Nel terzo, e indimenticabile, capitolo della saga di Indiana Jones, una delle scene più impressionanti è quella del gigantesco rogo nazista di libri, emblema di quel ''vi libererò dalla schiavitù della libertà'' echeggiato in ogni pagina del Mein Kampf. E questo è in effetti quanto è universalmente noto della fine dei libri requisiti dai nazisti. Tuttavia, anche se nel tentativo di annientare gli ebrei e la loro cultura, i nazisti rubarono libri dalle biblioteche europee, dalle università e da altre collezioni pubbliche e private in tutta Europa per distruggerli o inviarli alle cartiere, molti furono salvati con lo scopo di sottoporli a istituzioni volte a dimostrare "scientificamente" l'inferiorità degli ebrei. Queste istituzioni non furono fondate, ma casse di libri saccheggiati vennero inviate ai centri di smistamento per essere esaminate, spesso con il supporto del lavoro forzato ebraico.
Il ritorno dei libri perduti: la lunga caccia ai tesori ebraici saccheggiati dai nazisti
Diane Mizrachi, bibliotecaria dell'UCLA, non sapeva praticamente nulla dei libri saccheggiati fino al 2020, quando ha ricevuto un'e-mail inaspettata da un curatore del Museo Ebraico di Praga, che ha cercato di ricostruire la collezione della Biblioteca della comunità religiosa ebraica della capitale ceca, decimata dai nazisti.
"Ho ricevuto questa e-mail che diceva, 'ho scoperto che tre libri nella vostra collezione hanno i contrassegni della biblioteca della comunità religiosa ebraica precedente alla seconda guerra mondiale e saremmo interessati a riceverli'. Non avevo idea di cosa farne, quindi l'ho inoltrata ai miei superiori", ha detto Mizrachi.
Avrebbe presto scoperto che una richiesta simile era stata ricevuta da un ricercatore tedesco diversi anni prima e che l'UCLA (l'università della California che ha la sua sede a Los Angeles) aveva "restituito il libro con grande discrezione". Quindi, la bibliotecaria ha trascorso diversi mesi lavorando con il Museo per indagare sulla provenienza dei tre libri di fine Ottocento presenti nella collezione dell'UCLA e, alla fine, sei titoli tra cui testi religiosi e commentari rabbinici sono stati rimpatriati in una cerimonia che si è svolta nel maggio 2022.
"L’Università possiede decine di libri del genere e sono certa che ce ne siano molti altri che non sono ancora stati identificati. Sto anche lavorando a collaborazioni con altri bibliotecari in Nord America, Europa e Israele che si stanno occupando dei libri saccheggiati in epoca nazista", ha dichiarato Mizrachi. "Lo vedo come una questione morale ed etica", ha aggiunto. "Ogni volta che viene rubato qualcosa, che sia dall'imperialismo o dal colonialismo o da regimi oppressivi, è un torto e un atto criminale. I proprietari potrebbero non essere ancora vivi e forse neanche i loro eredi ma le loro storie sono importanti ed è questo che vogliamo mantenere in vita".
Dopo la Seconda guerra mondiale, migliaia di volumi e manoscritti ebraici saccheggiati dai nazisti rimangono dispersi. Tra i circa 30.000 libri del Jewish Central Library Project conservati al Museo ebraico di Praga, 2.800 titoli risultano ancora irreperibili. Michal Bušek, responsabile della biblioteca del museo, spiega che la
digitalizzazione e le aste online hanno agevolato le ricerche, portando al recupero di 80 volumi, di cui 63 già restituiti: ''Questa biblioteca è tutto ciò che resta delle vite spezzate delle comunità ebraiche. Vogliamo riportare i libri dove appartengono'', ha dichiarato Bušek.
Tuttavia, la strada del recupero è tortuosa: i libri si trovano non solo nelle biblioteche universitarie, ma anche in collezioni private, musei e persino aste online, rendendo il processo lungo e complesso.Nel frattempo, in Germania, il progetto La Biblioteca dei libri perduti punta a creare un database dei volumi sottratti all'Istituto superiore per gli studi ebraici di Berlino, chiuso dai nazisti nel 1942. Irene Aue-Ben-David, direttrice del Leo Baeck Institute di Gerusalemme, ha spiegato che l’obiettivo non è recuperare legalmente i libri, ma sensibilizzare il pubblico sulla loro storia: “È importante che le persone conoscano queste vicende e possano segnalare la presenza dei libri, affinché siano documentati online”. Intanto, gli organizzatori della mostra interattiva, ospitata fino al 31 gennaio presso la Biblioteca universitaria di Francoforte, sperano che cittadini comuni, studenti e storici possano contribuire a risolvere questo mistero irrisolto, perseguendo un’iniziativa giusta contro le atrocità naziste.