Milano si conferma la città italiana con la migliore qualità della vita nella classifica stilata da ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. L’indagine, giunta alla sua 26ª edizione, ha valutato le province italiane sulla base di parametri che spaziano dall’ambiente alla sicurezza, dall’istruzione al reddito, delineando un quadro che, pur celebrando eccellenze come il capoluogo lombardo, evidenzia profonde disuguaglianze territoriali.
A premiare Milano sono stati fattori come servizi avanzati, redditi elevati, infrastrutture efficienti e un’economia dinamica, che le hanno consentito di mantenere il primato nonostante le sfide poste dal crescente costo della vita. Subito dietro si collocano Bolzano e Bologna, che si distinguono per il loro equilibrio tra sviluppo economico, sostenibilità e benessere sociale. La parte opposta della classifica vede invece Caltanissetta al 107° posto, preceduta da Reggio Calabria, che ha perso 11 posizioni rispetto al 2023, e Agrigento, scesa di un gradino.
L’indagine di quest’anno si è focalizzata su nove dimensioni fondamentali per il benessere delle comunità: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione, salute, popolazione, turismo e reddito. Da questa articolazione emerge un’Italia che si sviluppa a velocità diverse, con le città metropolitane che continuano a rappresentare i motori trainanti, soprattutto al Centro-Nord, e le province meridionali che, nella maggior parte dei casi, faticano a tenere il passo.
La crescita di Milano si riflette anche nella dimensione del reddito e della ricchezza. La città è infatti al primo posto per il quinto anno consecutivo, seguita da Bologna, Modena e Parma. Nonostante ciò, la situazione non è uniforme nemmeno nel Nord. Alcune province registrano difficoltà, come Savona, che ha perso ben 20 posizioni rispetto al 2023. Al contrario, Ferrara si distingue positivamente, guadagnando 21 posti e attestandosi tra le città in maggiore crescita.
Il divario tra Nord e Sud si manifesta anche nell’accesso ai servizi essenziali. Sul fronte della salute, le province di Isernia e Terni mantengono le posizioni di testa grazie a una rete sanitaria efficiente, mentre Vibo Valentia si conferma ultima, rispecchiando le difficoltà strutturali della Calabria. In ambito educativo, Bologna continua a primeggiare, seguita da Trento e Trieste, dimostrando l’elevata dotazione di capitale umano nel Nord-Est, mentre Crotone si colloca in fondo alla graduatoria, evidenziando una carenza di opportunità formative.
La qualità dell’ambiente rappresenta un’altra dimensione significativa. Qui Monza e Brianza guida la classifica, grazie a una combinazione di basso impatto ambientale e iniziative locali efficaci. Dall’altro lato, Catania occupa l’ultima posizione, segnalando criticità che riguardano sia l’inquinamento sia la gestione del territorio. Anche in termini di sicurezza, le differenze sono marcate. Enna sorprende con un balzo di nove posizioni e conquista il primato per minor incidenza di reati, mentre Rimini scende al fondo della classifica, penalizzata dall’alto tasso di criminalità segnalato nei centri urbani costieri.
Le città metropolitane, come Milano e Roma, dimostrano una maggiore resilienza rispetto agli shock economici e sociali, rafforzando il loro ruolo di poli attrattivi. Tuttavia, il Mezzogiorno fatica a uscire da una condizione di disagio, dove l’accesso a opportunità lavorative, sanitarie e formative è spesso limitato.
Secondo Marino Longoni, condirettore di ItaliaOggi, i risultati di questa edizione confermano una tendenza ormai consolidata: “Il divario tra Centro-Nord e Sud rimane significativo, con il Mezzogiorno che mostra ampie sacche di disagio sociale e difficoltà a tenere il passo con le città metropolitane. Allo stesso tempo, assistiamo alla crescita di alcuni centri urbani del Nord che, grazie alla loro capacità di innovazione e sviluppo, continuano a trainare il Paese.”
La ricerca evidenzia anche come la qualità della vita in Italia sia fortemente influenzata da fattori locali, invitando a riflettere sulla necessità di politiche mirate che possano ridurre le disuguaglianze territoriali e promuovere uno sviluppo più armonico e inclusivo in tutto il Paese.