Il 2024 si è chiuso confermando un solido trend nelle attività di investimento in Italia con un totale di 1.365 operazioni, in aumento del 13% rispetto alle 1.210 registrate nel 2023. Il volume aggregato delle operazioni ha raggiunto circa € 63,9 miliardi segnando un incremento del 9% rispetto all'anno precedente. È quanto emerge dal report “EY M&A Barometer - Review 2024 e Preview 2025”, che analizza i trend di investimento e le operazioni di M&A annunciate in Italia, realizzato annualmente da EY.
M&A, 2024 in crescita con investimenti di € 63,9 miliardi per 1.365 operazioni
“Come dimostrato dai risultati emersi nel nostro report, si rileva un solido trend delle attività di investimento nel Paese nel 2024 e questo a dimostrazione che la leva transazionale rappresenti sempre più un’opportunità di crescita e trasformazione dei modelli di business – sottolinea Marco Daviddi, Strategy & Transactions Markets Leader Europe West, EY (in foto)-. Dopo i primi tre trimestri dell’anno decisamente sottotono, gli ultimi mesi del 2024 hanno visto una forte accelerazione, sia in termini di numero di operazioni che di volumi. Anche i megadeal sono cresciuti per numero, passando da 11 a 15, per un volume di investimento pari a circa € 32,6 miliardi nel 2024, in decrescita del 9% rispetto al 2023 mostrando una diminuzione della dimensione media dei grandi deal. Invece, il mid-market ha mostrato una tendenza positiva, con un totale investito pari a circa 31,3 miliardi, in crescita di oltre il 35% rispetto al 2023. Si conferma anche il ruolo fondamentale dei fondi di Private Equity e infrastrutturali, che li ha visti coinvolti in 606 operazioni, pari a circa il 44% delle transazioni annunciati, in crescita rispetto al 2023. I numeri di mercato, sebbene solidi, non raccontano però la complessità del 2024, un anno caratterizzato da numerose operazioni interrotte o posticipate a causa di performance delle società target non in linea con le aspettative, condizioni di finanziamento non ancora ottimali e incertezze sullo scenario internazionale, in particolare per le aziende italiane con una forte propensione all’export”.
Nel 2024, il panorama delle operazioni di M&A in Italia non ha mostrato cambiamenti significativi nei settori di maggiore attività rispetto allo scorso anno. I comparti Industrials & Chemicals (26%) e Retail & Consumer (14%) hanno continuato a concentrare la maggior parte delle transazioni, seguiti da Technology (13%) e Energy & Utilities (10%). Si è invece registrata una leggera flessione nelle operazioni dei settori Life Sciences e Financial Services, attribuibile a una fase di preparazione per importanti operazioni attese nel 2025. A livello territoriale, l’attività di M&A si è distribuita in modo disomogeneo lungo la penisola, con la Lombardia che ha svolto un ruolo trainante, grazie alla forte attrattività dei settori manifatturiero e industriale, technology e consumer. Nel Nord-Est, il comparto industriale ha rappresentato il 42% delle operazioni, mentre nel Centro Italia i settori industriale, tecnologico e consumer hanno dominato. I fondi di Private Equity e infrastrutturali, in particolare quelli internazionali, hanno mantenuto una forte presenza nel mercato italiano, confermando il loro ruolo strategico nel consolidamento e nello sviluppo delle imprese locali. Nel 2024, i fondi hanno rappresentato circa il 44% delle operazioni annunciate, con 606 operazioni di buy-out su target italiane. Tuttavia, il valore complessivo delle acquisizioni da parte dei Private Equity è sceso a € 30,4 miliardi, rispetto ai € 38,5 miliardi del 2023. Questo calo è principalmente legato a un focus maggiore sugli investimenti nel segmento mid-market e ai trend di consolidamento.
