Il Gruppo Iren ha inaugurato a Terranuova Bracciolini (Arezzo) il primo impianto in Italia dedicato al trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l'assessore all'Ambiente della Regione Toscana Monia Monni, il sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni e l'Amministratore delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini.
Iren inaugura a Terranuova Bracciolini il primo impianto italiano per il trattamento delle schede elettroniche dei Raee
L'impianto, che si estende su una superficie di circa 2.400 metri quadrati, rappresenta un unicum a livello nazionale e consentirà l'estrazione, il recupero e il tracciamento tramite tecnologia blockchain di metalli preziosi quali oro, argento, palladio e rame. Il processo si basa su tecniche di disassemblaggio meccanico e trattamento idrometallurgico appositamente progettate.
La struttura ha una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all'anno, con un recupero medio settimanale stimato in circa 1 kg di oro, 2 kg di argento, 0,5 kg di palladio, 500 kg di rame metallico puro e tra i 600 e i 700 kg di rame in polvere. Su base annua, il recupero raggiunge quasi 200 kg di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame. Attualmente, oltre il 90% delle schede elettroniche recuperate in Italia viene esportato. Il nuovo impianto si propone quindi come un esempio innovativo di economia circolare e prossimità territoriale. Inoltre, grazie alla localizzazione nel Valdarno, le materie prime recuperate potranno essere utilizzate direttamente dal distretto orafo aretino, senza ulteriori lavorazioni.
L'attività dell'impianto si articola in due fasi principali. In un primo momento, gli elementi vengono separati e triturati. Successivamente, i componenti triturati vengono sottoposti a un processo di recupero e affinazione chimica dei metalli. La fase di lisciviazione chimica (leaching) consente di estrarre inizialmente i metalli non nobili, come ferro, piombo, stagno, alluminio e rame, seguiti da metalli preziosi quali argento, oro e palladio. Il rame viene purificato attraverso un processo elettrolitico, mentre l'argento viene trasformato in cloruro e successivamente fuso in lingotti. L'oro viene purificato e trasformato in lingotti a 24 carati, e il palladio subisce un processo di affinazione per il recupero finale.
«Con questo impianto di recupero di metalli preziosi, il Gruppo Iren introduce in Italia un nuovo paradigma di sostenibilità che siamo convinti possa aiutare il nostro Paese a ritagliarsi un ruolo di indipendenza e competitività nel panorama internazionale - ha commentato Luca Dal Fabbro, presidente di Iren -. Questo traguardo, raggiunto grazie alla vicinanza e supporto degli enti nazionali e locali, risponde agli obiettivi delineati dalla strategia industriale, che individua i suoi pilastri negli investimenti sostenibili e nella creazione di valore per il territorio. In questo senso, la scelta di puntare su quest’area per un impianto di trattamento dei metalli preziosi permette di valorizzare le specificità del Valdarno e del suo tessuto economico e conferma come la Toscana sia per Iren un territorio strategico dove investire, anche attraverso la realizzazione di impianti innovativi come questo. Va ricordato infatti come lo sviluppo dell’economia circolare sia il perno del percorso di transizione ecologica nazionale. Iren, con il proprio impegno nella ricerca sulle materie prime critiche profuso attraverso la realizzazione di studi e l’hub RigeneRARE, diventa sempre più protagonista in questa sfida».