Aperta al pubblico fino al 21 luglio 2025, la mostra "Louvre Couture, Art and Fashion: Statement Pieces" rende omaggio nel tempio dell’Arte alla forma artistica che più caratterizza i nostri tempi. E se il "kaiser" Karl Lagerfeld una volta ebbe a dire "l'arte è arte, la moda è moda", tuttavia non si può negare che alcuni pezzi couture siano delle vere e proprie opere d’arte. Come, per esempio, la strepitosa giacca ricamata realizzata proprio da lui per Chanel e ispirata a un baule blu e bianco del XVIII secolo dell'ebanista Mathieu Criaerd.
Louvre couture, la moda nel tempi dell'Arte
La mostra presenta 45 stilisti, da Chanel e Balenciaga a Versace e Yves Saint Laurent, svelando un dialogo senza precedenti tra arte e moda dagli anni Sessanta a oggi: sul filo temporale che si snoda attraverso i cambiamenti dei tempi descritti dalla moda, sono presentati in questa mostra epocale settanta capi e 30 accessori di grandi stilisti, per la prima volta al Louvre, con creazioni spesso nascoste tra i quasi 100.000 metri quadrati di sale e gallerie del museo in cui gli abiti sono però sempre presenti, dalla "Merlettaia" di Vermeer alla "Grande Odalisca" di Ingres, nuda e con il turbante, perché ciò che viene indossato o non indossato è sempre stato una componente centrale della creazione e della ricezione dell'arte.
Curata da Nathalie Crinière, Louvre Couture si articola attraverso un percorso visivo e narrativo che trascende il classico allestimento. L’itinerario espositivo inizia nelle antiche sale dedicate all'arte bizantina e al Medioevo, dove opere straordinarie in oro, avorio e pietre preziose si stagliano tra silhouette opulente, dando vita a un'affinità visiva che si trasforma in riflessione sul linguaggio comune.
Proseguendo nel percorso, le sale del Grand Siècle rivelano le esuberanti decorazioni e i drappeggi ricercati della moda barocca e di una grandeur che ha ispirato maison come Dolce & Gabbana e Dior, arrivando poi agli appartamenti di Napoleone III, dove la moda del XIX secolo è caratterizzata da un trionfo di forme audaci e colori vibranti, da Thom Browne a Iris Van Herpen.
"È molto importante per il Louvre continuare ad aprirsi alle nuove generazioni e dare il proprio piccolo contributo alla comprensione del mondo odierno. È esattamente ciò che fa questa mostra", ha affermato Laurence des Cars, presidente del museo, in un'intervista e un altro curatore della mostra, Olivier Gabet, ha aggiunto: "Il Louvre è molto più della 'Monna Lisa'".
La collezione intreccia i fili tra la moda e una vasta gamma di "oggetti d'arte", tra cui arazzi, ceramiche, ritratti, sculture fra cui i visitatori sono invitati a flâner, vagare senza meta attraverso il museo e scoprire le collezioni meno popolari. Ogni pezzo esposto diventa testimonianza di culture e periodi storici, dimostrando quanto tradizione e contemporaneità si trovino in realtà a pochi passi di distanza: questo percorso in una linea di tempo continua è il cuore pulsante della mostra, che reinterpreta la storia attraverso le evoluzioni della moda.
In ogni epoca i designer hanno trovato un’infinita fonte di ispirazione nei capolavori esposti al Louvre, attingendo a dettagli ornamentali e persino a tecniche che risalgono a secoli fa. Mentre il pittore Paul Cézanne una volta osservò che "il Louvre è il libro in cui impariamo a leggere", per gli stilisti di moda il museo è la "mood board definitiva", osserva Gabet.
Da Lagerfeld ad Alexander McQueen, gli stilisti sono stati a lungo ispirati dalla ricchezza delle collezioni e alcuni, come Christian Louboutin, hanno condiviso con Gabet i ricordi d'infanzia dei giorni trascorsi nelle sue sale. Altri, come Yves Saint Laurent, erano grandi intenditori e collezionisti d'arte.
Per Gabet, il rapporto personale tra gli stilisti e il Louvre è stato il punto di partenza per la mostra che, tra i pezzi forti, annovera un abito Dolce & Gabbana ricamato con cristalli ispirato ai mosaici dell'XI secolo di Santa Maria Assunta a Torcello, mentre uno spettacolare abito Dior in seta con un motivo del Re Sole è messo in scena proprio davanti a un ritratto barocco dello stesso Luigi XIV.Sono esposti anche pezzi iconici come l'abito in rete metallica di Gianni Versace del 1997, visto alla mostra "Heavenly Bodies" del Met Gala del 2018. L'abito ha richiesto più di 600 ore di cucitura a mano ed è impreziosito da cristalli Swarovski, ricami dorati con croci bizantine e il drappeggio caratteristico di Versace ispirato ai pepli dell'antica Grecia. Ha ispirato sia l'abito dorato di Versace indossato da Kim Kardashian al Met Gala del 2018 che l'iconica collezione "Tribute" di Donatella Versace, nello stesso anno, che ha visto in passerella cinque supertop tutte attive all’epoca d’oro della Maison: Naomi Campbell, Carla Bruni, Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Helena Christensen.
A proposito di miti, l'attrice francese Brigitte Bardot è stata fotografata da David Bailey con una tunica in maglia di ferro di Paco Rabanne del 1967, esposta nella mostra accanto a un abito Balenciaga con armatura stampata in 3D. Con la settimana della moda di Parigi alle porte, “Louvre Couture” offre una fonte di ispirazione per stilisti e visitatori, illuminando il dialogo in corso tra arte e moda. "La mostra non è qui per dire se la moda è o non è arte", ha concluso Gabet. "La moda riguarda la creazione. La cultura artistica condivisa tra grandi stilisti: questo è il leitmotiv della collezione". Ma non è tutto: a marzo, il celebre museo parigino ospiterà centinaia di ospiti per il Grand Dîner, un evento attesissimo che è già stato definito il primo Met Gala francese.