Ludmila Lipovsky aveva 83 anni ed era sopravvissuta all'Olocausto. Da qualche tempo viveva in una casa di cura, a Herzliya.
E' stato davanti a quella che era diventata la sua abitazione che questa mattina è stata assassinata a coltellate da un giovane arabo poi catturato vivo (cosa abbastanza inusuale in casi del genere) da alcune guardie di sicurezza.
Ludmilla era ancora viva quando è stata portata nell'ospedale Ichilov di Tel Aviv, ma i medici non ce l'hanno fatta a salvarla. La polizia israeliana ha immediatamente classificato l'accaduto come un attacco terroristico, L'assassino, secondo quanto appurato dalla polizia, è un residente palestinese della città di Tulkarem in Cisgiordania e aveva precedentemente scontato una pena detentiva in Israele. Lo Shin Bet (il servizio che si occupa della sicurezza interna) ha aggiunto che il sospettato era un suo collaboratore.
Israele: Ludmilla, scampata all'Olocausto, uccisa a coltellate da un giovane arabo
Il comandante della polizia distrettuale di Tel Aviv, il sovrintendente Haim Sargaroff, ha dichiarato che le guardie di sicurezza presenti sul posto sono entrate in azione dopo aver sentito il terrorista gridare "Allahu Akbar".
Il Jerusalem Post ha trovato nel database di Yad Vasehem che Ludmila Lipofsky era nata a Buy, Russia, l'11 novembre 1941, e si trovava a Samarcanda (in Uzbekistan) durante la guerra. Dopo la guerra, è stata registrata come residente in Israele.
Michael Dickson, il regista di Stand With Us, ha twittato che la sopravvissuta all'Olocausto stava aspettando che sua figlia la portasse dal medico quando è stata uccisa.
Il presidente di Yisrael Beyteinu, Avigdor Liberman, ha affermato: "Non ci sono parole per descrivere il dolore e la tristezza di questo caso scioccante".
Il personale paramedico arrivato per primo sul posto ha riferito che la vittima è stata soccorsa per ferite da taglio. I paramedici hanno hanno fermato l'emorragia e hanno rianimato la vittima prima di portarla in ospedale.
Per ironia della sorte, l'accoltellamento è avvenuto, a Herzkiya, in via Kdoshei Hashoah (via dei martiri dell'Olocausto).