Economia

Intesa Sanpaolo, saldo dividendi 3,1 miliardi e buyback da 2 miliardi

Redazione
 

Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2024 con un utile netto di 8,7 miliardi, in crescita del 12,2% rispetto al 2023 e superiore alle attese: la guidance della società era oltre gli 8,5 miliardi con gli analisti che si aspettavano circa 8,6 miliardi. Nel solo quarto trimestre l'utile è sceso del 6,4% annuo a 1,5 miliardi, superando leggermente gli 1,47 miliardi stimati dal consensus.

Intesa Sanpaolo, saldo dividendi 3,1 miliardi e buyback da 2 miliardi

Per quanto riguarda il bilancio dei dodici mesi, l'utile risente in parte dei 900 milioni "allocati a valere sull'utile ante imposte dell'anno con le azioni gestionali per l'ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo", si legge in una nota.

Al netto delle componenti non ricorrenti l'utile sarebbe stato di circa 9 miliardi. I proventi operativi netti sono aumentati del 7,5% a 27,1 miliardi, con interessi netti a 15,7 miliardi (+6,9%) e commissioni a 9,4 miliardi (+9,4%). I costi operativi sono pari a 11,6 miliardi (+1,3%), per un rapporto cost/income sceso al 42,7%.

Il Cda proporrà all'assemblea il pagamento di un saldo dividendi da 3,1 miliardi, che porta il totale a 6,1 considerando l'acconto di 3 miliardi distribuito a novembre. A giugno sarà inoltre avviato un buyback da 2 miliardi già autorizzato dalla Bce.

Intesa ha nuovamente rivisto al rialzo il target 2025, già migliorato in occasione dell'ultima trimestrale: l'utile ora è visto "ben oltre i 9 miliardi" a fronte della stima precedente di circa 9 miliardi. Intesa Sanpaolo sottolinea che le componenti non ricorrenti iscritte nel bilancio 2024 riguardano "oneri pari a circa 300 milioni dopo le imposte (circa 440 milioni ante imposte) interamente contabilizzati nel quarto trimestre 2024, a seguito dell'accordo sindacale firmato a ottobre 2024 che prevede, entro il 2027, 4mila uscite volontarie e, entro il primo semestre 2028, 3.500 assunzioni di giovani", "accantonamenti e rettifiche di valore pari a circa 390 milioni dopo le imposte (circa 450 milioni ante imposte) per favorire il de-risking e rafforzare lo stato patrimoniale", "spese per il personale non ricorrenti pari a circa 200 milioni dopo le imposte (circa 290 milioni ante imposte) nel quarto trimestre 2024" e un "beneficio pari a circa 500 milioni derivante dall'iscrizione di imposte differite attive nel quarto trimestre 2024".

Proseguendo nell'analisi del conto economico, le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 1,3 miliardi dagli 1,5 del 2023. Il costo del rischio si è attestato a 30 punti base e sarebbe pari a 26 punti escludendo le ulteriori rettifiche effettuate per favorire il de-risking. Quanto agli aggregati patrimoniali, i finanziamenti verso la clientela sono pari a 422 miliardi (-2,1%). Il complesso dei crediti deteriorati ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 4,9 miliardi, in diminuzione dell'1,2%. L'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all'1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo.

Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 1.382 miliardi, in crescita del 5,9%. La raccolta diretta bancaria ammonta a 585 miliardi, in aumento dell'1,2%, la raccolta diretta assicurativa a 177 miliardi (+2,7%) e la raccolta indiretta a 788 miliardi (+9,4%), con risparmio gestito a 473 miliardi (+7%), nuova produzione vita a 17,8 miliardi e raccolta amministrata a 315 miliardi (+13,3%).

Il coefficiente Cet 1 calcolato deducendo dal capitale 3 miliardi di acconto dividendi 2024 pagato a novembre 2024 e 3,1 miliardi di euro di saldo dividendi 2024, è pari al 13,9% (era al 13,7% a fine 2023) e sarebbe al 13,3% deducendo anche i 2 miliardi di buyback (dal 13,2% di fine 2023 al netto del buyback eseguito nel 2024). Passando ai risultati delle singole divisioni, l’Istituto ha chiuso il 2024 con un utile netto di 2,2 miliardi (+15,8%), la Divisione Imi Cib con 1,6 miliardi (+5,9%), le controllate internazionali con 1,1 miliardi (-2,3%), il Private Banking con 1,5 miliardi (+7%), l'Asset Management con 579 milioni (+21,9%) e l'Insurance con 1,15 miliardi (+31,3%).

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