“Le aziende – evidenzia ancora Daviddi - dovranno affrontare molteplici sfide. L’evoluzione tecnologica legata all’intelligenza artificiale influenzerà sia i modelli operativi che quelli di business. Inoltre, ci sarà una riorganizzazione dei mercati di riferimento e cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, che richiederanno servizi sempre più integrati tra tecnologia ed esperienza. Dovremo anche affrontare la riduzione della forza lavoro disponibile e l’aumento dei volumi di investimento in ricerca e sviluppo, impianti, macchinari e formazione del personale per affrontare la trasformazione in atto. La leva transazionale continuerà ad essere percepita come un elemento determinante della strategia di riposizionamento e sviluppo delle aziende. Tuttavia, in Italia si stanno affermando modelli che mirano a costruire alleanze strategiche per settori e filiere produttive, piuttosto che perseguire le tipiche attività di M&A, favorendo la coopetizione rispetto alla competizione. Inoltre, sta crescendo la consapevolezza di dover agire per semplificare i modelli di business, anche attraverso spin-off e cessioni, per ottenere le risorse da reinvestire nelle attività «core». Questi elementi, sommati all’aspettativa di una politica monetaria meno restrittiva, ci portano a prevedere un andamento dell’attività M&A molto vivace, con una crescita che potrebbe essere a doppia cifra a partire dalla seconda metà dell’anno. Diversi settori continueranno con il trend di consolidamento che abbiamo osservato anche nel corso dell’ultimo anno. Il settore industriale – aggiunge - continuerà ad assorbire una quota rilevante della market share M&A in Italia, nonostante sia impattato dal calo della domanda in Europa. Le aziende italiane hanno dimostrato di saper differenziare la propria capacità di export e, unitamente alla necessità di investire in tecnologie e competenze, richiedono ulteriori risorse che possono spingere all’apertura del capitale a investitori finanziari o a consolidamenti. Anche il settore Consumer & Retail proseguirà nel consolidamento per continuare gli investimenti funzionali alla riorganizzazione delle reti di vendita e alla ridefinizione dei mercati target. Inoltre, ci aspettiamo che il settore Energy, spinto dalla transizione energetica, continui ad attirare risorse, con un ruolo crescente del Private Equity anche in questo caso. Il settore Life Science & Healthcare, dopo il boom durante il periodo della pandemia, ha trovato una sua stabilità nel 2023 e nel 2024. Tuttavia, i dati suggeriscono una ripresa significativa trainata dalle exit degli investitori finanziari. Il settore Tech – conclude Daviddi - manterrà una quota significativa, spinto dalle trasformazioni digitali in atto. Infine, il settore bancario e finanziario chiaramente sugli scudi per l’atteso completamento (in vari possibili scenari) dei consolidamenti avviati nel corso del 2024”.
Nonostante un aumento del numero di megadeal rispetto al 2023, le dimensioni medie di queste operazioni sono risultate più contenute, contribuendo a una riduzione del valore complessivo del mercato. Parallelamente, il valore medio delle transazioni nel mid-market è cresciuto, evidenziando un aumento dell’attività in questo segmento. Tra i settori, il comparto industriale si conferma il più dinamico, seguito da Consumer & Retail e Technology, che hanno registrato un incremento nel numero di operazioni. Le aziende italiane hanno dimostrato una crescente capacità di espandersi all’estero, annunciando 280 operazioni di M&A su target estero nel 2024, in aumento rispetto alle 261 del 2023. L’investimento complessivo è stato di circa € 14,3 miliardi, in linea con la media storica degli anni precedenti. I principali Paesi target delle imprese italiane sono stati Stati Uniti (39 operazioni), Germania (33), Spagna (32), Francia (31) e Regno Unito (23). Questo trend riflette l’approccio proattivo delle aziende italiane, che continuano a ridefinire i mercati di riferimento, riorganizzare gli approvvigionamenti e affrontare le nuove sfide tecnologiche. Le previsioni per il 2025 indicano un andamento positivo, con una crescita economica attesa dello 0,8% del PIL e un consolidamento dei consumi in linea con il 2024. La liquidità disponibile nel sistema rimane elevata, alimentando le aspettative di un ulteriore incremento degli investimenti da parte dei fondi di Private Equity.