I contratti siglati da Leonardo per la fornitura di armamenti a Israele devono essere dichiarati nulli perché violano il dettato costituzionale e i Codici etici che l'azienda si è data, impegnandosi quindi al loro rispetto.
Questa richiesta, dalla profonda motivazione morale, è ora stata tradotta, da un gruppo di ONG, in un atto formale, con una citazione, depositata al Tribunale civile di Roma e notificata oltre che a Leonardo, anche allo Stato, il cui ministero delle Finanze è azionista di riferimento, con il 30% del capitale.
Leonardo sotto attacco 'etico' delle ONG: i contratti per le armi ad Israele devono essere cancellati
A firmare la citazioni sono state AssoPacePalestina, A Buon Diritto, ATTAC Italia, ARCI, ACLI, Pax Christi, Un Ponte Per, nell'ambito della campagna ''In nome della legge. Giù le armi, Leonardo'', definendo la loro una ''richiesta di obbedienza'', riferendosi alle norme e all'articolo della Costituzione, in materia di armi e del loro commercio, attribuendo quindi a Leonardo comportamenti che li ignorano.
''Bisogna che tutti rispettino queste norme. Difendiamo il diritto di giustizia, l’unico potere di chi il potere non ce l’ha”, ha rivendicato Raffaella Bolini, vicepresidente Arci, nel corso di una conferenza stampa a Roma.
L'offensiva delle ONG contro Leonardo non è quindi, come le altre, di profilo politico, ma investe questa volta gli aspetti etici delle strategie commerciali dell'azienda, i cui comportamenti, a detta delle organizzazioni, con la vendita e la fornitura di armi a Israele, violano i Codici etici e gli strumenti di due diligence della stessa Leonardo.
Come ha detto, in conferenza stampa Marco Bersani, di ATTAC Italia, ''sul sito web della Leonardo viene anche chiarito che l’azienda non solo si impegna a rispettare i codici etici, ma anche che è pronta ad assumersi le proprie responsabilità nel caso in cui siano infranti. Siamo qui per sfidare Leonardo e il governo italiano, dato che il ministero dell’Economia e delle Finanze è azionista di maggioranza, con una partecipazione del 30%: vediamo le carte''.
''Se per qualcuno - ha aggiunto Bersani - nel nostro governo il diritto internazionale 'vale fino a un certo punto', per noi vale sempre. E questo ricorso è un modo per dire che esistono ancora delle regole''.
L'iniziativa delle ONG si sviluppa lungo due direttrici.
Se il tribunale dovesse dare loro ragione, i contratti, anche quelli in essere, saranno considerati nulli, di fatto impedendo di dare loro corso e, quindi, negando la prosecuzione del sostegno militare a Israele.
Ma, se la decisione del tribunale dovesse andare nel senso auspicato dalle ONG, a Leonardo e lo Stato italiano sarà vietata la futura vendita di armi e di tecnologie militari a Israele. Quelle armi armi che, dicono le Organizzazioni non governative, sono state e sono ancora utilizzate nella Striscia, contro i civili, contravvenendo al diritto internazionale.
Se recepita dai giudici, la citazione si tradurrebbe nel blocco, oltre che delle forniture squisitamente militari, anche di quelle parti o componenti che hanno comunque una ricaduta pratica della campagne di Israele.
Parliamo, ha detto l'avvocato Luca Saltalamacchia, che fa parte del team legale delle ONG, ''sia di veicoli, come aerei o elicotteri, sui quali vengono addestrati piloti che poi salgono sugli F35 ed F16 per bombardare la Striscia, ma non solo''. Perché i firmatari della citazione riferiscono di ''documenti relativi a componenti per velivoli F-35 prodotti principalmente attraverso la filiale britannica di Leonardo. Allo stesso modo Leonardo continuerà a effettuare riparazioni e a fornire pezzi di ricambio per la flotta di velivoli M-346. Poi ci sono i radar di difesa a corto raggio e anti-drone: nel luglio 2022, Leonardo ha acquisito la società israeliana RADA Electronic Industries, che ha partecipato allo sviluppo di 'Iron Fist', un sistema di protezione attiva montato sui nuovi veicoli corazzati da combattimento (AFV) dell’IDF, gli Eitan a otto ruote''.
Le ONG ne hanno avuto anche per l'AD di Leonardo, Roberto Cingolani, che aveva respinto le accuse definendo false quelle rivolte all'azienda. Ancora l'avv.Saltalamacchia: ''Leonardo si difende dicendo ‘io ho avuto un’autorizzazione quindi lo faccio, se questa cosa non si poteva fare doveva pensarci lo Stato’. Ma nonostante ci siano delle autorizzazione amministrative, non è detto che quello che viene autorizzato non possa essere annullato da un magistrato nel caso vengano violati i diritti soggettivi di terzi soggetti''.