Luglio 2025 porta con sé un nuovo scossone ai bilanci familiari italiani: l’Istat ha certificato un’inflazione all’1,7% su base annua per l’indice dei prezzi al consumo e dell’1,5% per l’indice FOI, quello utilizzato per calcolare l’adeguamento degli affitti. Un dato che, tradotto in termini concreti, significa aumenti inevitabili per migliaia di inquilini con contratti a canone libero 4+4, che da agosto si ritroveranno a pagare più di prima, senza che il valore reale della casa o la sua qualità siano minimamente cambiati.
Inflazione al 1,5% sull’indice FOI: affitti più cari fino a +28€ al mese, Milano la città più colpita
Secondo un’analisi di Idealista, il rincaro medio a livello nazionale si aggira intorno ai 13 euro al mese, ovvero circa 156 euro in più all’anno, considerando il caso di un trilocale, la tipologia più richiesta dalle famiglie. Ma dietro la media si nascondono differenze notevoli tra città e città, con Milano che ancora una volta conquista – in negativo – il primato: qui l’adeguamento annuale farà lievitare l’affitto di un trilocale di circa 28 euro al mese, 336 euro in più in un anno. Una cifra che pesa, specie se sommata all’ormai consolidato status del capoluogo lombardo come città più cara d’Italia per gli affitti.
A Venezia, gli aumenti mensili sfiorano i 21 euro (252 euro annui), a Firenze si viaggia sui 20 euro al mese, mentre Roma, Como e Bolzano registrano rincari medi di 19 euro mensili, pari a 228 euro all’anno. Bologna si ferma a 18 euro, Napoli a 17, mentre a Cagliari e Bergamo l’aumento stimato è di 16 euro. Più contenuti, ma comunque percepibili, i rincari a Bari, con 13 euro in più al mese, e quasi irrilevanti – seppur presenti – quelli di città come Carbonia, Asti e Caltanissetta, dove il rialzo non supera i 6 euro.
Il meccanismo è ormai noto: l’indice FOI, aggiornato ogni anno, aggancia i canoni d’affitto all’andamento dell’inflazione, garantendo al proprietario un adeguamento automatico, ma per l’inquilino questo significa vedersi ritoccare verso l’alto una spesa già tra le più pesanti del bilancio familiare. E quest’anno, con i prezzi che continuano a muoversi al rialzo, anche pochi punti percentuali si trasformano in cifre tangibili. Un aumento che, in un Paese dove il costo della vita non smette di crescere e i salari restano fermi, rischia di farsi sentire molto più dei numeri secchi diffusi oggi dall’Istat.