura italiana. I segnali di miglioramento che stanno emergendo sul fronte della domanda interna non saranno sufficienti ad impedire una ulteriore caduta del fatturato deflazionato," hanno commentato gli analisti.
Lo scenario è destinato a mutare nel biennio 2026-2027, quando la manifattura italiana è prevista tornare a crescere dell’1% medio annuo a prezzi costanti. Il fattore determinante sarà la ripresa europea, in particolare il rilancio della Germania, mercato cruciale per l'industria italiana. La riattivazione del commercio intra-UE contribuirà a spingere il saldo commerciale manifatturiero a circa 113 miliardi di euro nel 2027, vicino ai massimi del 2023.
La leva strategica per la ripartenza resta quella degli investimenti in digitalizzazione, efficienza energetica e sostenibilità. L'analisi sui bilanci conferma la buona salute del tessuto imprenditoriale: i margini e la redditività, pur ridimensionati dai picchi 2021-2023, rimarranno sopra i livelli pre-pandemici, con un ROI stimato all’8,2% nel 2027.
I settori che guideranno la crescita al 2027 sono quelli maggiormente legati alla doppia transizione digitale e green: Elettronica e meccanica (+2,2% medio annuo), autoveicoli e moto (+2%), elettrotecnica (+1,9%).
Buone performance sono attese anche per il Largo consumo (+1,7%) e la Farmaceutica (+1,5%), che si conferma il settore più dinamico già nel 2025 (+3%). I settori dei beni intermedi e dei materiali da costruzione risentiranno invece della normalizzazione del ciclo edilizio.
La manifattura italiana si trova in una fase complessa, ma il buon stato di salute del tessuto produttivo e la capacità di investire in innovazione e sostenibilità pongono le basi per un consolidamento della crescita a partire dal 2026, confermando il suo ruolo centrale nell'economia nazionale.